• Testo MOZIONE

link alla fonte

Atto a cui si riferisce:
C.1/01127 [Iniziative per la regione Calabria]



Atto Camera

Mozione 1-01127 presentata da PIER FERDINANDO CASINI testo di lunedì 10 settembre 2012, seduta n.682
La Camera,

premesso che:
le forti tensioni sui mercati finanziari, che hanno interessato l'eurozona in generale, e l'Italia in particolare, nel 2011 e nel primo semestre del 2012, hanno comportato l'adozione di misure drastiche per contenere gli andamenti della finanza pubblica ma, al tempo stesso, la limitatezza delle risorse ha impedito di utilizzare strumenti adeguati a sostenere l'economia reale italiana;

nel periodo considerato si è registrato un secco peggioramento di tutti i principali indicatori economici che, se analizzati a livello regionale, evidenziano una specifica negatività della regione Calabria;

secondo uno studio di Confindustria Calabria, il quadro congiunturale della regione è peggiorato nel primo trimestre del 2012, sulla scia di un rallentamento dell'attività produttiva riscontrabile già a partire dal secondo trimestre del 2011. L'indicatore di attività economica e del prodotto interno lordo nelle regioni italiane (Regioss) rileva un rallentamento dell'economia calabrese che, a partire dal secondo semestre del 2011, si intensifica e si protrae fino alla fine dell'anno, stime confermate da Prometeia, secondo cui il prodotto regionale in termini reali nel 2011 è cresciuto dello 0,2 per cento, meno della media nazionale;

il tasso di crescita delle imprese, debole se calcolato tra il 2010 e il 2011, assume nel primo trimestre del 2012 un segno negativo e mostra una caduta più consistente rispetto a quanto registrato nel primo trimestre del 2011;

secondo il rapporto della Banca d'Italia sull'economia della Calabria, il permanere di ampi margini di capacità inutilizzata e i segnali di ulteriore rallentamento della domanda, a cui si sono associate, a partire dalla seconda parte dell'anno, le tensioni sulle condizioni di finanziamento, hanno ostacolato gli investimenti da parte delle imprese: nel 2011, il saldo tra la percentuale delle aziende che indicano un incremento degli investimenti e quelle che ne indicano un calo è diventato negativo. Nel 2012, in base alle indicazioni delle imprese, l'accumulazione di capitale dovrebbe diminuire ancora;

le turbolenze finanziarie e le difficoltà di raccolta sui mercati internazionali hanno, infatti, complicato le possibilità di accesso al credito da parte delle imprese e delle famiglie calabresi. L'inasprimento è stato operato principalmente attraverso l'aumento del costo medio dei finanziamenti, in particolare di quello praticato alle imprese più rischiose; è diminuita la domanda di mutui per l'acquisto di abitazioni da parte delle famiglie consumatrici e si è registrato un indebolimento ulteriore del credito al consumo;

sulla base di elaborazioni condotte su dati di fonte Eurostat, relativi a 88 regioni appartenenti alle 5 principali economie europee (Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna), nel raggruppamento delle regioni simili per prodotto pro capite, incidenza di occupati impiegati nella manifattura e nei servizi a maggiore contenuto tecnologico, quota di valore aggiunto industriale sul totale e tasso di occupazione, la Calabria, già nel 2007, presentava valori particolarmente contenuti (superiore solo a quelli delle due regioni insulari di Canarie e Corsica);

analizzando il mercato del lavoro, si rileva un'impennata della disoccupazione, con un aumento del 50 per cento nel periodo gennaio-marzo 2012 rispetto allo stesso periodo del 2011, in concomitanza con la forte riduzione del tasso di inattività, lasciando intuire l'esistenza di un processo di fuoriuscita di un numero consistente di persone dalla condizione di inattività a quella di disoccupazione. A quest'effetto si aggiungono i fenomeni di disoccupazione in senso stretto, conseguenti a situazioni di crisi strutturale segnalate dall'aumento della cassa integrazione straordinaria;

l'accrescersi della consapevolezza della difficile situazione economica e finanziaria del Paese, l'aumento dei prezzi e l'annuncio delle necessarie misure restrittive da parte del nuovo Governo hanno, infatti, prodotto fenomeni settoriali di ristrutturazione e riconversione produttiva in vista dell'attenuazione del potere di acquisto dei redditi e delle capacità di consumo delle famiglie, contribuendo in maniera decisiva all'esplosione della disoccupazione, partita nell'ultimo trimestre del 2011;

sempre secondo il rapporto della Banca d'Italia, pur essendo il livello di istruzione tra i giovani in Calabria superiore alla media nazionale e a quello delle regioni meridionali, la loro condizione occupazionale è, tuttavia, peggiore rispetto al resto d'Italia. I tassi di occupazione sono significativamente inferiori a quelli medi italiani sia tra i laureati, sia tra i diplomati. La condizione occupazionale dei laureati è, tuttavia, migliore di quella dei diplomati, che in Calabria hanno il più basso tasso di occupazione tra le regioni italiane (18,3 per cento), quasi la metà della media nazionale;

la relazione tra condizione occupazionale e livello di istruzione può essere valutata anche osservando l'impatto della crisi sulle persone che né lavorano, né svolgono un'attività di studio o formazione (neet - not in education, employment or training), le quali nel triennio prima della crisi erano il 26,2 per cento tra i diplomati e hanno raggiunto il 32,5 per cento nel triennio successivo (quasi 12 punti percentuali in più della media italiana), mentre i neet tra i laureati nello stesso periodo sono diminuiti, dal 38,5 al 35,2 per cento (la differenza con la media italiana, pur in diminuzione, è rimasta su livelli elevati e pari ad un 25 per cento in meno);

in una regione già scarsamente aperta al commercio internazionale come la Calabria, le esportazioni di merci della regione hanno rallentato, continuando a crescere meno di quelle del Mezzogiorno e dell'Italia, per effetto di un forte calo delle vendite verso l'Unione europea e, in particolare, verso i Paesi in cui è in atto una crisi del debito (Spagna, Grecia, Portogallo). I comparti dell'agroalimentare, dei prodotti chimici e dei macchinari, che complessivamente costituiscono oltre il 70 per cento delle esportazioni, hanno subito una flessione;

secondo i dati dell'indagine Istat sui consumi delle famiglie, la spesa media mensile in Calabria nel 2010 era di 1.787 euro, inferiore del 27 per cento alla media nazionale e del 5 per cento rispetto a quella del Mezzogiorno. La crisi ha inciso sensibilmente sui consumi delle famiglie: dal 2007 al 2010 la spesa, valutata a prezzi costanti e tenendo conto della composizione dei nuclei familiari, si è ridotta del 12 per cento, attestandosi sui valori più bassi dell'ultimo decennio. Nel triennio 2008-2010, la quota delle famiglie con un livello di spesa inferiore alla soglia di povertà relativa è stata in media del 26,1 per cento, contro il 23,2 nel Mezzogiorno ed l'11 per cento in Italia;

sebbene nel 2011 le presenze presso gli esercizi ricettivi siano cresciute del 3,5 per cento (favorite, almeno in parte, dalla temporanea riduzione della concorrenza da parte di alcuni Paesi dell'area, colpiti da turbolenze sociali interne, Egitto, Tunisia e Grecia), la componente straniera in Calabria rispetto al movimento turistico complessivo è ancora ben lontana dalla media nazionale e da quella del Mezzogiorno;

il sistema della viabilità e del trasporto di merci e passeggeri nelle province calabresi sconta un pesantissimo quadro di perduranti ritardi e di inefficienze nei lavori di ammodernamento e sviluppo della rete infrastrutturale regionale, collocandosi agli ultimi posti della graduatoria nazionale;

il gap infrastrutturale tra la Calabria ed il resto del Paese è andato progressivamente aumentando sia per i mancati investimenti da parte dei Governi che si sono succeduti, che per le scelte definite e realizzate dal gruppo Ferrovie dello Stato-Trenitalia (che hanno prodotto una rilevante e penalizzante riduzione dei servizi ferroviari nella lunga e media percorrenza, nonché in maniera ancora più pesante e drastica nei servizi per le merci);

in questa fase delicata è fondamentale ricercare e valorizzare l'apporto di iniziative finanziate interamente da capitali privati e tali da consentire la creazione di nuovi posti di lavoro, considerando l'indotto diretto ed indiretto, e sostenere la debole economia locale anche attraverso la riqualificazione di aree, e la realizzazione di nuove infrastrutture, rivitalizzando l'economia del territorio sia direttamente che indirettamente con positive ricadute dal punto di vista occupazionale, imprenditoriale e fiscale, oltre il recupero di opere infrastrutturali oggi abbandonate;

nella relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere al Parlamento approvata nella seduta del 25 gennaio 2012, si rileva che, tra i fattori che ostacolano maggiormente il processo di adeguamento competitivo e il livello di attrattività dei territori del Mezzogiorno, pesa notevolmente la presenza di una radicata e diffusa criminalità organizzata, che scoraggia la normale attività economiche;

sempre secondo la relazione, il principale fattore di condizionamento dello sviluppo è la concorrenza sleale operata da imprese mafiose o colluse che - operando con pratiche corruttive o di intimidazione (o con entrambe) - negano l'applicazione del principio cardine dell'economia di mercato: la libera concorrenza. In particolare, in questo quadro, diventano decisivi il condizionamento degli appalti pubblici e l'accesso asimmetrico ai capitali,
impegna il Governo:
a programmare un piano di risorse straordinarie da affiancare ai finanziamenti ordinari, al fine di realizzare le migliori condizioni di sicurezza, giustizia e legalità per i cittadini e le imprese calabresi, contribuendo alla riqualificazione dei contesti caratterizzati da maggiore pervasività e rilevanza dei fenomeni criminali e all'incremento della fiducia da parte della cittadinanza e degli operatori economici, così come anche raccomandato dal nuovo ciclo di programmazione comunitaria in materia di sicurezza e diffusione della legalità;

a sostenere con ogni utile iniziativa la mobilitazione della società civile manifestatasi nel corso del tempo attraverso i «movimenti antimafia», che, in forme e modalità diverse, è stata decisiva per il raggiungimento di importanti successi nella lotta alle mafie;

a rafforzare progetti e iniziative finalizzate a promuovere e diffondere la cultura della legalità e della partecipazione democratica, poiché solo se la lotta alle mafie si radicherà nelle coscienze e nella cultura dei giovani essa potrà costituire un'utile risposta all'incalzare dei fenomeni criminali;

a sollecitare, in ambito europeo, una riprogrammazione dei fondi europei finalizzandone la destinazione non solo alla modernizzazione delle infrastrutture delle regioni meridionali in generale e della Calabria in particolare, ma anche al potenziamento dei servizi che aiutano l'inclusione sociale (cura dell'infanzia e degli anziani non autosufficienti, interventi per la legalità in aree ad elevata dispersione scolastica, progetti promossi da giovani del privato sociale) e gli interventi per la crescita (promozione e sviluppo, imprese e ricerca, valorizzazione dell'aree di attrazione culturale; efficienza energetica; promozione dell'innovazione; auto-impiego e auto-imprenditorialità per i giovani; apprendistato e uscita dai neet; riduzione dei tempi della giustizia civile);

a pianificare un programma di investimenti integrati e coordinati che punti non solo ad annullare il divario accumulato sul versante delle infrastrutture fisiche, ma anche sul rapido sviluppo delle infrastrutture immateriali;

a prevedere adeguate misure che agevolino i processi di internazionalizzazione, il potenziamento della capacità di innovare e di esportare delle imprese calabresi, la cui presenza sui mercati esteri è ferma da moltissimi anni a una quota pari allo 0,1 per cento delle esportazioni nazionali;

a potenziare gli investimenti in capitale umano, sviluppo delle competenze e istruzione;

ad adottare iniziative utili, d'intesa con le istituzioni competenti, a ristabilire condizioni di accesso paritarie nel mercato del credito, sia per le imprese che per le famiglie calabresi, che scontano un gap evidente rispetto alle altre regioni italiane, credito che risulta essenziale per le prospettive di sviluppo dell'economia della regione.

(1-01127)
«Casini, Cesa, Galletti, Tassone, Occhiuto, D'Ippolito Vitale, Compagnon, Ciccanti, Rao, Naro, Volontè».