Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
Atto a cui si riferisce:
S.3/03126 [Sull'acquisto di 90 unità di cacciabombardieri]
Atto Senato
Interrogazione a risposta orale 3-03126 presentata da GIUSEPPE CAFORIO
giovedì 25 ottobre 2012, seduta n.821
CAFORIO, BELISARIO - Al Ministro della difesa - Premesso che il Lockheed Martin F-35 Lightning II è un caccia multiruolo di 5ª generazione monoposto, a singolo propulsore, che può essere utilizzato per supporto aereo ravvicinato, bombardamento tattico e missioni di superiorità aerea;
considerato che:
la rivista "Analisi Difesa", il 15 ottobre 2012, ha pubblicato un articolo a cura di Silvio Lora Laima dal titolo "F-35: road map a ostacoli", contenente un'intervista al Segretario generale della difesa, generale di Squadra aerea Claudio Debertolis;
nell'intervista il generale Debertolis afferma che i 90 cacciabombardieri Lockheed Martin F-35 che l'Italia è intenzionata a comprare costeranno più del doppio rispetto a quanto dichiarato, nel febbraio 2012, dal Direttore generale degli armamenti aeronautici in audizione alla Camera. "Gli 80 milioni di dollari al pezzo dei primi 3 F-35, annunciati in Parlamento" - afferma il Generale Debertolis -, sono "apparsi sin da subito troppo irrealistici", riferendosi quel costo ad "una pianificazione ormai superata dalle vicende del programma" e vertendo sul "solo aereo nudo. Aggiornando i prezzi e aggiungendo tutte le altre voci di spesa, il costo di questi primi JSF italiani in realtà sarà più del doppio";
sempre nella stessa intervista il generale Debertolis dichiara: "in 11 anni il costo del programma JSF è aumentato ad una media giornaliera di 40 milioni di dollari. L'Italia comincerà ad acquistare la versione STOVL quando - secondo le previsioni del bilancio della Difesa 2013 della Casa Bianca - il costo medio dell'aereo nudo sarà di 137,1 milioni di dollari, per scendere poi a 125,1 nel 2016 e a 118,8 nel 2017";
considerato altresì che:
se quanto riportato dal generale Debertolis corrispondesse a realtà, il costo di questi velivoli, rispetto a quello stimato in febbraio, sarebbe aumentato del 60 per cento, ossia 40 milioni di euro in più per ogni velivolo che, moltiplicati per 90 - il numero di aerei che il Ministro della difesa è intenzionato ad acquistare - indicano un incremento nella spesa di circa 3 miliardi e mezzo. Il totale della spesa salirebbe quindi a circa 13 miliardi, considerati anche gli strumenti e le dotazioni elettroniche suppletive;
relativamente all'aspetto industriale del programma, il generale Debertolis afferma che l'Impianto Final Assembly and Check Out (FACO), costituito presso la base aerea di Cameri, partirà a regime ridotto, con inevitabili aggravi di costo per lo Stato che ha già investito circa 800 milioni di euro per realizzare la stessa struttura. Anche le prospettive di partecipazione al programma per le altre aziende, in primis Finmeccanica, sono variate. Quest'ultima infatti, secondo quanto sostenuto dal Generale, avrebbe ad oggi siglato con gli Stati Uniti contratti di fornitura per soli 650 milioni di dollari, a fronte di un piano iniziale di 13 miliardi di dollari, ossia il 77 per cento dell'impegno finanziario totale nel programma;
nel mese di dicembre 2011 un rapporto del Dipartimento della Difesa Usa ha rivelato che i velivoli in oggetto hanno non pochi difetti di funzionamento quali, ad esempio, il nuovo casco avveniristico che non funziona come dovrebbe, oppure il meccanismo di aggancio di coda che ha fallito tutti gli otto test di atterraggio, e che sono state registrate anomale vibrazioni in volo e gravi difficoltà di decollo breve, oltre ad aver scoperto che gli F-35 non sarebbero così invisibili ai radar e ai rilevamenti elettronici come originariamente previsto;
agli interroganti risulta che il Government Accountability Office degli Stati Uniti d'America, sempre alla fine del 2011, riguardo agli F-35 ha dichiarato che, dopo oltre nove anni di progettazione e di sviluppo e altri quattro di produzione, il programma Jsf (Joint Strike Fighter, ndr) non ha ancora dimostrato di essere affidabile, rilevando inoltre che i costi previsti dal progetto sono triplicati a fronte di test insoddisfacenti;
considerato inoltre che:
nei primi mesi del 2012 il Ministro della difesa, unilateralmente, a quanto risulta agli interroganti senza consultare il Parlamento e senza fornire alcuna motivazione, ha inteso disdire l'acquisto di 41 unità di F-35, confermando, al contempo, l'impegno e l'intenzione dell'Italia ad acquistarne 90;
altri Paesi, come ad esempio la Gran Bretagna, la Norvegia, l'Olanda, la Danimarca e gli stessi Stati Uniti, coinvolti nel costosissimo progetto F-35, hanno sollevato dubbi e rivisto la propria partecipazione;
una eventuale uscita dell'Italia dal programma dei cacciabombardieri d'attacco Joint Strike Fighter F-35 non comporterebbe oneri ulteriori rispetto a quelli già sostenuti per la fase di sviluppo e quella di preindustrializzazione;
in un momento di crisi economica quale quella attuale, 12 miliardi di euro potrebbero, ad avviso degli interroganti, essere destinati ad interventi di carattere sociale,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo intenda rivedere la propria posizione o intenda procedere, nonostante quanto denunciato, all'acquisto di 90 unità di cacciabombardieri;
se concordi nel ritenere, alla luce di quanto denunciato dallo stesso Segretario generale della Difesa Debertolis, che il costo effettivo di questi F-35 sia aumentato eccessivamente e se ritenga che il sistema difesa abbia ancora necessità di introdurre nella propria dotazione questi costosissimi nonché, come riconosciuto dal Dipartimento della difesa americano, difettosi cacciabombardieri.
(3-03126)