• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/07635 [Sulla mancata concessione dell'asilo politico a Tina Richard]



Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07635 presentata da RITA BERNARDINI
mercoledì 8 agosto 2012, seduta n.679
BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:


con un comunicato stampa del 14 settembre 2011, l'associazione EveryOne Group ha denunciato alla pubblica opinione italiana la mancata concessione dell'asilo politico a Tina Richard, cittadina nigeriana di 28 anni, originaria di Kanu, di religione e famiglia cristiana, rifugiatasi in Italia dopo essere fuggita dal suo Paese all'età di quindici anni a causa dell'assassinio dei suoi genitori da parte di un potente e facoltoso concittadino che la voleva in sposa ancora ragazzina;


secondo quanto è dato leggere nel citato comunicato stampa, la donna, aiutata dal vescovo locale di Kanu, è approdata in Italia per la prima volta nel 1998, ma l'anno dopo è stata rimpatriata perché clandestina. Dopodiché, una volta tornata in Nigeria, è stata rapita da un uomo, che l'ha violentata, torturata e tenuta segregata in casa per mesi;


dopo essere riuscita a evadere dall'abitazione del suo aguzzino, Tina ha iniziato un viaggio attraverso la Sierra Leone, passando dalla Liberia, raggiungendo il Marocco, poi la Spagna e infine, a bordo di un natante, il porto di Genova, nel settembre del 2003. Recatasi da sola a Roma in questura, per inoltrare la richiesta di protezione internazionale, le è stato chiesto di tornare dopo un mese, ma la donna, terrorizzata dal rischio di una nuova espulsione all'insegna di violenze e torture, non si è presenta in polizia, vivendo in clandestinità e lavorando in strada come prostituta per riuscire a sopravvivere;


nel 2011, Tina, assistita dal legale Loredana Briganti, decide di presentare ufficialmente richiesta di asilo presso la questura di Teramo. Il 5 luglio 2011, la commissione di Caserta, composta da rappresentanze territoriali del Ministero dell'interno e dell'Alto commissario ONU per i rifugiati, le nega la protezione internazionale, motivando il diniego con il fatto che Tina può richiedere l'aiuto delle autorità nigeriane, nonostante la sua storia sia credibile e l'assassino dei suoi genitori - protetto dalle autorità locali - sia ancora in libertà, intenzionato a vendicarsi del rifiuto di Tina di sposarlo;


nel comunicato stampa del 14 settembre 2011, Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti dell'organizzazione umanitaria EveryOne, hanno dichiarato quanto segue: «Negare la protezione internazionale a una cittadina che ha il fondato timore di subire ulteriori persecuzioni in Patria, e che per di più porta sul corpo i segni tangibili di torture e vessazioni, è un palese abuso, che contrasta con la Convenzione di Ginevra, con la nostra Costituzione e con i protocolli internazionali in materia di diritti fondamentali. Tina Richard è una ragazza che ha sofferto terribili abusi ed è dovere di uno Stato che si definisce civile proteggerla e assicurarle un'esistenza dignitosa. L'Italia ha già commesso l'errore di deportarla nel 1999, errore che a Tina è costato stupri, torture e privazioni. In Nigeria, questo genere di abusi nei confronti delle donne - così come i matrimoni forzati - è purtroppo all'ordine del giorno, e per altro il Codice Penale permette ai mariti l'utilizzo di mezzi di correzione fisici e altri maltrattamenti per "'redimere" le proprie mogli. Ricordiamo inoltre che in tutta la Nigeria sono praticate le mutilazioni genitali femminili, e che le autorità religiose - gli Imam - hanno creato una parità della donna de jure che non corrisponde assolutamente alla parità de facto: lo dimostra un recente studio pubblicato dall'African Studies Quarterly, cui hanno partecipato diverse ONG africane, che attesta chiaramente come in Nigeria sia in atto una pesante discriminazione e prevaricazione nei confronti della donna. Tale circostanza è confermata, nonostante le recenti negazioni delle autorità nigeriane e delle sue rappresentanze in Italia, dal caso di Kate Omoregbe, che ha ricevuto giorni fa l'asilo come rifugiata nel nostro Paese dopo la mobilitazione delle più alte cariche dello Stato»;


Tina Richard presenterà ricorso contro la decisione della commissione asilo al tribunale di Napoli; nel frattempo il Gruppo EveryOne ha chiesto la mobilitazione della società civile contro il rimpatrio della ragazza appellandosi anche ad Antonio Guterres, Alto commissario ONU per rifugiati;


non si comprende come possa essere stata assunta una decisione tanto grave quale quella del diniego dell'asilo politico ad avviso degli interroganti in aperta violazione della normativa nazionale e dei trattati internazionali in materia di diritto di asilo -:


se quanto sopra esposto, corrisponda a verità e sulla base di quali ragioni sia stata assunta la decisione di diniego dell'asilo politico citata in premessa;


se non si ritenga di non procedere alla espulsione di Tina Richard rilasciando alla donna un permesso di soggiorno per protezione sociale;


in ogni caso, quali garanzie diplomatiche si intendano acquisire dalle autorità nigeriane circa il rispetto della incolumità della donna nel caso la stessa fosse costretta a far rientro nel proprio Paese di origine. (5-07635)