Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
Atto a cui si riferisce:
S.3/02794 [Tutelare il settore meccanico-automobilistico]
Atto Senato
Interrogazione a risposta orale 3-02794 presentata da PATRIZIA BUGNANO
mercoledì 11 aprile 2012, seduta n.707
BUGNANO, BELISARIO - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dello sviluppo economico - Premesso che:
la società di emanazione regionale Sviluppo investimenti territorio Srl, controllata da Finpiemonte partecipazioni SpA, Unione industriale di Torino e Confindustria Piemonte, nasce nel 2008 per opera del processo di riorganizzazione societaria del gruppo Finpiemonte partecipazioni e conseguentemente alla fusione per integrazione delle società SO.P.R.IN S.p.A. e S.IN.AT.EC. SpA;
la Sviluppo investimenti territorio Srl è stata creata per operare nell'ambito della programmazione regionale al fine di attuare interventi volti a sostenere lo sviluppo del territorio, con particolare attenzione alla promozione della bio-edilizia, dell'architettura sostenibile e della produzione di tecnologie ambientali efficienti;
è opportuno segnalare che nel 2010 un dossier della Confindustria Piemonte, consegnato alla Presidenza della Giunta regionale, analizzava 5 anni di contabilità di 26 società oggi controllate da Finpiemonte partecipazioni. Da tale rapporto è emerso che ben 11 società, dal 2004 al 2009, hanno accumulato deficit su deficit (alcune con brevi intervalli di pareggio o di utile). Confindustria richiedeva maggiore attenzione sui controlli dei bilanci, con particolare riferimento a 7 società, e tra queste, figurava proprio Sviluppo investimenti territorio, che sul bilancio 2009 segnava un risultato negativo di 546.000 euro;
tra i progetti seguiti dalla società figura quello relativo al rilancio del complesso industriale Pininfarina. L'intervento, in accordo con la Regione Piemonte e Finpiemonte partecipazioni, ha visto l'acquisizione del compendio produttivo Pininfarina di Grugliasco (Torino) e la successiva locazione alla De Tomaso automobili SpA per la produzione di autovetture ad alto contenuto di innovazione tecnologica. La società De Tomaso automobili nasce a seguito dell'acquisizione del marchio De Tomaso da parte della società IAI Innovation in auto Industry SpA -, la cui assemblea ha deliberato il 12 novembre 2009 il cambio di denominazione in De Tomaso Automobili, affidando la presidenza a Gian Mario Rossignolo;
risulta all'interrogante che il 20 novembre 2009 è stato siglato un accordo tra Pininfarina, Iai SpA di Livorno e FIM, FIO e UILM avente ad oggetto l'acquisizione, per 2 milioni di euro, fra l'altro, di tutte le attrezzature, i macchinari e gli accessori dello stabilimento ex Pininfarina di Grugliasco, il subentro nel contratto in essere con i 900 dipendenti (di cui 875 operai), e il contratto di locazione per lo stabilimento di Grugliasco. Lo stabilimento, ad eccezione della galleria del vento, sarebbe stato acquistato dalla società Sviluppo investimenti territorio, partecipata dalla Regione Piemonte, per 15 milioni di euro e ceduto in affitto alla De Tomaso automobili SpA;
risulta altresì dall'accordo del 3 dicembre 2009, siglato tra la De Tomaso automobili SpA (ex Iai SpA) e FIM, FIOM e UILM, che la società De Tomaso intende: avviare un progetto di produzione di luxury cars; effettuare investimenti per la ristrutturazione dell'immobile entro i primi sei mesi del 2010, per le linee di produzione nel secondo semestre 2010, per l'industrializzazione del prodotto nel 2010-2011. La società si impegna, inoltre, a realizzare corsi di formazione. Nel periodo compreso tra febbraio ed ottobre 2010 i corsi avrebbero dovuto interessare 200 addetti selleria; a partire da gennaio 2011 sarebbero stati coinvolti 200 lavoratori addetti alla produzione di limousine; a partire da gennaio 2012 la formazione sarebbe stata rivolta a 250 lavoratori addetti alla lavorazione del modello coupé;
il 10 dicembre 2009 è stato raggiunto presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali un accordo tra la De Tomaso automobili SpA, le organizzazioni sindacali nazionali e le Province di Livorno e di Torino. Da tale accordo emerge che la società ha attivato nel novembre 2009 la procedura di cassa integrazione guadagni straordinaria per ristrutturazione aziendale della durata di 24 mesi, finalizzata ad avviare la nuova attività di produzione di automobili di alta gamma. La concessione della cassa integrati risulta essere subordinata al perfezionamento di alcuni atti, tra cui la vendita dello stabilimento Pininfarina di Grugliasco a Finpiemonte partecipazioni SpA, la stipula di accordi regionali per il finanziamento dell'insediamento e della ricerca in relazione al piano industriale, una dichiarazione delle banche creditrici di Pininfarina di non agire nei confronti di De Tomaso SpA per i debiti del ramo d'azienda trasferito;
secondo quanto denunciato più volte dai lavoratori, e di cui si è già detto nell'atto di sindacato ispettivo 4-06493, la De Tomaso non ha mai anticipato la cassa integrazione guadagni, non rispettando dunque gli accordi sottoscritti. Una parziale soluzione di tale problema sarebbe stata raggiunta nel corso del 2011 per intervento del Prefetto di Torino attraverso un'intesa con l'INPS, ma la De Tomaso automobili, alla data di dicembre 2011, non aveva ancora provveduto al versamento all'INPS delle quote del trattamento di fine rapporto dei dipendenti stessi;
l'azienda, inoltre, ha annunciato a più riprese l'entrata nella compagine societaria di un nuovo socio straniero che avrebbe dovuto apportare nuovi capitali. Tuttavia, tale operazione, allo stato attuale, non si è ancora concretizzata;
si apprende dall'incontro svoltosi presso il Ministero del lavoro il 29 marzo 2012 che, poiché alla data del 23 dicembre 2011 non si era ancora realizzato il finanziamento da parte di un investitore straniero per sostenere l'attuazione del programma di ristrutturazione, l'azienda, al fine di assicurare la continuità produttiva, avrebbe predisposto un piano di rilancio. Tale piano di interventi, però, ha una portata di effetti ridotta rispetto al programma di ristrutturazione inizialmente previsto e comporterà inevitabilmente degli esuberi di personale. La richiesta dell'azienda è stata dunque quella di un ulteriore periodo di cassa integrazione, ma non per ristrutturazione, bensì per crisi aziendale;
considerato che:
risulta da organi di stampa che il Ministero dello sviluppo economico abbia presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma sulla situazione finanziaria della De Tomaso SpA. Il reato ipotizzato sarebbe la distrazione di fondi pubblici ottenuti per la formazione professionale e l'innovazione e mai spesi o spesi solo in parte. L'esposto però potrebbe anche essere legato ad irregolarità nelle garanzie bancarie fornite negli ultimi mesi dall'azienda De Tomaso;
sembrerebbe che la De Tomaso automobili SpA, infatti, abbia incamerato, solo dalla Regione Piemonte nel corso di questi anni, un finanziamento di circa 9,5 milioni di euro tra contributi per l'innovazione e per la formazione senza che il piano industriale prendesse mai realmente avvio. Nel computo delle somme incassate, oltre naturalmente al Trattamento di fine rapporto maturati dagli operai all'atto dell'assunzione, vanno inseriti anche i cospicui contributi ricevuti dall'altro partner territoriale, la Regione Toscana, che da parte sua, fra anticipi di Cassa integrazione guadagni in deroga e contributi per la formazione, potrebbe avere movimentato a fondo perduto una somma vicina ai 5 milioni di euro;
di importo certo risultano gli aiuti ricevuti per la formazione professionale. Sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea del 20 maggio 2011 è stata pubblicata la decisione con cui la Commissione europea ha autorizzato, in base alle norme UE in materia di aiuti di Stato, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ad erogare gli aiuti per la formazione professionale a Grugliasco in Piemonte e a Guasticce in Toscana in favore della De Tomaso automobili SpA di importo pari a 19,20 milioni di euro per il periodo aprile 2011-dicembre 2013. Con tali sovvenzioni la De Tomaso SpA prevedeva di lanciare la produzione di due nuovi modelli di auto sportive di lusso e di un nuovo modello di auto di lusso presso i suoi due siti di produzione. Gli aiuti proposti avrebbero dovuto consentire all'impresa di offrire una formazione approfondita a tutto il proprio personale e non solo agli addetti tenuti a seguire una formazione per essere in grado di produrre i nuovi modelli;
a giudizio dell'interrogante allo stato attuale non si può che rilevare che tutta l'operazione condotta dalla società De Tomaso e dal suo presidente Rossignolo sia stata un completo fallimento, i cui effetti più nefasti si sono fatti sentire sui lavoratori. È evidente che parte delle responsabilità di tale operazione sono attribuibili anche all'amministrazione regionale, in quanto la Sviluppo investimenti territorio Srl che ha curato il rilancio del complesso aziendale Pininfarina è una società controllata da Finpiemonte partecipazioni, nonché alle organizzazioni sindacali che non sono state in grado di percepire sin dall'inizio l'inconsistenza del piano industriale della De Tomaso automobili SpA;
la concessione della cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale e non per ristrutturazione certifica definitivamente il fallimento totale dell'operazione,
si chiede di sapere:
quali misure i Ministri in indirizzo, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze, intendano porre in essere per individuare le necessarie soluzioni alla grave situazione , e se, a tal fine, non ritengano opportuno convocare un nuovo tavolo con le amministrazioni locali coinvolte, le Regioni interessate, le organizzazioni sindacali e l'azienda;
quali azioni concrete intendano porre in essere al fine di assicurare la salvaguardia di un settore produttivo strategico per il Paese e per la Regione Piemonte quale quello meccanico-automobilistico, garantendo, nell'ambito delle proprie competenze, che le scelte della società De Tomaso vadano nella direzione dello sviluppo e del rilancio produttivo degli stabilimenti;
se non intendano intervenire con urgenza al fine di evitare che le tante risorse economiche pubbliche già spese non raggiungano l'obiettivo per il quale sono state investite, aggravando in questo modo l'intera economia industriale del Paese;
sulla base di quali elementi il piano industriale presentato dalla società sia stato ritenuto congruo rispetto agli obiettivi di mantenimento dell'attività produttiva e di tutela dei livelli occupazionali;
se corrisponda a verità la notizia della presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica di Roma ad opera del Ministero dello sviluppo economico inerente la situazione finanziaria della De Tomaso automobili SpA;
se non ritengano necessario verificare la correttezza dei comportamenti posti in essere dal management della De Tomaso automobili SpA.
(3-02794)