• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/04623-A/010 [Ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali]



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/4623-A/10 presentato da SANDRO GOZI testo di giovedì 2 febbraio 2012, seduta n.581

La Camera,
premesso che:
la direttiva 2011/7/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 febbraio 2011, relativa ai ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali sia tra imprese, sia tra imprese e pubbliche amministrazioni, introduce il rispetto di vincoli temporali più stringenti al fine di realizzare la tempestività dei pagamenti e garantire il corretto funzionamento del mercato interno, favorendo in tal modo la competitività delle imprese e in particolare delle PMI;
con l'articolo 14 della legge comunitaria 2011 viene recepito l'art, 3 della suddetta direttiva quanto ai rapporti tra imprese, mentre si delega il Governo ad adottare la normativa interna attinente ai pagamenti della Pubblica Amministrazione entro il 16 gennaio 2013, anticipando di due mesi la scadenza dei termini di recepimento rispetto a quanto previsto dalla direttiva (16 marzo 2013);
nel 2010 i pagamenti della pubblica amministrazione sono arrivati a una media di oltre centocinquanta giorni di ritardo rispetto ai quarantacinque giorni dei clienti privati mentre il recepimento della direttiva imporrebbe un termine massimo di 30 giorni, con possibilità di deroga solo in ipotesi eccezionali e fino a un termine massimo di 60 giorni;
la Pubblica Amministrazione ha un debito pregresso con le imprese dai 60 ai 70 miliardi di euro e tale inadempimento costituisce uno degli elementi che deprime la crescita, incide sulla competitività delle imprese italiane accentuando, in questa contingenza economica, le particolari difficoltà soprattutto di piccole e medie aziende, che soffrono più di altre la recessione e la stretta creditizia;
la necessità di assicurare un'effettiva puntualità nei pagamenti e di garantire una priorità in favore delle PMI costituisce uno degli scopi principali della suddetta direttiva (articolo 1); i considerando 3, 4 e 6 della medesima, richiamando le raccomandazioni della Commissione europea «Small Business Act» del 25 giugno del 2008, segnalano la necessità «di creare un contesto giuridico ed economico che favorisca la puntualità dei pagamenti nelle transazioni commerciali», osservando come nell'alleviare problemi di liquidità «alle pubbliche amministrazioni spetti una particolare responsabilità al riguardo»;
il documento «Le prossime tappe per la crescita e l'occupazione», presentato dal Presidente della Commissione europea al recente Consiglio europeo al 30 gennaio 2012, inserisce tra le misure volte a promuovere la crescita e la competitività delle imprese la necessaria riduzione dei ritardi nei pagamenti;
le proposte della Commissione europea hanno trovato accoglimento nelle conclusioni nel Consiglio europeo del 30 gennaio 2012, in particolare laddove si sottolinea la necessità di concentrarsi fin da ora su un'azione di risanamento favorevole alla crescita e alla creazione di posti di lavoro, in grado di incrementare il finanziamento dell'economia, in particolare delle PMI - che rappresentano la spina dorsale del successo economico europeo - ribadendo la necessità di assumere misure atte a superare l'attuale contrazione del credito e a ridurre i ritardi nei pagamenti;
la ripresa della crescita economica e lo sviluppo di una maggiore competitività delle imprese non può prescindere da una radicale riforma dei tempi di pagamento alle imprese, soprattutto da parte delle P.A.; appare necessario anticipare l'adeguamento del nostro ordinamento interno alla suddetta direttiva, recependola nella sua completezza, sia per quanto attiene alle transazioni fra imprese che alle transazioni fra imprese e P.A, al fine di onorare con tempi certi gli obblighi per i pagamenti futuri;
parimenti, occorre predisporre procedure e misure in grado di estinguere, seppure gradualmente, la mole dei crediti pregressi delle imprese nei confronti delle pubbliche amministrazioni. In tal senso provvede, anche se ancora parzialmente, l'articolo 35 del cosiddetto «decreto liberalizzazioni» (decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1) mediante la predisposizione di una serie di strumenti finalizzati ad estinguere una parte dei debiti pregressi delle amministrazioni statali, mediante anche il ricorso ai titoli di stato, destinando allo scopo circa 4,7 miliardi per i crediti maturati entro il 31 dicembre 2011,

impegna il Governo:

a valutare l'opportunità di anticipare i tempi per l'attuazione della suddetta direttiva europea nella sua interezza sostenendo in tal modo un contesto favorevole alla ripresa del sistema produttivo, in accoglimento degli orientamenti contenuti nei recenti documenti della Commissione e del Consiglio europeo;
a reperire le risorse economiche necessarie ad esercitare la delega prevista dall'articolo 14 della legge comunitaria 2011, al fine di rispettare l'obbligo di onorare i futuri pagamenti;
a predisporre ulteriori misure che, facendo seguito a quanto già previsto nel cosiddetto «decreto liberalizzazioni», concorrano ad estinguere i debiti pregressi e a garantire la tempestività dei pagamenti; a tal fine, valutare la possibilità di attivare linee specifiche dedicate allo smobilizzo di risorse per i pagamenti della P.A. presso istituti di credito, mediante accordi specifici con costi limitati e garanzie automatiche; di introdurre meccanismi in grado di far rispettare i nuovi parametri previsti dalla direttiva in esame, come sistemi di premialità per le amministrazioni virtuose, nonché l'accantonamento di postazioni di bilancio nell'ambito delle pubbliche amministrazioni, al fine di riservare una quota di risorse per i pagamenti alle PMI, colpite maggiormente dalla recessione e dalla stretta creditizia.
9/4623-A/10. (Testo modificato nel corso della seduta)Gozi, Lulli, Baretta, Misiani, Vannucci, Beltrandi, Mariani, Codurelli, Lovelli, Marco Carra.