Testo INTERPELLANZA
Atto a cui si riferisce:
S.2/00430 [Richiesta di pagamento a lavoratori autonomi e imprese del canone speciale Rai]
Atto Senato
Interpellanza 2-00430 presentata da PAOLO FRANCO
martedì 21 febbraio 2012, seduta n.676
FRANCO Paolo, DIVINA, CASTELLI, STIFFONI - Al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che:
la Rai Radiotelevisione italiana SpA in questi giorni sta inviando alle imprese, agli studi professionali, alle società una lettera in cui si chiede il pagamento del canone speciale per la detenzione di uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive al di fuori dall'ambito familiare, compresi computer collegati in rete (digital signane e similari), indipendentemente dall'uso al quale gli stessi vengono adibiti;
l'articolo 17 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, cosiddetto salva Italia, prevede che le società e le imprese, nella relativa dichiarazione dei redditi, debbano indicare il numero di abbonamento speciale alla radio o alla televisione e la categoria di appartenenza, ai fini della verifica del pagamento del canone di abbonamento radiotelevisivo speciale, ma non si fa in alcun modo riferimento ai computer collegati in rete;
calcolando che la cifra da versare, a seconda della tipologia dell'impresa, può variare da un minimo di 200 ad un massimo di 6.000 euro; secondo una prima stima la Rai potrebbe incassare fino a 1,4 miliardi di euro per apparecchi che non vengono utilizzati per ricevere i canali Rai: oltre 400 milioni di euro versati dai liberi professionisti e 980 milioni versati dalle imprese;
la Rai, ente sicuramente non competente nel fornire interpretazioni autentiche di disposizioni di legge, che semmai spetterebbero al Governo, ed in particolare al Ministero dello sviluppo economico, ha identificato nei computer collegati in rete gli apparecchi soggetti al pagamento, mentre ha deciso che i computer non collegati non sono assoggettati al pagamento, anche se la legge istitutiva del canone (regio decreto-legge 21 febbraio 1938, n. 246) prevede il pagamento per tutti gli apparecchi "atti o adattabili" alla ricezione del segnale;
per quanto riguarda l'individuazione della tipologia di apparecchi che determinano l'obbligo del pagamento, l'Agenzia delle entrate, con nota del 15 marzo 2008, prot. n. 954-38963, ha avuto modo di affermare che spetta al Ministero delle comunicazioni procedere a tale individuazione, ed in effetti l'Agenzia ha poi proceduto a chiedere al Ministero di fornire precisazioni riguardo la problematica, senza peraltro ottenere mai risposta;
la Rai, facendo leva sul nuovo obbligo per le imprese introdotto dall'art. 17 del citato decreto-legge n. 201 del 2011, si sostituisce al legislatore nel tradurre in regola concreta una disposizione che certamente non ha come scopo quello di obbligare al pagamento del canone chi utilizza i propri strumenti di lavoro per finalità intrinseche, e a volte addirittura per effetto di norme che obbligano l'impresa a dotarsene (si consideri l'obbligo per le società di dotarsi di posta elettronica certificata e la previsione che i contatti tra imprese e pubblica amministrazione debbano avvenire esclusivamente in forma telematica);
il computer è uno strumento indispensabile allo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa e l'inclusione dello stesso fra gli apparecchi tassati, solo perché potenzialmente potrebbe essere utilizzato per guardare i programmi in streaming, significherebbe di fatto imporre una nuova imposta sull'innovazione, sullo sviluppo tecnologico e sul lavoro, quanto mai grave in questo periodo,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno, nelle more dell'adozione degli atti successivi necessari alla risoluzione della questione, attivarsi affinché siano sospesi gli effetti delle richieste di pagamento inviate dalla Rai Radiotelevisione italiana SpA per la corresponsione del canone speciale di abbonamento e l'applicazione delle disposizioni di cui all'art. 17 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201;
se non ritenga opportuno identificare con chiarezza ed urgenza quali sono gli apparecchi per i quali è dovuto il pagamento del canone Rai, escludendo specificatamente quegli strumenti che normalmente sono utilizzati come strumenti di lavoro quotidiano nelle imprese, nelle società e negli studi professionali.
(2-00430)