Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
Atto a cui si riferisce:
C.5/08523 [Sulla guerra tra Israele e Palestina]
Atto Camera
Interrogazione a risposta in Commissione 5-08523 presentata da FIAMMA NIRENSTEIN
martedì 27 novembre 2012, seduta n.724
NIRENSTEIN. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi il mondo ha assistito al terribile spettacolo di una guerra fra Israele e i Palestinesi, causata dal reiterato, criminale lancio di razzi Katyusha e missili Fajr sul territorio israeliano allo scopo di colpire la popolazione civile;
il consesso internazionale, mobilitatosi per ottenere una tregua fra i belligeranti, è riuscito ad acquietare la situazione, ottenendo un cessato il fuoco che è tuttora in atto;
risulta tuttavia che il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas - il quale per altro si era congratulato nei giorni scorsi con i dirigenti di Hamas per «la tenacia mostrata dalla gente di Gaza» stia di nuovo per sollevare una dura polemica fra le parti in causa, stavolta sul terreno diplomatico, ponendo il 29 novembre 2012, anniversario della storica data della Partizione (risoluzione ONU 181, 1947), la questione del riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese come osservatore presso l'Assemblea delle Nazioni Unite;
sia gli Stati Uniti d'America, sia la Germania che l'Inghilterra, nonché altri Paesi europei che stanno elaborando la loro posizione al riguardo, hanno espresso il loro disaccordo nei confronti di questa decisione dell'Autorità palestinese. Nel novembre 2011, il disaccordo del consesso internazionale circa questa questione portò al respingimento di tale richiesta posta inizialmente dinanzi al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;
anche se tale decisione unilaterale ha la possibilità di essere approvata - essendo posta all'Assemblea generale, ad avviso dell'interrogante caratterizzata da maggioranze automatiche legate a schieramenti preconcetti - essa non avrebbe niente a che fare con un'autentica soluzione del conflitto israelo-palestinese come prevista dalle risoluzioni dell'ONU 242 e 338 e dalla road map intrapresa dal Quartetto per il Medioriente per favorire un autentico processo di pace. Infatti, in ognuno di questi documenti si invoca una soluzione negoziata e accettata da entrambe le parti, rifiutando la via dell'unilateralismo. Come evidenziato dal Quartetto nel febbraio 2011: «... azioni unilaterali da entrambe parti non possono pregiudicare il risultato dei negoziati e non saranno riconosciute dalla comunità internazionale»;
di fatto, una decisione unilaterale allontanerebbe, forse per anni, la possibilità, più volte richiesta dal nostro Governo, che le due parti trattino l'una di fronte all'altra confini sicuri e attuabili per l'una e l'altra parte;
inoltre, deve fare riflettere che situazioni non concordate possono condurre, come nel caso del disimpegno dalla striscia di Gaza da parte di Israele nel 2005, a comportamenti bellicosi e inconsulti con un'utilizzazione belligerante delle porzioni di potere e di territorio di nuova acquisizione;
ogni decisione unilaterale appare come portatrice non di miglioramento internazionale, ma di sicura radicalizzazione delle parti;
altro elemento certamente negativo sarebbe lo spaccarsi del consesso internazionale per la parte comunemente chinata «occidentale», ovvero una posizione diversa e antagonista fra gli Stati Uniti e un'Unione europea polarizzata o di nuovo assente;
la scelta del presidente Mahmoud Abbas appare piuttosto dettata da motivi di politica interna, dopo la recente guerra che ha messo Hamas in primo piano -:
quale sarà l'atteggiamento del Governo italiano di fronte al voto previsto per giovedì 29 novembre 2012 presso l'Assemblea generale delle Nazioni Unite;
quali siano i passi compiuti dal nostro Governo per evitare una polarizzazione che porti su sponde diverse i Paesi membri dell'Unione europea e interi continenti democratici come gli Stati Uniti d'America e l'Europa;
come si intenda mantenere l'impegno dell'Italia nei confronti di uno Stato amico quale Israele che ha dichiarato più e più volte la sua volontà di trattare senza precondizioni e che si dimostra contrario e preoccupato rispetto alla prospettiva unilaterale;
come intenda l'Italia affrontare la questione della divisione interna all'Autorità nazionale palestinese, amministrata di fatto da due partiti, Fatah e Hamas, ostili fra loro.(5-08523)