presentato il 21/07/2011 in Assemblea del Senato da Francesca Maria MARINARO (PD) e altri 8 cofirmatari ... [ apri ]
status: Accolto (Accolto dal Governo)
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testo emendamento del 21/07/11
premesso che:
i pesanti effetti della crisi finanziaria ed economica nei Paesi europei e negli Stati Uniti impongono rigore c razionalizzazione della spesa pubblica;
tagli consistenti investono anche il settore della sicurezza e difesa;
la stagnazione della spesa per la sicurezza e la difesa dei Paesi europei non costituisce novità e, in particolare per l'Italia, si tratta di tagli di rilevanti dimensioni;
considerato che:
il conflitto in Libia ha confermato che neanche i governi europei meglio equipaggiati - Gran Bretagna e Francia - sono in grado di condurre in modo autonomo una operazione di grandi dimensioni. sia pure a pochi chilometri dai confini dell'Unione;
senza l'intervento della Sesta Flotta americana, che ha effettuato gran parte dei lanci di missili per la distruzione della difesa aerea libica, l'imposizione della «no-fly zone» sarebbe stata impossibile;
allo stato dell'arte, una strategia dell'Unione europea di sicurezza e difesa può essere sviluppata solamente sulla base del multilateralismo, anche in ragione dei numerosi impegni di molti Paesi europei nelle diverse missioni internazionali e la diffusa instabilità nello scacchiere mediterraneo e mediorientale, che è dì importanza strategica per l'Italia e l'Unione europea;
le forze di pace della Ue sono attualmente più multilaterali che integrate;
le disposizioni del Trattato di Lisbona prevedono una governance europea della sicurezza e della difesa da finanziare con risorse previste non solo nel bilancio dell'Unione ma anche con fondi e programmi gestiti da Istituzioni comunitarie (tra i quali, il Fondo europeo di Sviluppo per i paesi ACP; il meccanismo di Atene, per il finanziamento di operazioni militari congiunti come l'OCCAR; il meccanismo intergovernativo per finanziare programmi congiunti in materia di ricerca militare e armamenti; altri strumenti finanziari comunitari come Banca Investimenti, i «Fondi Margherita» e i fondi d'azione paneuropei per gli investimenti di lungo termine nel campo dell'energia, dei cambiamenti climatici e delle infrastrutture);
considerato altresì che:
sarebbe necessaria una forte volontà e capacità di gestione politica a livello nazionale ed europeo per la definizione di una chiara strategia di integrazione e di convergenza delle politiche e delle risorse finanziarie in materia di sicurezza e difesa, con particolare attenzione al fatto che il perseguimento di quest'obiettivo deve essere sostenuto da una maggiore integrazione e interdipendenza con vincoli finanziari chiari, al fine di assicurare:
la capacità militare finalizzata alle missioni di pace globali e all'integrazione delle capacità militari dell'Ue;
un mercato comune degli armamenti, prevedendo anche fusioni fra industrie militari europee e una politica comune sulle esportazioni;
il sostegno alla ricerca e alle aree di eccellenza tecnologica;
incentivi europei per affrontare i costi sociali dell'inevitabile ristrutturazione e razionalizzazione dell'industria europea.
impegna il Governo:
ad adoperarsi in sede europea, anche attraverso cooperazioni rafforzate, affinché i principali Paesi giungano a concordare una ripartizione dei ruoli nella prospettiva di una maggiore integrazione, unica risposta possibile alla riduzione delle spese in un settore di importanza vitale quale quello della sicurezza e della difesa;
a recepire le direttive sui trasferimenti di prodotti militari e sugli acquisti di prodotti della difesa e della sicurezza nel quadro attuale della delega parlamentare.