Testo interrogazione a risposta scritta
Atto a cui si riferisce:
C.4/15677 [Insegnamento della letteratura italiana]
GRIMALDI, FALLICA, IAPICCA, MICCICHÈ, MISITI, PITTELLI, PUGLIESE, SOGLIA, STAGNO D'ALCONTRES e TERRANOVA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
nelle linee guida destinate ai docenti e volte a definire i fondamentali degli insegnamenti che il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca ritiene strategici per gli studenti delle scuole superiori è stata attuata una grave e silenziosa riforma che ha eliminato dai programmi scolastici diversi fra i più importanti poeti e scrittori meridionali del Novecento;
Quasimodo, Gatto, Scotellaro, Sciascia, Sinisgalli, Vittorini, Ginzburg e Silone sono solo alcune delle illustri vittime della riforma, dimenticate dalla commissione di esperti nominata dal precedente Governo;
nel documento delle indicazioni nazionali (decreto ministeriale n. 211 del 2010, che accompagna il decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 15
marzo 2010, recante la «Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei Licei») redatto dalla commissione nel 2010 si legge: «il percorso della poesia, che esordirà con le esperienze decisive di Ungaretti, Saba e Montale, contemplerà un'adeguata conoscenza di testi scelti tra quelli di autori della lirica coeva e successiva (per esempio Rebora, Campana, Luzi, Sereni, Caproni, Zanzotto, ...). Il percorso della narrativa, dalla stagione neorealistica ad oggi, comprenderà letture da autori significativi come Gadda, Fenoglio, Calvino, Primo Levi e potrà essere integrato da altri autori (per esempio Pavese, Pasolini, Morante, Meneghello...)», tralasciando molti fra i più importanti protagonisti della letteratura e poetica meridionali e parte integrante della cultura italiana;
in tal modo viene proposta agli studenti una visione nordista e incompleta, orfana dei grandi intellettuali meridionali; come affermato dallo scrittore Pino Aprile «C'è stato un netto rifiuto della cultura del Sud. Gli autori meridionali saranno confinati a realtà regionali, mentre la letteratura vera, quella che conta, sarà quella dell'Italia del Nord, vincente ed europea», l'autore fa notare che, a parte Verga e Pirandello, su 17 poeti e scrittori consigliati non c'è un solo nome a sud di Roma;
tuttavia, non è stata tralasciata solo la letteratura del Sud ma anche la letteratura dialettale, come non citare Mussa, Di Giacomo, Giotti, Marin e Tessa, e fra i fondamenti «non eludibili» del XX secolo indicati dalla commissione è presente una sola donna, ignorando gravemente l'importante segno lasciato dalla presenza femminile nella letteratura novecentesca;
si è detto che non si tratta di indicazioni prescrittive, ma questo non deve tranquillizzarci, tali decisioni avranno gravi ripercussioni sia sul piano culturale che a livello editoriale, infatti come denunciato da Paolo Saggese, professore e fondatore con Peppino Iuliano dell'associazione Irpina, «Tra le nostre preoccupazioni c'è anche quella che le case editrici, nei libri di testo, si atterranno principalmente alle indicazioni del ministero, magari classificando tutti gli esclusi come "minori". In tal modo si creerebbe un canone falsato del Novecento, ancora in via di storicizzazione»;
è necessario recuperare il sentimento nazionale dell'unità d'Italia ponendo rimedio al netto rifiuto dimostrato nei confronti della cultura del Sud -:
se intenda intervenire per far rivedere le scelte operate in precedenza e restituire così dignità all'insegnamento della letteratura italiana e integrare le indicazioni didattiche suggerite con i nomi degli importanti intellettuali delle regioni del Sud e del Centro Italia.
(4-15677)