Ordine del Giorno n. G/2264/1/3 al ddl S.2264

testo emendamento del 29/09/10

Il Senato della Repubblica,

 

considerato che a partire dal referendum indetto nel 1996 per estendere il mandato presidenziale di Lukashenko gli osservatori internazionali dell'OSCE hanno bocciato tutte le consultazioni elettorali tenutesi in Bielorussia;

 

considerato che a seguito delle ultime elezioni presidenziali, l'UE decise di negare alle autorità di Minsk ogni forma di cooperazione economica, fornì pieno sostegno all'opposizione e proibì per un lungo periodo al Presidente Lukashenko ed a 31 alti ufficiali del regime l'ingresso nel territorio comunitario;

 

considerati i tragici eventi verificatisi a margine delle elezioni presidenziali del 2006, quando le forze speciali posero fine con la violenza alle pacifiche manifestazioni dell'opposizione che denunciavano i brogli elettorali;

 

considerato che le ultime elezioni parlamentari del settembre 2008, che non hanno eletto nessun membro dell'opposizione e sono state considerate dall'Osce "lontane da standard minimi di elezioni democratiche";

 

considerato che nei primi mesi del 2011 si terranno le prossime elezioni Presidenziali e che durante la campagna elettorale, presumibilmente, non verrà garantita la libertà di espressione agli altri candidati e saranno caratterizzate da massici brogli elettorali;

 

preso in esame il documento prodotto  dal Dipartimento di Stato americano, 2009 Human Rights Report: Belarus, pubblicato l'undici marzo scorso nel quale vengono analizzate in dettaglio le carenze democratiche riscontrate in Bielorussia;

 

considerato che nel documento 2009 Human Rights Report: Belarus vengono denunciati i continui e reiterati abusi commessi dalle autorità governative nei confronti di detenuti e cittadini comuni;

 

considerata la frequenza con la quale si ripetono arresti e detenzioni arbitrarie, per motivi politici e per la partecipazione a proteste a sfondo politico, come nel caso di Alexander Kouzlimn, già candidato alle elezioni presidenziali nel 2006 e rimasto recluso per oltre due anni (la sua liberazione è avvenuta solo a seguito di lunghe pressioni dell'Unione Europea che hanno portato ad una revoca parziale delle sanzioni imposte nel 2006 al regime di Lukashenko).

 

considerato che nonostante "l'approccio morbido" adottato dall'Unione Europea si sono registrati nuovi casi di detenuti politici in particolare il giovane attivista di "Malady Front" Arstyom Dubski e i leader dell'associazione di liberi imprenditori Uladzimir Asipenka, Mikalay Autukhovich, Uladzimir Asipenka (quest'ultimi due sono ancora reclusi) per aver organizzato delle manifestazioni di protesta contro una nuova legge particolarmente punitiva nei confronti delle libere iniziative economiche;

 

considerate le restrizioni alle libertà civili, incluse la libertà di espressione, di associazione e di religione che nella classifica sulla libertà di stampa stilata da Reporter Sans Frontiers la Bielorussia ricopre il 151° posto su 175 paesi esaminati. Considerato che la stampa e la distribuzione dei giornali è appannaggio di un'azienda monopolista governativa che può decidere liberamente la lista dei giornali diffusi nel paese.

Considerato il nuovo Decreto Presidenziale approvato il 1° Febbraio 2010 che ho posto Internet sotto il controllo della Presidenza con l'obiettivo, in viste delle prossime elezioni presidenziali, di impedire all'opposizione e ai giornalisti indipendenti di esprimersi liberamente in rete.

 

considerato che nel 2007 il regime ha chiuso i pochi media liberi e indipendenti che operavano in Bielorussia e sono costanti le intimidazioni nei confronti dei giornalisti indipendenti da parte del Kgb e delle istituzioni giudiziarie;

 

considerati gli alti livelli di corruzione nelle istituzioni bielorusse espressi dagli indicatori della Banca Mondiale che sottolineano come la corruzione sia un serio problema per il paese, nonostante nel paese esista una legislazione che punisca reati di questo tipo;

 

considerate le persecuzioni e le minacce nei confronti delle organizzazioni non governative indipendenti a cui viene sistematicamente negata la registrazione e quindi impedito di svolgere legalmente qualsiasi attività (secondo la legge adottata nel 2005 tramite decreto presidenziale, è reato penale organizzare o partecipare a qualsiasi attività portata avanti da un'organizzazione non registrata).

 

considerati i ripetuti episodi di interferenze arbitrarie alla privacy, alla famiglia, all'abitazione e alla corrispondenza privata, nonostante esista una legislazione che impedisca queste pratiche;

 

considerati i frequenti provvedimenti di detenzione e deportazione di rappresentanti religiosi e che il governo utilizza i dispositivi della legge sulla religione del 2002 per intralciare o prevenire le attività di gruppi altri alla Chiesa Ortodossa Bielorussa. Nello specifico la legge limita la possibilità delle organizzazioni religiose a provvedere educazione religiosa;

 

considerato che nonostante la legge garantisca la libertà di movimento e il diritto ad emigrare, il governo, in certi casi, limita il diritto dei suoi cittadini a viaggiare;

 

considerate le discriminazioni perpetrate nei confronti di minoranze etniche (in special modo le minoranze polacche e rom) e sessuali; 

 

considerato che la Bielorussia è l'unico dei paesi OSCE e dell'ex-Unione Sovietica che pratica ancora la pena di morte, per 14 reati che vanno dall'omicidio a una serie di reati militari e contro la sicurezza dello Stato, ai crimini contro l'umanità. Non si hanno dati precisi in quanto tutte le notizie a riguardo sono soggette al segreto di stato, tuttavia, secondo Nessuno Tocchi Caino, lo scorso marzo sono stati giustiziati due cittadini Andrei Zhuk e Vasily Yuzepchuk (entrambi riconosciuti colpevoli di omicidio) mentre lo scorso 14 maggio due uomini sono stati condannati a morte Aleg Gryshkautsou e Andrei Burdyka per tre omicidi commessi nell'ottobre del 2009 nel corso di una rapina a mano armata.

 

considerando che la Bielorussia, proprio a causa del mantenimento della pena di morte, è l'unico paese della regione a non far parte del Consiglio d'Europa;

 

considerato che la libertà di insegnamento è duramente messa a repentaglio dalle pressioni ideologiche del regime e che l'Università per gli Studi Umanistici fondata a Minsk nel 1992 è stata chiusa dalle autorità nel 2004 e dal 2005 opera in esilio a Vilnius dove accoglie centinaia di studenti bielorussi.

 

considerate le eccellenti relazioni diplomatiche tra il nostro paese e la Bielorussia dimostrate dal fatto che, a seguito della sospensione delle sanzioni adottate dall'UE,  l'Italia è stato il primo Paese UE visitato dal Presidente bielorusso e dai suoi Ministri e che il Governo italiano è stato il primo ad inviare il proprio Ministro degli Esteri in visita ufficiale a Minsk e che, lo scorso 30 novembre, il Primo Ministro italiano, On. Silvio Berlusconi, è stato il primo Capo di Governo di un paese occidentale ad essersi recato in visita di stato a Minsk dalla fine degli anni '90; 

 

impegna il Governo a:

   

chiedere al Consiglio dell'Unione Europea di vincolare la sospensione delle sanzioni nei confronti delle autorità bielorusse (che dovrà essere esaminata e rinnovata entro il prossimo 31 Ottobre) all'immediata liberazione degli ultimi due  prigionieri politici Mikalay Autukhovich e Uladzimir Asipenka e all'introduzione di una moratoria sulla pena di morte;

 

chiedere direttamente alle autorità bielorusse il rilascio dei due prigionieri politici e di garantire una campagna elettorale libera e democratica in vista delle prossime elezioni presidenziali vincolando a queste due condizioni la ratifica del presente trattato;

 

unirsi ai governi europei che sostengono finanziariamente L'Università per gli Studi Umanistici, chiusa dalle autorità nel 2004, che ora opera in esilio a Vilnius accogliendo ogni anno centinaia di studenti bielorussi, tra cui coloro che per motivi politici vengono espulsi dagli atenei del Paese.