• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

link alla fonte

Atto a cui si riferisce:
C.7/00064 Nuova disciplina dei centri di raccolta dei rifiuti



Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00064 presentata da ANGELO ALESSANDRI
mercoledì 22 ottobre 2008, seduta n.070
L'VIII Commissione,

premesso che:

l'articolo 183, comma 1, lettera cc), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, prevede che con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza unificata Stato-regioni, città e autonomie locali, sia data la disciplina dei centri di raccolta dei rifiuti;

la medesima lettera cc) definisce il «centro di raccolta» come area presidiata ed allestita, senza ulteriori oneri a carico della finanza pubblica, per l'attività di raccolta mediante raggruppamento differenziato dei rifiuti per frazioni omogenee conferiti dai detentori per il trasporto agli impianti di recupero e trattamento;

in attuazione del citato articolo 183, comma 1, lettera cc), il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha emanato il decreto ministeriale 8 aprile 2008 recante la disciplina dei centri di raccolta dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato;

ai sensi di tale decreto ministeriale i centri di raccolta già operanti sulla base di disposizioni regionali o di enti locali continuano ad operare e si uniformano alla nuova disciplina entro il termine di sessanta giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana di un'apposita delibera del Comitato nazionale dell'Albo gestori ambientali;

in attuazione di tale disposizione, con delibera del 29 luglio 2008, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 3 settembre 2008, n. 206, sono stati stabiliti i criteri e i requisiti per l'iscrizione all'Albo per lo svolgimento dell'attività di gestione dei centri di raccolta di cui al decreto ministeriale 8 aprile 2008; il termine per l'adeguamento dei centri di raccolta già operanti scade il 2 novembre 2008;

lo scopo della riforma è quello di agevolare l'incremento dei livelli di raccolta differenziata e il conseguimento su tutto il territorio nazionale degli obiettivi fissati dalla normativa vigente, tuttavia la nuova disciplina si rende inapplicabile sia sotto l'aspetto tecnico che sotto l'aspetto finanziario;

la realtà territoriale italiana mostra molte divergenze in tema di raccolta differenziata di rifiuti, con percentuali di raccolta che variano dall'8 per cento al 70 per cento; le modifiche del quadro normativo di riferimento, in mancanza di una normativa transitoria e di un lasso di tempo congruo ai fini dell'adeguamento delle strutture esistenti, mettono in crisi sia i comuni che hanno in corso di avviamento la raccolta differenziata sia quelli virtuosi;

tanti comuni hanno da anni avviato un efficiente servizio di raccolta porta a porta che ha consentito il raggiungimento di livelli eccellenti di raccolta differenziata nel campo dei rifiuti ed ha comportato notevoli investimenti da parte delle amministrazioni; tale servizio risponde alle esigenze territoriali dei singoli comuni ed ha riscosso il consenso e la sensibilità dei cittadini coinvolti attuando tra l'altro un contenimento dei costi, senza pregiudizi per l'ambiente;

la nuova normativa non tiene conto della diversità delle realtà dei comprensori coinvolti e della consistenza territoriale dei comuni italiani, rendendo inapplicabili le disposizioni proposte in particolare dai comprensori con un'alta percentuale di piccoli comuni, con un numero di abitanti inferiore a 5.000, che in realtà non presentano particolari aspetti problematici per tipologia e quantità di rifiuti prodotti;

in tante situazioni territoriali, la nuova disciplina, pur migliorando il livello qualitativo delle aree di raccolta dei rifiuti non migliora affatto le caratteristiche funzionali del sistema, aggravando inutilmente i costi del servizio a carico dei cittadini;

in vari incontri istituzionali, gli enti locali, nonostante la buona volontà di aderire alla nuova disciplina e di adeguare le attuali piazzole di raccolta rifiuti ai requisiti tecnici relativi ai centri di raccolta, si sono dichiarati non in grado di rispettare i tempi previsti, anche per la carenza dei finanziamenti necessari nei propri bilanci per far fronte alle relative spese;

la carenza dei fondi e la conseguente riduzione dei giorni e degli orari di apertura dei centri di raccolta per i cittadini rischiano di compromettere il sistema e provocare un incontrollato abbandono di rifiuti sui territori comunali, aggravando le situazioni di emergenza rifiuti del Paese;

va fatto salvo il massimo impegno nel promuovere l'innalzamento dei livelli di raccolta differenziata ed il raggiungimento di adeguati risultati su tutto il territorio nazionale, valorizzando le esperienze virtuose avviate in molte realtà locali e promuovendo con adeguato sostegno la diffusione di buone pratiche anche in aree attualmente deficitarie,
impegna il Governo:

a valutare la possibilità di differire nell'immediato l'entrata in vigore del decreto ministeriale 8 aprile 2008, per un periodo di almeno 2 anni, prevedendo nel contempo una disciplina diversificata per gli enti territoriali, che tenga conto degli elevati standard di operatività già raggiunti da alcuni comprensori con le strutture esistenti, e un periodo transitorio che possa aderire maggiormente alla realtà territoriale del Paese in tema di raccolta differenziata;

a verificare la possibilità di individuare finanziamenti agevolati a sostegno economico degli interventi di adeguamento delle strutture esistenti.

(7-00064)
«Alessandri, Braga, Torazzi, Guido Dussin, Lanzarin, Togni, Mariani, Tortoli, Tommaso Foti, Libè, Monai».