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Atto a cui si riferisce:
C.5/06054 [Valutare l'evoluzione dei fenomeni di dissesto idrogeologico che ancora oggi interessano la Rupe di Orvieto]



TRAPPOLINO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
alcuni giorni orsono, come riferito dagli organi di stampa, un evento franoso - la cui entità e le cui cause sono ancora da definire - ha interessato il settore sud della rupe di Orvieto;
altri fenomeni di progressivo degrado, più o meno rilevanti, hanno riguardato negli ultimi anni le pareti di tufo e le pendici sulle quali le prime poggiano;
i dati storici sui movimenti franosi della rupe risalgono al 1571, 1835, 1886, 1894, 1895, 1900 (Porta Cassia), 1904, 1937, 1977, 1979, 1980, 1981. Proprio per la singolare conformazione geologica e per gli evidenti fenomeni di dissesto idrogeologico. Orvieto fu inserito nel 1937 tra gli abitati da consolidare a cura e spese dello Stato. Nel 1972 la materia fu trasferita in capo alle regioni. Sin da subito il governo umbro cominciò ad inquadrare le problematiche di dissesto idrogeologico del territorio regionale, con particolare riferimento a Orvieto e Todi. Con il contributo scientifico di università Centro nazionale delle ricerche vennero definiti una serie di interventi globali di salvaguardia che esulavano dalle normali possibilità finanziarie di un bilancio regionale;
di concerto tra il consiglio regionale, i comuni di Todi e Orvieto e alcuni parlamentari umbri fu avanzata e approvata dal Parlamento una proposta di legge speciale - n. 230 del 25 maggio 1978 «Provvedimenti urgenti per il consolidamento della Rupe di Orvieto e del Colle di Todi a salvaguardia del patrimonio paesistico, storico, archeologico ed artistico delle due città» - che, grazie ad un primo finanziamento, consentì l'avvio di alcuni interventi essenziali;
la legge n. 230 del 1978 fu successivamente rifinanziata per rendere possibili ulteriori e urgenti interventi. Nel 1987 fu approvata un'altra legge - 29 dicembre 1987 n. 545 «Disposizioni per il definitivo consolidamento della Rupe di Orvieto e del Colle di Todi» - che, rifinanziata con un'ulteriore legge (n. 242 del 1997), ha affrontato in maniera organica le diverse criticità legate al dissesto idrogeologico, all'accessibilità del centro e alla riqualificazione delle principali emergenze architettoniche e archeologiche, consentendo la messa a punto di progetti generali di intervento e la realizzazione di interventi di bonifica e consolidamento;
per l'entità delle risorse impiegate, la complessità degli interventi di consolidamento realizzati in un contesto di particolare fragilità strutturale, gli innovativi interventi sulla mobilità e il recupero e i restauri di edifici storici e beni artistici e archeologici, le leggi speciali sopra menzionate hanno consentito alle due città umbre di realizzare un modello di salvaguardia di assoluto interesse nazionale e internazionale;
con quelle leggi si afferma, forse in Italia per la prima volta, il principio di assicurare, con un'attenta manutenzione, il funzionamento delle opere di riduzione e controllo del rischio idrogeologico e un

costante monitoraggio strumentale sulle aree e sugli interventi effettuati anche al fine di controllare nel tempo l'efficacia degli stessi. Tale principio è stato realizzato con l'istituzione l'osservatorio per la manutenzione permanente della rupe di Orvieto e del colle di Todi che agisce con due nuclei operativi a livello comunale e con un'attività di supervisione a livello regionale;
proprio dall'attività dell'osservatorio, unitamente all'attività scientifica dell'associazione culturale - «Alta Scuola» dentro di alta specializzazione e centro studi per la manutenzione e conservazione dei centri storici in territori instabili è stato possibile accertare e monitorare la persistenza di criticità che si riferiscono, in ugual misura, sia la rupe di Orvieto sia il colle di Todi. In particolare, per Orvieto, sono stati evidenziati nuove situazioni di dissesto idrogeologico che interessano le pendici (nelle zone di Porta Cassia, Fortezza Albornoz e Tombe Etrusche);
con l'esaurimento delle risorse assicurate dalla legge 29 dicembre 1987 n. 545 (rifinanziata dalla legge n. 242 del 1997) gli interventi di manutenzione delle pendici della rupe di Orvieto e del colle di Todi sono stati meno incisivi e puntuali. Parimenti, l'assenza di risorse non ha consentito la realizzazione di ulteriori interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico in zone inizialmente ritenute caratterizzate da un minore rischio e che, con il passare degli anni, stanno purtroppo destando una crescente apprensione;
la stessa fondamentale e preziosa attività dell'osservatorio ha scontato un vuoto di risorse che ha impedito, e impedisce, di integrare la rete di monitoraggio strumentale e geodetica già in opera con l'installazione di nuova strumentazione per sostituire quella fuori uso e assicurare lo volgersi, delle attività di manutenzione periodica o straordinaria;
gli ulteriori interventi richiesti per la manutenzione e la messa in sicurezza delle pendici della rupe di Orvieto e del colle di Todi - non realizzabili con le risorse delle rispettive amministrazioni comunali - si rendono necessari per salvaguardare e tutelare le opere di consolidamento e di mitigazione del rischio idrogeologico, realizzate con ingenti risorse pubbliche assicurate dalle leggi 230 del 1978, 545 del 1987 e 242 del 1997, e che rischiano di essere seriamente compromesse in assenza di misure adeguate -:
se il Ministro intenda acquisire ulteriori elementi al fine di valutare con giusta cognizione, anche alla luce del recente evento franoso menzionato in premessa, l'evoluzione dei fenomeni di dissesto idrogeologico che ancora oggi interessano la Rupe di Orvieto;
se il Ministro intenda avviare un confronto con la regione Umbria, le amministrazioni comunali di Todi e Orvieto e con gli altri soggetti a vario titolo coinvolti (Università e CNR) per definire un ordine delle priorità relativamente ai nuovi fabbisogni strutturali e manutentivi atti ad assicurare l'integrità delle opere di consolidamento, finanziate dalle leggi sopra menzionate, realizzate a salvaguarda e tutela della rupe di Orvieto e del Colle di Todi;
qualora vi fosse una richiesta in tal senso se si ritenga di consentire l'utilizzo dei fondi gestiti dalla protezione civile.
(5-06054)