• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

link alla fonte

Atto a cui si riferisce:
C.5/06861 [Libertà religiosa nel campo di Shousha, al confine tra Libia e Tunisia]



Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-06861 presentata da RENATO FARINA
mercoledì 16 maggio 2012, seduta n.633
RENATO FARINA, PIANETTA, MALGIERI, PALMIERI, CENTEMERO, PAGANO, VELLA, DI CENTA, TOCCAFONDI, LUPI e VIGNALI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:

la risoluzione Mazzocchi e altri del 12 gennaio 2011 impegna il Governo a tutelare «la libertà religiosa, madre di tutte le libertà»;

il Ministro degli affari esteri Terzi di Sant'Agata, in continuità con il Ministro Frattini, ha sostenuto che «la difesa della libertà di religione, il dialogo interreligioso e la tutela delle minoranze religiose sono per l'Italia una priorità, un principio guida della nostra politica estera a tutti i livelli» (Giacarta, 23 aprile 2012);

il 16 e 17 maggio il Ministro degli affari esteri accompagnerà il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in Tunisia, e nell'occasione firmerà un accordo di partenariato rafforzato con il suo omologo;

l'agenzia Abeshia diretta da padre Mussie Zerai denuncia in data 14 maggio in una nota trasmessa all'interrogante che:

«Shousha-Tunisia: nel campo profughi di Shousha al confine tra Libia e Tunisia dove da un anno hanno trovato rifugio migliaia di profughi eritrei, etiopi, sudanesi e somali, da tempo si stanno manifestando segni di intolleranza religiosa. Qualche tempo fa avevamo denunciato l'atto vandalico che ha distrutto la tenda dove pregavano i cristiani, ora ci vengono segnalati episodi di aggressioni verbali e fisiche a danno dei cristiani fuori dai campi profughi. Anche all'interno si verificano limitazioni della libertà religiosa, fino ad impedire ai missionari di accedere al campo profughi. Inoltre ai profughi che portavano sul collo il segno cristiano della Croce è stato intimato dai militari di toglierlo. Tutti questi episodi stanno accadendo in un campo profughi sotto la responsabilità dell'UNHCR»;

nella citata nota, padre Mussie Zerai a nome dei cristiani eritrei profughi invita «l'Alto Commissario per i rifugiati (perché) intervenga per garantire la libertà religiosa dei rifugiati, vengano ripristinati il servizio religioso in favore dei rifugiati che sono nel campo di Shousha». Lo stesso appello è rivolto «anche alle autorità tunisine affinché si impegnino per garantire la sicurezza del campo e la libertà religiosa dei rifugiati» -:

se questi fatti corrispondano al vero;

se e come intenda far valere presso le autorità tunisine e presso l'Alto commissario per i rifugiati l'invito a rendere effettiva nel campo di Shousha la libertà religiosa e la tolleranza. (5-06861)