Ordine del Giorno n. G100 al ddl S.2646

testo emendamento del 09/10/12

Il Senato,

        esaminato il disegno di legge n. 2646 «Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea»,

        premesso che:

            il disegno di legge all'esame è volto ad introdurre modifiche alla legge n. 11 del 2005 relativamente al processo di formazione della posizione italiana nella fase di predisposizione degli atti dell'Unione europea (la cosiddetta fase ascendente), nonché garantire l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea, in coerenza con gli articoli 11 e 117 della Costituzione, sulla base dei princìpi di attribuzione, di sussidiarietà, di proporzionalità, di leale collaborazione, di efficienza, di trasparenza e di partecipazione democratica (cosiddetta fase discendente);

            l'articolo 3 contiene norme dedicate alla partecipazione del Parlamento alla definizione della politica europea dell'Italia e al processo di formazione degli atti dell'Unione europea;

        considerato che:

            la rappresentanza Permanente d'Italia presso l'Unione europea svolge un ruolo cruciale nei rapporti con le Istituzioni dell'Unione e con le altre delegazioni nazionali;

            la Rappresentanza predispone sistematicamente relazioni e note informative con riferimento alle riunioni, formali ed informali, in seno alle Istituzioni ed Organi dell'UE nonché con riferimento ad atti e progetti presentati dalle medesime Istituzioni e ad altre iniziative e questioni rilevanti, che trasmette, oltre che ai competenti uffici del Ministero degli esteri, anche al Dipartimento politiche europee della Presidenza del Consiglio nonché ai Ministeri di volta in volta interessati;

            il Trattato di Lisbona ha introdotto profonde innovazioni istituzionali che hanno rafforzato l'esigenza di un'azione sinergica di Parlamento e Governo nei processi decisionali europei al fine di assicurare la tutela dell'interesse italiano nella costituzione europea, nonché ha ulteriormente accentuato il trasferimento di sovranità alle istituzioni europee valorizzando al comempo il ruolo dei Parlamenti nazionali;

        rilevato che:

            norme di rango costituzionale e legislativo di diversi ordinamenti, come quello francese, tedesco e di gran parte degli Stati che hanno aderito all'UE dopo il 2004, prevedono espressamente procedure e strumenti appropriati volti al riconoscimento dell'intervento del Parlamento al processo decisionale europeo;

            in gran parte degli Stati membri si sono consolidate, tra Governo e Parlamento, moduli di stretta cooperazione tra la Rappresentanza permanente presso l'UE e gli uffici competenti dei rispettivi parlamenti, come nel caso tedesco dove la legge sulla cooperazione tra Governo federale e Bundestag dispone la trasmissione a quest'ultimo delle Istruzioni rivolte dai Ministri competenti alla Rappresentanza permanente in occasione delle riunioni del COREPER e di altri comitati e gruppi di lavoro del Consiglio, e della Francia, che assicura la partecipazione sistematica dei funzionari delle Camere francesi a Bruxelles alle riunioni e agli scambi di informazioni interni alla Rappresentanza permanente;

        impegna il Governo:

            a far sì che le relazioni e le note informative che la Rappresentanza permanente d'Italia presso l'UE predispone siano incluse nei flussi informativi tra Governo e Parlamento al fine di assicurare alle Camere un'informazione aggiornata sull'effettivo andamento e sulle prospettive dei negoziati in seno alle Istituzioni dell'Unione, presupposto per una reale partecipazione del Parlamento alla fase ascendente del processo decisionale europeo;

            a implementare tutte le azioni volte a far sì che, sul modello di altri ordinamenti, il Parlamento italiano possa partecipare in via sistematica ed in stretto raccordo con il Governo, al processo di formazione delle politiche e della normativa dell'Unione europea anche alla luce delle riforme istituzionali introdotte dal Trattato di Lisbona;

            a prevedere, infine, che il Governo assicuri l'assistenza della Rappresentanza dell'Italia presso l'Unione europea alle attività svolte dagli uffici della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica presso le istituzioni europee, secondo modalità stabilite d'intesa tra il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Presidenti delle Camere.