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Atto a cui si riferisce:
C.1/00960 [Iniziative a favore del mondo agricolo]



La Camera,
premesso che:
con l'entrata in vigore del decreto-legge n. 201 del 2011, è apparso del tutto

evidente quali danni avrebbe provocato nel settore agricolo l'introduzione della nuova imposta municipale unica;
con l'entrata in vigore, a pieno regime, dell'imposta municipale unica si rischia di arrivare alla chiusura di molte piccole e medie aziende agricole che già sono in crisi per le crescenti difficoltà economiche che stanno investendo l'intero settore;
in pratica si è attuata una duplicazione di imposta sui fabbricati rurali il cui reddito era già ricompreso in quello dei terreni che per gli agricoltori equivalgono a mezzi di produzione;
dai calcoli effettuati dalle organizzazioni di settore gli incrementi varieranno dal 100 al 400 per cento;
la Coldiretti ha valutato in un miliardo di euro i costi aggiuntivi che peseranno sugli agricoltori per effetto dell'imposta municipale unica;
in uno studio elaborato dalla Confagricoltura emerge che, a fronte di un'incidenza sul PIL globale della nuova imposta patrimoniale pari all'1,3 per cento, si arriva al 4,5 per cento per il settore agricolo, con una perdita dei guadagni stimata al 10 per cento;
con l'introduzione dell'imposta municipale unica sui fabbricati rurali e l'incremento degli estimi catastali dei terreni si colpiranno migliaia di aziende agricole già pesantemente in difficoltà a causa della perdurante crisi economica;
per la Cia, l'introduzione dell'imposta municipale unica produrrà per gli agriturismi una perdita dei guadagni sino al 20 per cento;
con l'introduzione di questa tassa sono a rischio sopravvivenza circa mezzo milione di aziende sotto i 20 ettari, vanificando tutti gli sforzi degli operatori del settore che proprio grazie a maggiori investimenti e all'innovazione erano in qualche modo riusciti a non venire sommersi dalla crescente crisi economica;
l'agricoltura, primo settore economico del Paese, con il 3,5 per cento del PIL e con il 15 per cento se viene compreso anche il settore agroalimentare, ha cominciato nel 2011 a perdere posizioni sino ad arrivare nel terzo trimestre del 2011 l'andamento congiunturale più negativo del valore aggiunto: meno 0,9 per cento;
non va dimenticato che il settore è già stato pesantemente colpito attraverso gli aumenti del carburante utilitys varie ed è in vana attesa, ad esempio, che si trovino le risorse finanziare necessarie a una riduzione dell'accisa sul gasolio destinato al riscaldamento delle serre;
a tutto ciò va aggiunta l'approvazione dell'accordo tra l'Unione europea e il Marocco sulla liberalizzazione dei prodotti agricoli e ittici che, soprattutto nel Meridione d'Italia rappresenta un ulteriore attacco alle produzioni e agli agricoltori locali;
non a caso, in questa situazione che rischia di rivelarsi disastrosa per il settore agricolo, gli operatori continuano a denunciare uno scarso interesse da parte del Governo nei confronti del sistema agricolo nazionale, che rappresenta o almeno ha rappresentato sino ad oggi, un settore d'avanguardia e un fiore all'occhiello per il nostro Paese nel mondo;
nel nostro Paese vi sono circa 50mila imprese che si dedicano al biologico su un milione di ettari con consumi raddoppiati nel corso degli ultimi dieci anni, vi è la più estesa rete di vendita diretta di prodotti agricoli con un fatturato di 3,2 miliardi di euro, e 12,7 milioni di ettari sono presidiati dai nostri agricoltori che riescono così a svolgere anche un'importante funzione di salvaguardia ambientale, che il turismo enogastronomico ha un fatturato stimato in 5 miliardi di euro;
tutto ciò rischia di entrare in una crisi irreversibile se non si attueranno in tempi necessariamente rapidi provvedimenti a difesa del settore agricolo;

le nuove tasse e gli aumenti del gasolio per come sono stati introdotti, non solo porteranno ad una chiusura di molte aziende che si ripercuoterà inevitabilmente sull'occupazione, ma determinerà un aumento dei prezzi al dettaglio colpendo ulteriormente le famiglie e i consumatori italiani che già hanno risposto alla crisi economica con un calo sensibile dei consumi,


impegna il Governo:


ad attivare tavoli di concertazione con le associazione di categoria al fine di programmare in tempi necessariamente rapidi, tutti gli interventi normativi necessari al mondo agricolo che rischia di restare soffocato sia dalle scelte fiscali e dai provvedimenti ultimamente approvati sia dagli effetti derivanti dall'attuale crisi economica affinché non aumentino a dismisura le piccole e medie aziende costrette a chiudere la propria attività e si riconosca, così, il ruolo determinante di questo settore per il rilancio dell'economia reale nel nostro Paese;
ad assumere iniziative per rivedere i termini in cui è applicata attualmente la nuova imposta dell'imposta municipale unica, di cui le aziende agricole sentiranno tutto il peso nel corrente anno fiscale, prevedendo una drastica riduzione dell'imposta municipale unica sia per i fabbricati rurali e connessi, compresi i terreni, che per gli immobili strumentali utilizzati dagli imprenditori agricoli professionali e dai coltivatori diretti che si dedicano all'agricoltura come attività prevalente e che da sempre sono stati inseriti nel valore dei terreni;
ad assumere iniziative normative dirette a sospendere con effetto immediato, sino alla definizione di una nuova normativa in materia, l'applicazione dell'imposta municipale unica, per come è definita dall'attuale legislazione, nel settore agricolo.
(1-00960)
«Ruvolo, Moffa, Calearo Ciman, Catone, D'Anna, Grassano, Gianni, Guzzanti, Lehner, Marmo, Milo, Mottola, Orsini, Pionati, Pisacane, Polidori, Razzi, Romano, Scilipoti, Siliquini, Stasi, Taddei».