Testo INTERPELLANZA
Atto a cui si riferisce:
C.2/01634 [Sulle quote latte]
Atto Camera
Interpellanza 2-01634 presentata da TERESIO DELFINO
lunedì 6 agosto 2012, seduta n.677
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, per sapere - premesso che:
la questione delle quote latte ha assunto un rilievo significativo per il bilancio stesso dello Stato, con un importo posto a carico dell'erario, e quindi dei contribuenti, pari ad oltre 1,5 miliardi di euro;
questo importo si è accumulato nel corso degli anni, dal 1996 al 2009, senza che, con tutta evidenza, ne sia stato efficacemente perseguito il recupero;
con riferimento alle tredici campagne lattiero-casearie dal 1995/1996 al 2007/2008, l'onere che il Paese ha sopportato, in conseguenza degli esuberi produttivi riscontrati nelle campagne medesime, è stato pari a 2.492 milioni di euro versati alla Commissione che, come precisa la Corte, «rappresentano una perdita netta e irrecuperabile per l'economia italiana», perdita che avrebbe dovuto gravare sui produttori eccedentari, ma invece «è stata finora finanziata in gran parte con i fondi pubblici»;
in ordine alle medesime campagne, il predetto importo, imputabile ai produttori in questione per 2.226 milioni di euro, è stato riscosso per 301 milioni di euro, restando ancora da riscuotere 1.925 milioni di euro; tale importo decresce a 1.871 milioni di euro nel 2009, ultimo anno finora relazionato dalla Corte dei Conti;
nel corso delle campagne 2010/2011, a seguito di ulteriori adesioni alle rateizzazioni, l'importo ancora dovuto dai produttori eccedentari risulterebbe superiore a 1,5 miliardi di euro;
stando ai dati riportati nella relazione della Corte dei Conti, la perdita netta complessiva del contribuente italiano ammonta a oltre 4 miliardi di euro;
alle aziende debitrici sono state offerte ben 3 occasioni di rateizzazione, dapprima con la legge n. 119 del 2003, successivamente con la legge n. 33 del 2009 e, da ultimo, con il decreto-legge n. 16 del 2012, convertito della legge n. 44 del 2012, con modalità idonee a far accedere il debitore che versi in situazioni di obiettiva difficoltà economica;
la parte più significativa del debito accumulato risulta dovuta da non più di un migliaio di soggetti;
nonostante si tratti di un credito accertato e posto a carico dell'erario, l'ente attualmente incaricato della riscossione è l'Agea, Agenzia per le erogazioni in agricoltura;
al momento non risulta attiva alcuna procedura di recupero forzoso, fatta eccezione per la compensazione con gli aiuti comunitari, visto che con le recenti sentenze il TAR Lazio non ha giudicato legittimo il ricorso da parte dell'Agea alla procedura di iscrizione a ruolo mediante Equitalia per le somme divenute esigibili dopo la mancata adesione alla rateizzazione di cui al decreto-legge n. 5 del 2009;
ciò avviene nonostante la costante attenzione da parte degli organismi comunitari sull'effettiva riscossione in capo ai produttori del prelievo latte, al fine di evitare il suo tramutarsi in un aiuto di Stato non autorizzato;
di conseguenza l'unico strumento a disposizione dell'Agea, oltre alla compensazione con gli aiuti, resta la procedura di cui al regio decreto 639 del 1910, strumento certamente di minore efficacia del ruolo e senza che l'agenzia sia dotata delle necessarie strutture per la riscossione, e in contrasto, oltretutto, con il noto principio comunitario, sancito fin dal trattato istitutivo, in base al quale ciascuno Stato membro deve porre in essere, ai fini della tutela finanziaria dell'Unione, le stesse misure adottate a tutela dei propri interessi finanziari;
ad oggi non è stata data attuazione all'articolo 8-septies, comma 2, del decreto-legge n. 5 del 2009, norma di perequazione verso i produttori che si sono messi in regola rispetto a coloro che hanno beneficiato di quote integrative a titolo gratuito, a causa della mancata attivazione e dotazione, prevista «in misura non inferiore a 45 milioni di euro per l'anno 2009», del relativo fondo;
la mancata effettiva riscossione del prelievo non rateizzato costituisce una ulteriore sperequazione nei confronti di coloro che rispettano le regole, a vantaggio di chi sostanzialmente non ne riconosce la valenza;
ad oggi non è stata data attuazione all'articolo 39, comma 13, del decreto-legge n. 98 del 2011, convertito dalla legge n. 111 del 2011, recante disposizioni attuative in materia di riscossioni;
la Commissione agricoltura della Camera il 18 luglio 2012 ha approvato, con parere favorevole del Governo, all'esito del dibattito sulle risoluzioni Delfino 7-00860, Zucchi 7-00912, Beccalossi 7-00920, Biava 7-00934, la risoluzione conclusiva n. 8-00194 che impegna l'Esecutivo «a riscuotere le somme ancora dovute con la massima efficacia mediante Equitalia spa, in qualità di incaricata dell'esercizio dell'attività di riscossione nazionale dei tributi e contributi» -:
se e come siano state contabilizzate nel bilancio dello Stato le somme versate alla Unione europea per le campagne dalla 1995/1996 alla 2001/2002, di cui alla decisione del Consiglio del 16 luglio 2003, pari a circa 1.400 milioni di euro;
se e come siano state contabilizzate nel bilancio dello Stato le somme trattenute annualmente dalla Unione europea per le campagne dalla 2003/2004 alla 2008/2009, pari a circa 1.150 milioni di euro, ovvero se siano rimaste non contabilizzate ad alimentare lo scoperto del fondo di rotazione per il pagamento degli aiuti comunitari;
quale sia, concretamente, l'impatto sulla finanza pubblica derivante dalla mancata riscossione dei prelievi supplementari dovuti dai produttori eccedentari, essendo del tutto insostenibile mantenere a carico dello Stato, e quindi della collettività, gli oneri derivanti dal comportamento contra legem di alcuni ben individuati operatori del settore lattiero-caseario;
conseguentemente, vista la gravità e l'urgenza della questione, quali iniziative tempestive ed efficaci il Governo intenda assumere per attuare l'impegno assunto con la risoluzione approvata il 18 luglio 2012.
(2-01634)
«Delfino, Naro, Libè».