Ordine del Giorno n. G3 al ddl S.2291

testo emendamento del 27/07/10

Il Senato,

        in sede di esame del disegno di legge n. 2291

        premesso che:

            in Darfur sono stati uccisi almeno 300 mila civili, due milioni e 800 mila sono sfollati nei campi profughi e 4 milioni e mezzo soffrono la fame e vivono in condizioni disumane;

            il comandante della forza ibrida ONO-UA dispiegata in Darfur, Ibrahim Gambari, nell'ultimo rapporto al Consiglio di sicurezza ha evidenziato che nel solo mese di maggio le vittime degli scontri in atto nella regione sono stati oltre 600 e il conflitto è nella fase più cruenta dal 2008 ad oggi;

            nelle ultime settimane si sono intensificati gli scontri tra i ribelli del Movimento giustizia ed uguaglianza e l'esercito sudanese, che oltre a causare la morte dei combattenti coinvolgono anche civili inermi;

            operatori umanitari e caschi blu continuano a essere vittime di rapimenti e attacchi mortali, il 20 giugno sono stati uccisi tre militari Unamid e rapiti due cooperanti di una Ong tedesca;

            l'Italia aveva disposto l'invio di un contingente di 100 unità e due velivoli a sostegno della missione di peace keeping Onu-Ua;

            le tensioni in Sud Sudan in vista del referendum per l'indipendenza dal Nord previsto nel 2011, hanno riacceso conflitti fra etnie contrapposte. Inoltre il mandato di cattura internazionale dei confronti di Bashir è stato recentemente ampliato al crimine di genocidio,

        impegna il Governo:

            a promuovere le iniziative diplomatiche necessarie per un ritorno alla calma e per creare condizioni di sicurezza per il regolare svolgimento del referendum del 2011. In particolare invita il Ministro degli affari esteri in qualità di testimone dell'Accordo di pace del 2005, che sancì la fine della guerra ultra ventennale in Sudan, a garantire il rispetto dello stesso;

            a promuovere nelle sedi internazionali la ripresa dei colloqui di pace in Sudan, interrotti dopo la violazione del «cessate il fuoco» sottoscritto il 24 febbraio 2010;

            a rispettare gli impegni assunti nelle sedi internazionali e a individuare rapidamente una nuova forma di partecipazione in termini di uomini e mezzi da dispiegare in campo a sostegno delle attività di Unamid, peraltro già autorizzato con l'approvazione di un decreto che prevedeva un finanziamento 6 milioni di euro.