Testo della risposta
Atto a cui si riferisce:
C.4/14188 [Verificare i criteri con cui vengono scelti i progetti da finanziare in campo agroalimentare ]
Atto Camera
Risposta scritta pubblicata lunedì 25 giugno 2012
nell'allegato B della seduta n. 655
All'Interrogazione 4-14188 presentata da
ANTONIO DE POLI
Risposta. - L'Italian sounding rappresenta la forma più diffusa di concorrenza sleale e falso Made in Italy nel settore agroalimentare.
Sempre più spesso vengono utilizzati denominazioni geografiche, immagini e marchi che si richiamano all'Italia per reclamizzare e commercializzare prodotti che nulla hanno a che fare con la nostra realtà nazionale. Le aziende estere che utilizzano impropriamente tali segni distintivi adottano tecniche di mercato che inducono il consumatore ad attribuire ai prodotti commercializzati caratteristiche di qualità di cui in realtà sono privi, se confrontati con i veri prodotti. Tali comportamenti forniscono, pertanto, alle imprese estere un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza, associando indebitamente ai propri prodotti valori riconosciuti ed apprezzati dai consumatori stranieri e deprimendo le capacità di export delle imprese italiane.
I problemi economici e di immagine alla produzione e all'esportazione italiana di prodotti agroalimentari sono enormi. A livello mondiale si stima che il giro d'affari dell'Italian sounding sia di un valore di circa 60 miliardi di euro l'anno, superiore di 2,6 volte a quello delle esportazioni italiane di prodotti agroalimentari, pari a circa 23,3 miliardi di euro stimati nel 2009. Negli Stati Uniti e nel Canada la commercializzazione di prodotti falsi ha generato nel 2009 un fatturato di 24 miliardi di euro circa, nella proporzione di 1 prodotto falso su 9.
La Direzione generale di questo Ministero competente in materia di contraffazione, pur non trovandosi di fronte a un fenomeno di contraffazione in senso proprio, alla luce di queste evidenze e a tutela dell'export italiano dalla concorrenza sleale, si è impegnata per la costituzione di un'apposita Task Force, con la partecipazione sia dalla principale associazione di categoria di riferimento - Federalimentare -, sia delle altre Amministrazioni centrali competenti - Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Ministero degli affari esteri - sia degli enti ad esse collegati - Unioncamere, Assocamerestero e Ice. Dal luglio 2010, data di costituzione della suddetta Task Force, sono state avviate una serie di iniziative ed eventi, sia in Italia sia all'estero, al fine di valorizzare la qualità peculiare della produzione alimentare nazionale, guidare i consumatori nei mercati rilevanti per il settore, nonché promuovere i prodotti autentici italiani presso gli operatori specializzati locali, al fine di attivare un volano in grado di innestare la successiva diffusione del vero «Made in Italy».
Per l'anno 2011 è stato approvato un progetto ad hoc mirato al mercato canadese, a cui ha fatto seguito la stipula di una specifica convenzione tra il Ministero dello sviluppo economico, l'Ice e Federalimentare, con la finalità di promuovere e valorizzare i prodotti della filiera agroalimentare effettivamente di origine italiana. La scelta del Canada è stata dettata dal recente aumento dell'export dell'industria alimentare nazionale su tale mercato. Da ricordare, tra le varie attività, la partecipazione dell'Italia, quale Paese d'onore alla manifestazione Sial Canada - the north american market place; la realizzazione di seminari tematici, concordata con Federalimentare in base all'interesse manifestato dalle associazioni di settore, su: «Il modello alimentare italiano: i formaggi», «Il modello alimentare italiano: i salumi», «Il modello alimentare italiano: le conserve vegetali».
Per quanto concerne i finanziamenti rivolti alle imprese del settore, in particolare per quelle che intraprendono iniziative all'estero, le stesse possono avvalersi del sostegno offerto dalla temporanea partecipazione della Simest SpA, nonché di fondi pubblici da essa gestiti, al capitale di imprese estere costituite da imprenditori italiani per lo sviluppo di progetti di investimento che possono comprendere anche la produzione in loco.
La Simest SpA, costituita nel 1991, ai sensi della legge n. 100 del 24 aprile 1990, è infatti una società «finanziaria di sviluppo» pubblico-privata, partecipata al 24 per cento dalle principali banche italiane e al 76 per cento dalla Confindustria e dal Ministero dello sviluppo economico. Il suo scopo primario è di affiancare, attraverso l'utilizzo di strumenti tecnici e finanziari, le attività e gli investimenti internazionali delle imprese italiane, rafforzandone le capacità sui mercati internazionali. Ai sensi del decreto legislativo n. 143 del 1998, la società gestisce gli interventi di sostegno finanziario all'internazionalizzazione del sistema produttivo nazionale.
Nell'ambito delle iniziative sostenute attraverso la Simest, si evidenzia che non è prevista alcuna delocalizzazione, tra l'altro non consentita ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 80 del 2005, mentre si producono effetti positivi sulla competitività delle aziende italiane e sull'occupazione in Italia. Infatti, in merito al piano di investimenti di detta società, la stessa acquisisce partecipazioni societarie in imprese italiane, al fine di migliorarne l'efficienza nei processi di internazionalizzazione che presentino programmi di sviluppo produttivo e/o di ricerca e di innovazione e che garantiscano il mantenimento delle capacità produttive interne.
Per una maggiore tutela del settore agroalimentare, nel mese di marzo 2012, è stata emanata una dettagliata direttiva alla Simest Spa. Tale direttiva è incentrata ad evitare che le aziende destinatarie di tali azioni di sostegno possano attuare sui mercati esteri pratiche sleali o ingannevoli, comunque riconducibili all'italian sounding, e ad assicurare una corretta e trasparente informazione al consumatore circa l'origine delle produzioni estere. Al fine, quindi, di tutelare la trasparenza dei mercati, tale direttiva prevede che la Simest, mediante opportuni interventi ordinamentali o organizzativi, revochi gli atti relativi a partecipazioni deliberate a favore delle imprese operanti nel settore agroalimentare nel caso in cui le società attivino pratiche commerciali tali da indurre in errore i consumatori sull'origine o sulla provenienza dei prodotti, ai sensi del decreto legislativo n. 206 del 2005. Allo stesso orientamento dovranno conformarsi gli organi di gestione dei fondi pubblici di intervento, la cui gestione è affidata alla stessa Società in relazione alla problematica sopradescritta.
A tutto ciò si aggiunge il costante impegno del Ministero ad intensificare le politiche di internazionalizzazione e di tutela del Made in Italy, nonché a promuovere iniziative condivise anche con altre amministrazioni per rafforzare l'export del settore agroalimentare.
Il Ministro dello sviluppo economico: Corrado Passera.