• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

link alla fonte

Atto a cui si riferisce:
S.6/00126 [Politiche di risanamento e riduzione della spesa]



Atto Senato

Risoluzione in Assemblea 6-00126 presentata da MASSIMO GARAVAGLIA
giovedì 26 aprile 2012, seduta n.16

Il Senato, in occasione dell'esame del Documento di economia e finanza 2012;
premesso che:
- nella prima sezione, contenente il Programma di stabilità , che espone il quadro delle previsioni economiche e gli obiettivi di finanza pubblica sia per l'anno in corso, sia per il triennio successivo, sono evidenziati i risultati conseguiti con l'adozione delle manovre estive del secondo trimestre del 2011 (i decreti-legge nn. 98 e 138), necessarie a correggere il percorso di risanamento stabile e permanente impostato ad inizio legislatura;
- di fatto, quattro anni fa, con la presentazione del DPEF 2009-2011, il quadro di finanza pubblica prevedeva il pareggio di bilancio nel 2011, grazie alle misure contenute nel decreto-legge n. 112 del 2008 (riduzione dell'indebitamento netto pari a circa 30 miliardi nel 2011);
- il processo di riequilibrio dei saldi e di riduzione della spesa pubblica è stato vanificato dal diverso scenario internazionale di gravissima crisi, caratterizzata in Europa dall'aggravarsi dei debiti sovrani, che ha provocato l'acuirsi della sfiducia degli investitori internazionali, soprattutto nei confronti dei paesi europei particolarmente indebitati;
- a consuntivo, nel triennio 2009-2011, il PIL ha subito una riduzione in termini reali pari al 3,3 per cento, corrispondenti in termini nominali a circa 160 miliardi di euro. Conseguentemente, si è verificata anche la contrazione del gettito tributario, che ha registrato una crescita dello 0,6 per cento, a fronte di una previsione di quasi il 10 per cento nel triennio;
- da qui la necessità delle manovre estive del 2011, sollecitate dalla Commissione europea, che hanno consentito di anticipare il pareggio di bilancio al 2013 ed il mantenimento del medesimo per gli anni successivi, operando una correzione a regime dell'indebitamento netto pari a circa 60 miliardi dal 2014;
- a fine anno 2011, il peggioramento delle turbolenze dei mercati finanziari e il peggioramento delle prospettive di crescita economica, che in Europa hanno provocato divari eccessivi fra i rendimenti dei titoli pubblici dei Paesi UE, con aggravio in conto interessi per il nostro Paese, ha reso necessaria una terza correzione dei conti pubblici con la "manovra Monti", pari a ulteriori 21 miliardi a regime nel 2014;
- nel complesso, la correzione strutturale dell'indebitamento delle manovre approvate nel 2011 è pari a 48,9 miliardi nel 2012, e a 81,3 miliardi nel 2014, che corrisponde al 4,9 per cento del PIL;
- le misure adottate hanno riguardato sia tagli nei confronti delle amministrazioni locali e territoriali, sia riduzione e razionalizzazione delle risorse destinate al sistema sanitario, in particolare il Governo Monti è intervenuto sul settore pensionistico, rendendolo molto più rigoroso, laddove non se ne ravvedeva la necessità, essendo il sistema italiano in linea, se non migliore, con quelli dei principali partners europei;
- si rileva che la manovra Monti ha attinto le maggiori risorse per la correzione dei conti pubblici prevalentemente sul fronte delle entrate tributarie, aumentando la pressione fiscale, che , ad oggi, è la più alta in Europa, superando il 45 per cento, rispetto alla media del 40 per cento dell'area euro;
- di fatto la suddetta manovra ha anticipato l'applicazione dell'IMU al 2012, prevedendone l'applicazione anche agli immobili adibiti ad abitazione principale e destinando una quota del gettito, originariamente riservata ai comuni, all'erario;
- per quanto sopra le previsioni di finanza pubblica del DEF 2012 prevedono il pieno rispetto delle aspettative imposte dalla Commissione europea, infatti:
a) per il 2012 l'indebitamento scenderebbe al - 1,7 per cento, di gran lunga inferiore al 3 per cento;
b) per il 2013 si prevede il raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali;
c) dal 2014 è previsto il mantenimento del pareggio di bilancio , ormai obbligatorio in virtù delle nuove regole introdotte con il "fiscal compact";
d) l'avanzo primario è previsto in aumento al 3,6 per cento del PIL per il 2012 e al 5,7 per cento nel 2015;
e) i risultati sull'indebitamento e l'avanzo primario consentiranno il processo di riduzione del debito pubblico, come richiesto dal "fiscal compact", che si attesterà nel 2012 a 123,4 per cento del PIL per ridursi nel 2015 al 114,4 per cento ovvero al 110,8 per cento al netto del sostegno finanziario agli altri Paesi dell'area euro;
f) per quanto riguarda la dinamica di crescita del PIL, il DEF rivede al ribasso di 0,8 punti percentuali la crescita del PIL per il 2012, pari a - 1,2 per cento, rispetto a -0,4 indicato nella Relazione di dicembre 2011; per il 2013 è previsto in crescita dello 0,5 per cento, per poi accelerare nel 2014 (1,0 per cento) e nel 2015 (1,2 per cento);
g) per quanto concerne la spesa per interessi, a causa dell'oscillazione a rialzo dello spread tedesco, avvenuto nell'ultimo periodo del 2011, è previsto per il triennio la crescita della spesa per interessi dal 5,3 del 2012 al 5,8 per cento del 2015;
considerato che:
- le drastiche ed imponenti manovre adottate senza precedenti hanno onorato gli impegni assunti in sede europea, nonostante la difficile fase congiunturale, e hanno scongiurato la perdita di fiducia da parte degli investitori nei confronti della capacità del Paese di rispettare i propri impegni, evitando la perdita di credibilità;
- ma, oltre agli obiettivi severi di finanza pubblica, ampiamente rispettati, la Commissione europea ha raccomandato e sta raccomandando l'immediata adozione di provvedimenti e riforme strutturali per il rilancio dell'economia e per favorire la crescita nell'area euro;
- di fatto il PNR prevede una serie di interventi nel settore delle liberalizzazioni, efficientamento della Pubblica Amministrazione, prevede il riordino del sistema fiscale mediante la delega, la riforma del lavoro (presentata alle Camere), gli interventi per migliorare il funzionamento della giustizia penale e civile, l'attuazione dello "spending review", razionalizzazione e riprogrammazione degli incentivi alle imprese, la realizzazione di una nuova Strategia Energetica Nazionale, la riqualificazione delle Università mediante l'incremento della competitività degli Atenei e l'innalzamento della qualità della didattica e della ricerca, il progetto dell'Azienda digitale Italiana;
- di recente sono stati approvati i decreti legge in materia di liberalizzazioni, semplificazioni e semplificazioni tributarie;
- ma, la realizzazione delle suddette riforme presenta una asimmetria temporale con le impellenti necessità di sostenere da subito, nella attuale fase di recessione, gli operatori del sistema produttivo, in quanto sono troppo allarmanti i segnali di grave disagio sia delle imprese, sia dei contribuenti, che, a causa della elevata pressione fiscale hanno la propensione a ridurre i consumi per l'incertezza economica;
- sono troppe le aziende che falliscono o che decidono di chiudere, con aggravio del livello di disoccupazione;
- di fatto, già nel quarto trimestre del 2011 la contrazione della spesa delle famiglie e imprese e la stagnazione delle esportazioni hanno comportato la riduzione del PIL dello 0,7 per cento. L'ulteriore ricorso al prelievo fiscale di fine anno, operato per l'urgenza del riequilibrio dei conti, ha portato la componente fiscale degli interventi all'82 per cento nel 2012, al 70 per cento nel 2013 e oltre il 65 per cento nel 2014. La percezione dell'inasprimento della tassazione, sia statale che locale, avverrà proprio nell'anno in corso, provocando ulteriori effetti recessivi per la compressione del reddito di imprese e famiglie. Il divario fra potere d'acquisto di salari e stipendi ed i prezzi non è mai stato così elevato dagli anni 90. Proprio ieri sono stati diffusi i dati che evidenziano che i salari in Italia siano i più bassi d'Europa;
- lo stesso Documento contiene una stima degli effetti depressivi di misure concentrate soprattutto sull'aggravio del prelievo fiscale. Di fatto, l'impatto negativo delle manovre sul PIL nel triennio 2012-2014 é di 2,6 punti; si prevede che nel 2013 gli effetti recessivi possano azzerare circa 37 miliardi di correzione netta;
- alla luce di quanto esposto non convincono le previsioni del quadro di finanza pubblica, anche per le divergenti previsioni pessimistiche, rispetto a quelle del Governo, elaborate dal Fondo Monetario Internazionale, il quale prevede per l'Italia una caduta del PIL nel 2012 dell'1,9 per cento e una contrazione nel 2013 pari a -0,3 per cento proprio a causa della debolezza dei consumi e dell'aggravio della disoccupazione. Anche le previsioni sull'indebitamento netto sono meno favorevoli, in quanto per il 2012 è valutato nel 2,4 per cento del PIL e nel 2013 all'1,5. Secondo l'FMI l'Italia sconterà una recessione più forte e tassi di interesse più elevati;
- si consideri anche che le misure previste dal PNR per la crescita, ovvero i provvedimenti già adottati, esplicheranno i loro effetti nel corso di 9 anni, valutati in una maggiore crescita del PIL di 2,4 punti percentuali a tal proposito, si rileva che, in precedenza ,il premier Monti aveva valutato un impatto maggiore sul PIL delle riforme che intende operare, pari al 10 per cento, tasso ampiamente rivisto a ribasso;
- le previsioni del DEF, se fossero troppo ottimistiche, metterebbero a rischio anche il processo di rientro del debito pubblico, che necessita di una crescita del Pil non inferiore alle previsioni contenute nella programmazione 2012-2015 del presente DEF;
- le tensioni sul mercato a causa dei debiti sovrani dell'area euro non sono terminate e ciò rende il quadro macroeconomico ancora a rischio di ribasso;
- come evidenziato dalla Corte dei conti, nonostante gli efficienti strumenti di contenimento della spesa pubblica, adottati negli ultimi anni, permane tutt'oggi una incidenza ancora alta del bilancio pubblico sull'economia, aggravata dalla stagnazione del PIL e dall'aumento della spesa per interessi; per liberare risorse da destinare nell'immediato agli investimenti non si può ricorrere ulteriormente al prelievo fiscale, ma si deve agire superando gli ostacoli alla razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica , mediante l'applicazione dello "spending review";
- importante per una migliore gestione delle risorse pubbliche, continuare nel percorso di maggiore efficienza nei vari livelli di governo, quindi non fermare, anzi accelerare la realizzazione dell'impianto federalista, in particolare anticipare l'applicazione dei "costi standard", che possono ridurre gli sprechi ben noti nel sistema sanitario;
- invece, sembra che il Governo proceda in direzione opposta, come si evince dall'introduzione del Patto di stabilità orizzontale nazionale nel decreto fiscale, recentemente approvato, che, come rileva la Corte dei conti, neutralizza gli effetti della concertazione a livello regionale, nonostante la medesima nel 2011, abbia conseguito risultati di rilievo apprezzabili e contrasta con gli interventi tesi a valorizzare il ruolo del decentramento, a rafforzare la cooperazione tra enti diversi, ad attribuire alle autonomie un ruolo attivo nella politica di risanamento;
- la revisione del sistema fiscale, mediante delega, e la revisione del mercato del lavoro, sono fondamentali per il rilancio dell'economia, ma si teme che le riforme siano carenti ed il loro impatto insufficiente, come si evince dalla debolezza con cui la riforma del mercato del lavoro è approdata in Parlamento. Non si ritiene che il testo adottato offra una adeguata flessibilità all'entrata nel mondo del lavoro, necessaria proprio per superare il periodo di recessione e non per la volontà di aumentare il fenomeno del precariato, ma siano ancora troppo eccessive le rigidità della normativa proposta, rispetto alle stesse indicazioni della UE in materia;
- per quanto riguarda la riforma fiscale, il DEF prevede una struttura dell'imposizione finalizzata a favorire la competitività, la crescita e l'equità. Ci si attende in tempi rapidi l'adozione di coraggiosi provvedimenti finalizzati a sgravare lavoro ed impresa, incidendo maggiormente sui consumi e patrimoni; invece, ad oggi abbiamo assistito ad una tendenza contraria, in quanto è stata introdotta l'IMU sull'abitazione principale, sono aumentate notevolmente le accise sui carburanti con gravi riflessi sull'inflazione, il costo del lavoro non è stato ridotto, ma si sono ridotte le pensioni;
- la necessità di sostenere la crescita e la sopravvivenza delle imprese non può prescindere dal superamento del "credit crunch"; pertanto è importante l'impegno del Governo diretto a sollecitare il settore bancario, affinché riapra l'accesso al credito alle imprese, anche in virtù delle iniezioni di liquidità ricevute dalla BCE. Il rilancio della crescita non può prescindere dall'intervento del sistema bancario nell'economia nazionale a sostegno delle imprese;
impegna il Governo:
- a perseverare nelle politiche di risanamento, operando in futuro esclusivamente sulla riduzione massiccia della spesa pubblica, in particolare diminuire la spesa corrente delle Amministrazioni centrali a favore di quella in conto capitale, accelerando l'adozione dell'istituto dello "spending review" e superando le resistenze corporative, al fine di liberare risorse da destinare al settore produttivo privato;
- a liberare risorse da destinare agli enti locali e territoriali, affinché possano realizzare politiche di sviluppo a livello territoriale;
- a rafforzare tutti gli strumenti a disposizione per aumentare l'efficienza della Pubblica Amministrazione mediante controlli e una migliore gestione delle risorse umane secondo criteri di meritocrazia , la riduzione del personale in eccesso mediante lo strumento della mobilità,
- in occasione della revisione del sistema fiscale, e considerata l'importanza della medesima, evitare la decretazione d'urgenza per confrontarsi con tutte le forze politiche in Parlamento, affinché sia approvato un sistema condiviso, che sia equo per famiglie ed imprese, che comporti loro una concreta riduzione del carico fiscale, affinché si possa rilanciare il processo di crescita;
- a prevedere la destinazione delle risorse derivanti dal contrasto e recupero dell'elusione ed evasione esclusivamente alla riduzione della pressione fiscale, in primis alla esenzione dell'abitazione principale;
- a proseguire la realizzazione del federalismo fiscale, riforma che garantisce la trasparenza degli impieghi delle risorse pubbliche nei vari livelli di Governo;
- ad aggiornare con maggiori informazioni dettagliate, in occasione della Nota di aggiornamento al DEF, l'andamento degli oneri per interessi nel quadriennio 2012-2015, conseguente all'oscillazione dello spread tedesco, che nell'ultimo trimestre del 2011 ha raggiunto livelli elevatissimi;
- a monitorare il sistema bancario, affinché partecipi attivamente alla ripresa economica riaprendo le linee di credito destinate alle imprese ed alle famiglie;
- a rendere efficace e veloce il sistema delle dismissioni del patrimonio pubblico, affinché si possa ridurre più rapidamente il debito dello Stato, escludendo dal processo di dismissione le partecipazioni in settori rilevanti per l'economia del Paese;
- nell'ambito dell'impegno assunto con il fiscal compact, finalizzato alla riduzione del debito pubblico in ragione di un ventesimo dello scostamento rispetto al 60 per cento del PIL, a far valere, nella valutazione dell'alto debito, la situazione debitoria privata italiana, che vanta livelli molto ridotti rispetto ad importanti paesi dell'area euro;
- ad adottare politiche di contrasto all'evasione ed elusione fiscale, che consentano il recupero delle somme effettivamente dovute, nel rispetto della continuità dell'impresa, nei casi in cui il comportamento evasivo sia dettato non dalla "infedeltà fiscale", ma dalla necessità di garantire la sopravvivenza dell'azienda, a causa della mancanza di liquidità.
(6-00126)
GARAVAGLIA Massimo, VACCARI, ADERENTI, BOLDI, BRICOLO, CAGNIN, CALDEROLI, CASTELLI, DAVICO, DIVINA, FRANCO Paolo, LEONI, MARAVENTANO, MAZZATORTA, MONTANI, MONTI Cesarino, MURA, PITTONI, RIZZI, STIFFONI, TORRI, VALLARDI, VALLI.