• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/08687 [Risarcimento agli emofiliaci ]



Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-08687 presentata da DONATA LENZI
martedì 18 dicembre 2012, seduta n.735
LENZI, MIOTTO e D'INCECCO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:

in data 16 dicembre 2012 sul quotidiano Corriere della Sera è stato pubblicato un articolo dal titolo «Ivan e gli emofiliaci infettati senza giustizia 20 anni dopo» che racconta la drammatica storia di un ragazzo affetto da emofilia di tipo A, che a causa delle continue trasfusioni di sangue e di emoderivati ha contratto l'infezione del virus HIV con conseguente decesso il 10 settembre 1991, a soli 25 anni;

fu riconosciuto alla famiglia di Ivan a seguito della normativa prevista dalla legge n. 210 del 1992 un indennizzo di circa 150 milioni di lire in virtù del nesso casuale riscontrato dalla Commissione medica ospedaliera di Ancona tra «la somministrazione di emoderivati con il decesso avvenuto per Aids complicata da polmonite da Pneumocystis carinii-neurotoxoplasmosi»;

nel 2003 lo Stato riconosce però ai circa 700 emofiliaci il diritto ad avere un risarcimento maggiore pari a 400 mila euro a ai malati ancora in vita e 615 mila ai familiari delle persone decedute e quindi la famiglia di Ivan avvia una causa giudiziaria;

nel 2007 si avvia l'ipotesi di una possibile transazione che avrebbe riguardato circa 7 mila emofiliaci, talassemici e trasfusi occasionali;

il 4 maggio 2012 un decreto ministeriale ha escluso dalla transazione i familiari dei deceduti che avevano iniziato una causa dopo oltre 10 anni dal decesso del congiunto e quindi anche la famiglia di Ivan;

come lo stesso articolo riporta furono 2.605, secondo l'associazione politrasfusi, dei quali circa 550 emofiliaci, gli italiani deceduti tra il 1985 e il 2008 in seguito a una trasfusione con plasma infetto; 76 mila le richieste di risarcimento al Ministero della salute, 49 mila delle quali hanno avuto un modesto assegno di 1.080 euro a bimestre (i vivi) o una tantum (i parenti dei defunti) di 49 mila euro, mentre gli altri sono ancora in attesa di vedere definiti i propri diritti;

la storia del sangue infetto è una storia lunga e dolorosa dove si intrecciano sia malasanità che carenze giudiziarie, visto che solo sabato 22 dicembre davanti al Gup del tribunale di Napoli si terrà l'udienza preliminare del processo «plasma infetto» -:

quali iniziative urgenti il Ministro intenda adottare affinché venga riconosciuto il diritto al risarcimento di tutte le famiglie coinvolte, in quanto non è possibile che lo Stato invochi i propri ritardi per pretendere la caduta in prescrizione dei reati e negare così ai cittadini il legittimo risarcimento. (5-08687)