Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
S.4/08805 [Proroga degli sfratti]
Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-08805 presentata da ELIO LANNUTTI
martedì 4 dicembre 2012, seduta n.847
LANNUTTI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'interno, della giustizia e del lavoro e delle politiche sociali - Premesso che a quanto risulta all'interrogante:
in Italia attualmente e purtroppo già da qualche anno è boom di sfratti per morosità. Si parla di una sofferenza sociale i cui dati fanno rabbrividire. Il Ministero dell'interno ha pubblicato recentemente l'aggiornamento dell'andamento delle procedure di rilascio degli immobili ad uso abitativo relativo all'anno 2011. Il corposo documento rileva che nel solo 2011, anche se i dati sono incompleti relativamente ad alcune province, le sentenze di sfratto emesse sono state 63.846 così suddivise: 832 per necessità del locatore, 7.471 per finita locazione e 55.543 per morosità. In relazione alle sentenze di sfratto emesse nel solo 2011 queste risultano, quindi, motivate nel 1,3 per cento per necessità, nel 11,7 per cento per finita locazione e per ben l'87 per cento per morosità;
delle sentenze emesse nel 2011 il 49,5 per cento è stato emesso nei comuni capoluoghi e il 50,5 per cento nei comuni della provincia. Il documento statistico del Ministero rileva che le richieste di esecuzione di sfratti presentate alle Forze dell'ordine da parte degli ufficiali giudiziari sono state 123.914 e gli sfratti eseguiti in presenza dell'ufficiale giudiziario coadiuvato dalle Forze dell'ordine sono stati 28.641, sono invece sconosciuti i dati relativi all'allontanamento spontaneo dall'alloggio da parte di sfrattati che non hanno atteso l'arrivo della forza pubblica. Di fatto in Italia sono eseguiti 140 sfratti al giorno, nei quali di fatto non è fornito alcun percorso di passaggio da una casa all'altra;
la maggior parte delle persone, ovvero l'87 per cento, non paga perché non è in condizioni di far fronte ai canoni esagerati che un mercato a giudizio dell'interrogante impazzito e senza regole propone. Nel nostro Paese sono 56.000 le famiglie che, nel 2011, sono state colpite da un provvedimento di sfratto per morosità, un dato in linea con l'andamento del 2010 che, negli ultimi 5 anni, è aumentato costantemente, con un balzo complessivo dal 2006 alle rilevazioni attuali pari al 64 per cento. A pesare, inutile dirlo, è la crisi, che porta con sé la difficoltà ad arrivare a fine mese per un numero sempre maggiore di italiani. A guidare la triste classifica c'è Roma dove, nel 2011 sono state emesse 4.678 nuove sentenze, seguono Torino (2.523 sfratti), Napoli (1.557) e Milano (1.115). Il dato è in aumento su tutto il territorio nazionale, e le associazioni che si occupano dei diritti degli inquilini sono in allarme e denunciano una situazione che non potrà che peggiorare;
l'emergenza abitativa costituisce, nell'attuale crisi economica che colpisce il Paese, uno dei fattori di maggiore e crescente tensione sociale che interessa larghi strati della popolazione, appartenenti, oltre alle tradizionali categorie a rischio, anche a fasce di ceto medio, professionisti e famiglie con doppio reddito;
l'Unione inquilini prevede 250.000 nuovi sfratti nei prossimi 3 anni, di cui 225.000 per morosità incolpevole, ossia per la reale impossibilità di pagare il canone per via di cause sopraggiunte;
la colpa di questa piaga sociale dilagante è soprattutto attribuibile alle mancate politiche abitative. Ora si invoca il ritorno all'equo canone o comunque a canoni calmierati per permettere ai potenziali sfrattati prezzi equi per risollevarsi da una situazione che, secondo le previsioni, peggiorerà. L'Italia, infatti, è uno dei pochi Paesi che non hanno mai dimostrato concretezza sul tema "casa". La Francia o i Paesi del nord Europa su queste tematiche potrebbero insegnare, visto che molti di loro da anni hanno adottato misure efficaci recuperando gran parte degli edifici pubblici andati in disuso ricollocandoli nel mercato a canoni accettabili che variano a seconda del reddito dei cittadini che ne fanno richiesta. E il successo è garantito, anche perché gli standard delle abitazioni sono apprezzabili e possono accontentare tutte le fasce sociali, proprio per non creare dei "ghetti";
la crisi economica ha ulteriormente amplificato il problema: le paghe e le pensioni italiane sono le più basse d'Europa. Ai sensi dell'art. 25 della Dichiarazione dei diritti dell'uomo, firmata anche dall'Italia nel 1948: "Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia e in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà";
purtroppo, si ritiene che sussistano ancora le condizioni che hanno indotto a varare il decreto "mille proroghe" per il 2012, il decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, recante "Proroga di termini previsti da disposizioni legislative", con il quale, all'art. 29, comma 16, è stata statuita la proroga, fino al 31 dicembre 2012, dell'esecuzione degli sfratti riguardanti particolari categorie sociali disagiate residenti nei comuni capoluogo di provincia, nei comuni con essi confinanti con popolazione superiore a 10.000 abitanti e nei comuni ad alta tensione abitativa;
la situazione economica stringente e la crisi economica si riverbera sui soggetti più deboli quali disoccupati, ammalati senza reddito, famiglie numerose, diseredati e senza casa, circostanze che non possono essere ignorate da uno Stato sociale che ai sensi dell'art. 2 della Costituzione riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale, ai sensi dell'art. 3, comma secondo, della Costituzione prescrive quale compito della Repubblica "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana" e, infine, ai sensi dell'art. 42, comma terzo, prescrive che "La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti",
si chiede di sapere se il Governo, nell'ambito delle proprie prerogative e facoltà, intenda promuovere delle iniziative per far fronte alla situazione di difficoltà e di urgenza, ovvero se, stante la grave situazione di indigenza in cui versano centinaia di migliaia di famiglie italiane, intenda accordare la proroga dell'esecuzione degli sfratti fino al 31 dicembre 2013, rispetto al termine del 31 dicembre 2012 (previsto, da ultimo, dall'art. 29, comma 16, del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 29 dicembre 2011, n. 302, e convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14) a beneficio delle seguenti categorie di soggetti: anziani ultrasessantacinquenni; portatori di handicap gravi o minori; malati gravi o terminali e a soggetti che non dispongono di altra abitazione adeguata al nucleo familiare nella regione di residenza, a condizione che i beneficiari non siano incorsi in morosità e posseggano un reddito annuale complessivo familiare inferiore a 27.000 euro.
(4-08805)