• Testo interrogazione a risposta scritta

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Atto a cui si riferisce:
C.4/15591 [Il caso del dottor Olindo Canali]



PALOMBA e DI PIETRO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 14 marzo 2012 il dottor Olindo Canali, magistrato attualmente in servizio presso la quinta sezione penale del tribunale di Milano, è stato condannato dal giudice per l'udienza preliminare presso il tribunale di Reggio Calabria, alla pena di due anni di reclusione per il delitto di falsa testimonianza;
come si legge nella richiesta di rinvio a giudizio il dottor Canali avrebbe commesso la falsa testimonianza nell'aprile 2009 innanzi alla Corte di assise di appello di Messina, nel maxiprocesso alle cosche mafiose della fascia tirrenica della provincia di Messina, denominato mare nostrum;
in particolare, il dottor Canali avrebbe, affermando il falso, negato di aver redatto, oltre a un memoriale prodotto in quel processo alla Corte di assise di appello di Messina dai difensori del boss Giuseppe Gullotti, all'inizio del 2006 un altro memoriale sulla sua esperienza di sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, iniziata nel maggio 1992, e in particolare sui suoi rapporti con il giornalista Beppe Alfano, ucciso dalla mafia barcellonese capeggiata dal boss Gullotti l'8 gennaio 1993, e sulle indagini dalle stesso dottor Canali svolte sull'omicidio Alfano;
ancora, il dottor Canali avrebbe, affermando il falso, negato di aver ricevuto dal giornalista Alfano personali confidenze riguardanti il duplice omicidio Iannello-Benvenga, commesso il 17 dicembre 1992, e il ruolo del boss Gullotti, che proprio per quel duplice omicidio nel primo grado del processo denominato Mare Nostrum era stato condannato alla pena dell'ergastolo;
nella stessa udienza del 14 marzo 2012 lo stesso giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Reggio Calabria ha condannato alla pena di due anni di reclusione il boss Giuseppe Gullotti per il delitto di minaccia a corpo giudiziario con l'aggravante del metodo mafioso, da lui commesso minacciando l'11 marzo 2009 con dichiarazioni spontanee la corte di assise di appello di Messina che aveva inizialmente rigettato la richiesta, avanzata dai suoi difensori, di esaminare quale testimone il dottor Olindo Canali;
il dottor Canali aveva svolto le funzioni di pubblico ministero durante il dibattimento di primo grado del processo mare nostrum, fino a quando, su richiesta dell'allora procuratore della Repubblica presso il tribunale di Messina, era stata disposta la revoca della sua applicazione alla Direzione distrettuale antimafia in ragione dei suoi rapporti di amicizia e frequentazione con tale Salvatore Rugolo, cognato del capomafia barcellonese Giuseppe Gullotti;
il dottor Canali aveva svolto le funzioni di pubblico ministero anche durante le indagini preliminari e il giudizio di primo grado del processo per l'omicidio del giornalista Beppe Alfano;
il giudizio di primo grado per l'omicidio Alfano si era concluso con l'assoluzione di Giuseppe Gullotti, che poi in secondo grado, allorché la pubblica accusa era stata sostenuta da magistrato diverso dal dottor Canali, era stato condannato quale mandante dell'omicidio Alfano alla pena di trenta anni di reclusione e non all'ergastolo solo perché nell'imputazione a suo carico, formulata con la richiesta di rinvio a giudizio dal dottor Canali; era stata omessa la contestazione dell'aggravante della premeditazione, del tutto necessaria per un'imputazione per omicidio commesso su mandato;
presso la quinta sezione penale del tribunale di Milano è iniziato il dibattimento del noto processo a carico di Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora per il delitto di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, commesso secondo l'accusa nella residenza di Arcore dell'ex presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi;

il dottor Olindo Canali non compone il collegio che sta trattando il processo a carico di Fede, Mora e Minetti ma, svolgendo le sue funzioni presso quella sezione e in considerazione della presumibile lunga durata di quel processo che potrebbe comportare mutazioni nella composizione del collegio, è concreta la possibilità che il dottor Canali in futuro potrebbe essere chiamato a integrare quel collegio per un processo particolarmente delicato;
peraltro, al di là di quel processo, appare comunque causa di discredito dell'immagine dell'ordine giudiziario in generale e del tribunale di Milano in particolare che un magistrato condannato in primo grado per il delitto di falsa testimonianza possa continuare a svolgere le proprie delicate funzioni giurisdizionali;
è da ritenere che agli occhi degli imputati e, ancor più, agli occhi dei testimoni chiamati a impegnarsi sotto giuramento a dire la verità e delle vittime dei reati, il dottor Olindo Canali, nello svolgere le funzioni di giudice, non possa più avere la credibilità che la giurisdizione deve garantire ai cittadini -:
se il Ministro interrogato, non ritenga che nel caso del dottor Olindo Canali ricorrano le condizioni per promuovere l'azione disciplinare.
(4-15591)