Testo interpellanza
Atto a cui si riferisce:
C.2/01428 [Finanziamenti alla regione Abruzzo colpita da eventi calamitosi]
Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
nei giorni dal 1 al 6 marzo 2011 il territorio della regione Marche e la provincia di Teramo, in Abruzzo, sono state interessate da un'eccezionale ondata di maltempo che ha provocato tre vittime, esondazione dei fiumi, allagamenti diffusi, importanti danneggiamenti alle infrastrutture pubbliche, ingenti danni alle attività produttive ed alle abitazioni private;
in particolare, nel territorio teramano l'esondazione di corsi di acqua ha provocato allagamenti di aziende artigiane, industriali, commerciali, con conseguente interruzione dell'attività e pregiudizio della ripresa generalizzata e fortemente compromesso le colture, causando danni per oltre 12 milioni di euro;
in data 10 marzo 2011 con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri è stato riconosciuto lo stato di emergenza per gli eventi alluvionali in Abruzzo;
tale emergenza è stata la prima a ricadere nel campo dell'applicazione delle disposizioni previste dal decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito in legge 26 febbraio 2011, n. 10, cosiddetto «Milleproroghe» che all'articolo 2, comma 2-quater ha istituito la cosiddetta «tassa sulle disgrazie» prevedendo che in caso di situazioni emergenziali la regione interessata debba acquisire le maggiori risorse tramite tassazioni aggiuntive a carico della stessa comunità regionale danneggiata, prima di poter accedere al Fondo Nazionale di protezione civile;
la Corte Costituzionale con sentenza n. 22 del 13 febbraio 2012 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del suddetto articolo 2, comma 2-quater laddove impone alla regione di deliberare aumenti fino al massimo consentito dei tributi di competenza in caso di dichiarazione dello stato di emergenza;
la Corte nella medesima sentenza ha dichiarato incostituzionale anche la norma che consente l'utilizzo del fondo nazionale di protezione civile solo nell'ipotesi in cui la regione non possa far fronte alle spese aumentando i propri tributi fiscali;
a seguito di tale sentenza, il 17 marzo 2012, il presidente della regione Marche ha ratificato un'intesa sullo schema di ordinanza - già sottoposto al concerto del Ministero dell'economia e delle finanze e del Presidente del Consiglio dei ministri - in cui, oltre alle disposizioni normative, è stata prevista a favore di tale regione uno stanziamento di 25 milioni di euro a carico del Fondo della protezione civile nazionale da destinare all'evento alluvionale del marzo 2011 oltre all'emanazione dell'ordinanza di nomina del commissario delegato;
al contrario di quanto previsto per la regione Marche, nessun intervento economico è stato programmato in favore della provincia di Teramo con grave compromissione degli obiettivi di ripresa del territorio;
ad oggi dopo quasi un anno dall'alluvione, l'amministrazione provinciale di Teramo ed i comuni del Teramano, non hanno ricevuto alcun finanziamento per fronteggiare la difficile situazione conseguente all'alluvione del marzo 2011;
con la delibera del 30 settembre 2011 del n. 79 il CIPE ha stabilito l'avvio della fase di riprogrammazione delle risorse FAS 2000-2006 non programmate e non impegnate e di quelle derivanti da economie e accantonamenti, oltre che delle risorse liberate della Programmazione comunitaria 2000-2006 che risultano non impegnate;
con la stesso provvedimento il CIPE ha stabilito che sarebbe stata una successiva delibera a definire gli obiettivi, i criteri e le modalità da seguire nella riprogrammazione di tali risorse;
con la delibera n. 80/2011 del 30 settembre 2011 il CIPE ha stabilito di definanziare le vecchie risorse della programmazione FAS per il periodo 2000/2006, fissando i criteri e le modalità per riassegnarle alle regioni;
per la regione Abruzzo la riprogrammazione delle somme definanziate, secondo quanto dispone la delibera n. 80/20011, dovrebbe essere pari a circa 10,3 milioni di euro;
tale somma è il residuo della programmazione PAR-FAS 2000/2006 che il CIPE dovrà esaminare per una nuova ed ulteriore riprogrammazione ed eventuale nuova assegnazione alla regione Abruzzo -:
quali siano i motivi per cui il Governo non abbia ancora provveduto a disporre a favore della regione Abruzzo, al pari di quanto avvenuto per la regione Marche nei giorni scorsi, gli stanziamenti necessari a fronteggiare i gravi oneri economici e i profondi disagi che l'evento calamitoso del marzo 2011 ha arrecato e ancora sta arrecando ai cittadini e agli operatori economici della provincia di Teramo;
se, anche alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale n. 22 del 2012, non ritenga di dover provvedere con la massima urgenza alla emanazione dell'ordinanza attuativa assegnando alla regione Abruzzo le risorse finanziarie provenienti dal Fondo nazionale di protezione civile;
se non si ritenga di dover intervenire affinché il CIPE provveda in tempi rapidi alla riprogrammazione e quindi all'assegnazione dei 10,3 milioni di euro dei fondi FAS 2000-2006 a favore della regione Abruzzo;
se, in fine, il Presidente del Consiglio dei ministri non ritenga necessario prevedere una proroga dello stato di emergenza dichiarato con il decreto del 10 marzo 2011 la cui scadenza è fissata per il prossimo il 31 marzo 2012, al fine di poter perfezionare l'iter per l'emanazione dell'ordinanza, con conseguente assegnazione di risorse sulla disponibilità del Fondo nazionale di protezione civile.
(2-01428) «Ginoble».