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Atto a cui si riferisce:
S.1/00544 [Ritardi nei pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione]



Atto Senato

Mozione 1-00544 presentata da ALBERTO TEDESCO
martedì 7 febbraio 2012, seduta n.670

TEDESCO, PISTORIO, ASTORE, DEL PENNINO, OLIVA, ROSSI Nicola, MONGIELLO, SCANU, PROCACCI - Il Senato,

premesso che:

il tema del ritardo con cui la pubblica amministrazione provvede al pagamento dei corrispettivi inerenti all'esecuzione dei contratti pubblici suscita, ormai da anni, l'allarme degli imprenditori che operano nel mercato italiano;

la Relazione dell'Autorità per la vigilanza sui contratti (AVCP) pubblici offre un quadro allarmante delle dimensioni del problema: "La questione in esame si pone in tutta la sua gravità soprattutto per le imprese che stipulano contratti con la Pubblica Amministrazione, le quali, in misura ancor più forte rispetto alle aziende che operano con committenze private, sono da sempre soggette al gravame di un onere aggiuntivo rappresentato dall'ulteriore costo che le stesse devono sostenere per far fronte al gap, spesso di proporzioni assai considerevoli, che si viene a determinare tra il momento della liquidazione dei costi gestionali e quello dell'incasso del corrispettivo pattuito; onere di cui ovviamente non si può non tener conto nella determinazione del prezzo offerto in sede di gara pubblica. (...) La conseguenza è che questo tipo di mercato finisce con il privilegiare le grandi imprese e colpisce, in maniera irreversibile, le piccole e medie imprese che rischiano, pertanto, di uscire definitivamente dal sistema. Il tutto, come è facile intuire, determina conseguenze di rilevante entità sulla concorrenza, falsando, in misura considerevole, il regolare andamento del mercato" (Relazione annuale dell'AVCP per l'anno 2009, pagine 8-9);

i tempi di pagamento oscillano tra un minimo di 92 giorni ed un massimo di 664 giorni. L'entità dei ritardi, mediamente accumulati, è circa doppia rispetto a quanto si registra nel resto dell'Unione europea: 128 giorni contro i 65 a livello europeo;

il ritardo è imputato in particolare: ai tempi di emissione dei certificati di regolare esecuzione (46,3 per cento); ai tempi di emissione dei mandati di pagamento (29,6 per cento); alle lentezze derivanti dalla vischiosità burocratica interna alla pubblica amministrazione (32,5 per cento);

la presunta esposizione debitoria della pubblica amministrazione, calcolata dall'AVCP, ammonterebbe a circa 37 miliardi di euro, pari al 2,4 per cento del prodotto interno lordo nazionale;

gli effetti negativi di ritardati pagamenti della pubblica amministrazione sono particolarmente avvertiti dalle piccole e medie imprese (PMI) che, soprattutto nell'attuale congiuntura economica di difficile accesso al credito bancario, risentono in maniera grave della mancanza di liquidità;

l'assunzione del rischio connesso alla dilazione dei pagamenti induce i partecipanti ad una gara pubblica a considerare il ritardo nei pagamenti come un aggravio di onere da imputare al prezzo proposto alla stazione appaltante, con conseguente impoverimento della competitività delle offerte e ricadute negative nei confronti delle stesse amministrazioni appaltanti;

gli interessi di mora relativi al ritardato pagamento implicano l'aumento delle risorse economiche per l'appalto; il ritardo nei pagamenti incide in termini negativi anche sull'indotto, investendo le imprese subappaltatrici e subfornitrici sulle quali i ritardi vengono sovente ulteriormente ribaltati; il concatenarsi di tali eventi provoca danni economici e sociali di vasta portata;

i vincoli imposti dal patto di stabilità interno hanno altresì peggiorato la situazione italiana in merito ai ritardati pagamenti in quanto costringono spesso gli enti locali committenti a dover scegliere tra due violazioni, da un lato se pagare il debito maturato dall'appaltatore, violando così il patto di stabilità, dall'altro non effettuare i pagamenti dovuti violando in tal modo la normativa in materia di transazioni commerciali;

le incertezze interpretative sulle norme in materia di tracciabilità dei flussi finanziari hanno determinato poi un fenomeno di sostanziale paralisi sistemica di tutti i pagamenti della pubblica amministrazione aggiungendovi, altresì, oneri burocratici ed organizzativi che sono andati ad aggravare la fase dei pagamenti. Tali rigidi adempimenti se, da un lato, hanno la virtuosa finalità di prevenire le infiltrazioni della criminalità organizzata nel mercato degli appalti pubblici, dall'altro, essendo confusamente formulati, implicano ulteriori inceppamenti e ritardi nelle procedure di pagamento della pubblica amministrazione,

impegna il Governo:

a prevedere norme e misure volte alla semplificazione e all'eliminazione dei passaggi burocratici inutili e ridondanti al fine di giungere a tempi di liquidazione dei debiti della Pubblica amministrazione accettabili e tendenzialmente prossimi ai livelli di liquidazione rilevati mediamente nella UE;

a promuovere disposizioni che sanciscano il principio della compensazione dei crediti da parte dei soggetti privati nei riguardi delle pubbliche amministrazioni; prevedano il divieto di rinuncia agli interessi di mora in contratti stipulati con la pubblica amministrazione; prevedano il divieto di riduzione dell'ammontare del credito vantato nei confronti delle pubbliche amministrazioni;

ad istituire un'Autorità garante del rispetto dei termini contrattuali e un Fondo per il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese, ovvero, in alternativa, ad istituire presso le Camere di commercio un fondo rotativo cui le imprese creditrici possano accedere in caso di mancato o ritardato pagamento di merci o servizi forniti a terzi;

ad intraprendere opportuni accordi con il sistema del credito al fine di giungere a forme di cartolarizzazione dei debiti verso le imprese senza oneri a carico delle imprese stesse.

(1-00544)