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Atto a cui si riferisce:
C.1/00844 [Dotarsi in tempi rapidi di un'agenda digitale nazionale]



La Camera,
premesso che:
le reti di accesso di nuova generazione cablate costituite in tutto o in parte in fibra ottica sono in grado di fornire servizi d'accesso a banda larga molto più avanzati - grazie ad una maggiore capacità di trasmissione - rispetto alle reti in rame esistenti;
sono, quindi, vere e proprie autostrade informatiche, in grado di veicolare traffico dati a grande velocità, in sicurezza e senza strozzature;
le tecnologie dell'informazione e della comunicazione sono il settore che più di ogni altro dà impulso e sostiene la crescita e lo sviluppo di un Paese: le reti intelligenti di nuova generazione - fisse e mobili - possono promuovere la crescita, secondo la Banca mondiale - per 1,3 punti di prodotto interno lordo ogni 10 per cento in più di diffusione della banda larga; secondo il Commissario alla concorrenza Kroes un mercato unico digitale incardinato su reti di nuova generazione può portare in 10 anni ad una crescita del 4 per cento del prodotto interno lordo europeo; le sole transazioni on line tra Paesi dell'Unione europea rappresentano non meno di 2,5 miliardi di euro;
rilevanti sono i risparmi realizzabili in termini di spesa pubblica, per le imprese e per le famiglie mediante sviluppo delle reti e dei servizi digitali - quasi 40 miliardi di euro all'anno, a regime, per l'Italia, secondo le stime di Confindustria: i risparmi potrebbero essere conseguiti grazie al telelavoro (2 miliardi di euro), e-learning (1,4 miliardi di euro), e-government e impresa digitale (16 miliardi di euro), e-health (8,6 miliardi di

euro), giustizia e sicurezza digitale (0,5 miliardi di euro), gestione energetica intelligente (9,5 miliardi di euro);
nell'ambito delle prestazioni mediche, il solo teleconsulto (soprattutto per i medici di base) e il monitoraggio a distanza dei pazienti cronici possono determinare una diminuzione della spesa sanitaria di circa il 7 per cento (dati Confindustria);
l'infrastruttura di nuova generazione è, dunque, una priorità di investimento: contribuisce, infatti, a sviluppare quello che è stato correttamente definito l'«ecosistema digitale» per recuperare produttività in tempi di crisi ed è una condizione essenziale per la competitività internazionale di un Paese e per creare nuova occupazione qualificata; l'economia digitale, infatti, non solo non distrugge posti di lavoro, ma ne crea di nuovi e aggiuntivi: secondo il documento su internet presentato al G8, ogni due posti di lavoro resi obsoleti dal digitale, internet ne crea 5 nuovi; inoltre, è dimostrato che il prodotto interno lordo pro capite cresce di circa 3-4 punti percentuali con investimenti nelle nuove reti a banda larga;
l'Europa nell'agenda digitale europea ha fissato ambiziosi obiettivi in termini di reti e di servizi da conseguire entro il 2020:
a) in termini di reti, il 100 per cento di copertura della popolazione entro il 2013; il 100 per cento di copertura con un collegamento di velocità superiore a 30 megabit al secondo al 2020; almeno il 50 per cento degli abbonamenti a velocità superiore a 100 megabit al secondo entro il 2020;
b) in termini di servizi, ha disposto che entro il 2020 il 50 per cento della popolazione europea dovrà avere rapporti con la pubblica amministrazione mediante il canale digitale; il 50 per cento di cittadini dovrà abitualmente utilizzare l'e-commerce e il 75 per cento dovrà «regolarmente» ricorrere a internet; almeno il 33 per cento delle piccole e medie imprese dovrà vendere i propri prodotti o servizi mediante internet;
l'Italia ha un'insufficiente dotazione di questa fondamentale infrastruttura e occorre attivare tutte le iniziative necessarie per accelerarne lo sviluppo;
l'Italia parimenti sconta un grave ritardo nella realizzazione degli obiettivi dell'agenda digitale europea;
i dati forniti dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nell'ultima audizione presso la Camera dei deputati delineano questo ritardo infrastrutturale e di servizi con molta chiarezza:
a) con 13,3 milioni di accessi a banda larga fissa, circa il 22 per cento della popolazione, l'Italia è in grande ritardo rispetto alla media europea del 26 per cento; il ritardo dell'Italia è anche maggiore rispetto all'Europa a 15; anche per il numero di imprese dotate di una connessione a banda larga è molto sotto la media;
b) le connessioni in fibra sono, parimenti, in grande ritardo: in Italia, dove pure la fibra ottica aveva cominciato ad essere posata con largo anticipo negli anni '90, la copertura territoriale è al 10 per cento, con poco più di 2,5 milioni di edifici in fibra ottica e solo 300.000 accessi attivi, pari allo 0,6 per cento della popolazione;
secondo Eurostat, l'Italia è agli ultimi posti in Europa per la diffusione dell'e-banking; le piccole e medie imprese italiane non utilizzano internet, né per l'e-commerce, né per la fatturazione elettronica; pochissimi cittadini operano mediante transazioni elettroniche con la pubblica amministrazione;
nel nostro Paese si riscontra, altresì, una grave asimmetria tra reti mobili - in dinamico sviluppo - e reti fisse, sostanzialmente bloccate; gli italiani si stanno dotando di smartphone e chiavette usb per navigare molto più che in altri Paesi europei (48 per cento contro una media del 39 per cento): ma la rete mobile non ha le stesse performance della rete fissa; inoltre, la rete mobile, per svilupparsi, ha bisogno della rete fissa; la rete

mobile, infatti, ha bisogno di collegamenti in fibra fra stazioni radio-base e centrali, ma solo la rete in fibra permetterà di realizzare la velocità di connessione attesa dalla trasmissione mobile di quarta generazione;
l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha introdotto in Italia nel 2000 aste competitive per l'assegnazione delle frequenze che hanno portato nelle casse dello Stato oltre 15 miliardi di euro negli ultimi dieci anni;
la promozione e il sostegno alla realizzazione di nuove reti deve essere coordinata con una triplice azione mirata di politica industriale, volta ad intervenire sullo sviluppo dei servizi da veicolare su tali reti, contribuendo, altresì, a sollecitare lo sviluppo del binomio offerta-domanda (reti-servizi) mediante: incentivi alla realizzazione delle reti; diffusione dei servizi digitali evoluti; formazione digitale degli insegnanti, degli studenti, delle imprese e dei consumatori;
è molto importante la regolamentazione - proposta dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni - per accesso alle nuove reti in fibra, che incide sui profitti attesi e, quindi, sull'incentivo ad investire, nonché sulle regole in materia di concorrenza;
la regolamentazione sugli aiuti di Stato vigente nell'Unione europea limita oltremodo l'investimento pubblico in questo settore e occorre, pertanto, attrarre i capitali privati sugli investimenti in questo settore, adottando tutte le iniziative legislative ed amministrative necessarie per sviluppare la finanza di progetto;
la realizzazione delle infrastrutture ad alta tecnologia richiede tempo, in particolare in determinati ambiti geografici, e, come ha ricordato l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nell'audizione alla Camera dei deputati, è tanto più efficace quanto più è inserita in un contesto in cui offerta e domanda si alimentino reciprocamente: domanda e offerta di infrastrutture sono, infatti, legate da una forte interdipendenza; da un lato, l'assenza, la scarsità o l'inaccessibilità delle infrastrutture sono un vincolo rilevante allo sviluppo economico e alla domanda di infrastrutturazione; dall'altro, sono le stesse dinamiche di sviluppo che agiscono da stimolo ad ulteriore crescita che genera domanda di infrastrutturazione;
l'Italia è un Paese con molti distretti industriali già «in rete» formati da piccole e medie imprese che producono prodotti e servizi ad alto valore aggiunto, ma poche imprese vendono prodotti e servizi su internet e solo il 30 per cento delle imprese utilizza internet;
gli italiani utilizzano internet prevalentemente per ricerca, scambio di informazioni e di comunicazioni attraverso i social network, ma molto poco per acquistare merci e servizi e per dialogare con la pubblica amministrazione;
molte delle iniziative realizzabili e delle riforme da adottare sono a costo zero, ma hanno importanti ricadute in termini di benessere socioeconomico;
è possibile adottare strategie di immediata applicazione,


impegna il Governo:


a dotarsi in tempi rapidi di un'agenda digitale nazionale che individui e realizzi concretamente tutti gli interventi necessari - sulle infrastrutture e sui servizi - che consentano il raggiungimento degli obiettivi dell'agenda europea, anche mediante una cabina di regia che coordini e renda trasparente l'azione dei soggetti cointeressati (Governo, regioni, enti locali, autorità regolatorie);
a favorire e sostenere gli investimenti degli investitori istituzionali, delle utilities e delle imprese di telecomunicazioni in infrastrutture di base, attraverso il riconoscimento del rischio di investimento (risk premium);
ad agevolare la condivisione dei lavori di scavo realizzati da differenti fornitori di servizi a rete (elettricità, gas,

acqua ed altro), in modo da ridurre e razionalizzare i costi di scavo; a prevedere, altresì, la regola di comunicare gli interventi di scavo - da parte del soggetto pubblico o concessionario degli interventi di scavo - per favorire la migliore pianificazione degli interventi agli operatori che intendono posare la fibra ottica;
per favorire la posa di reti di comunicazione elettronica, a prevedere che il registro operatori censisca anche le infrastrutture atte alla posa di reti di comunicazione elettronica, siano esse in titolarità di operatori di comunicazione elettronica o di organismi pubblici e di concessionari pubblici;
a disciplinare la realizzazione dei segmenti terminali (cablaggio interno al palazzo e segmento orizzontale di adduzione), incentivando gli operatori che realizzino tali segmenti terminali;
ad assumere iniziative volte a semplificare le disposizioni amministrative per la realizzazione di infrastrutture digitali;
a dare pieno sostegno alla diffusione della banda ultra larga nel Mezzogiorno, che non riesce ad attrarre iniziative di mercato, mediante una compiuta attuazione al «Progetto strategico» e al «Piano azione-coesione» per il Sud e con tutti i necessari interventi di politica industriale delle infrastrutture a sostegno dello sviluppo delle aree svantaggiate;
in linea con quanto espresso nella raccomandazione NGA della Commissione europea, a riconoscere le differenze nelle condizioni concorrenziali esistenti tra le diverse aree del Paese, compensando tali disparità con opportuni incentivi;
a coinvolgere tutti gli operatori interessati ad accelerare il grado di copertura del territorio nazionale, anche mediante l'adozione di soluzioni tecnologiche «miste» radio-rame-fibra;
per quanto riguarda le azioni di politica industriale sui servizi:
a) ad assumere iniziative per imporre obblighi di accesso simmetrici, cui assoggettare tutti gli operatori che detengono il controllo di infrastrutture e che possano frapporre ostacoli alla libera concorrenza;
b) a vigilare, per quanto di competenza, ai fini della piena applicazione della disciplina dettata dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni in merito alla fornitura di servizi all'ingrosso per le reti in fibra e a garantire il livello più alto possibile di apertura della rete, in modo da permettere a tutti gli operatori - a prescindere dal loro grado di infrastrutturazione - di offrire alla clientela i servizi innovativi consentiti dalle reti a banda ultra larga;
c) a favorire lo sviluppo della domanda di servizi digitali, agevolando il ricorso a servizi on line in tutti i campi, dalla formazione ai sistemi di pagamento ai servizi postali, dall'educazione ai lavori pubblici, dalla sanità alla giustizia al fisco, promuovendo, in particolare, l'incremento dell'e-commerce e l'uso della modalità elettronica in tutte le transazioni, l'alfabetizzazione elettronica dei cittadini (foriera di opportunità di lavoro per i giovani), nonché la massima apertura all'uso delle applicazioni informatiche da parte delle pubbliche amministrazioni, soprattutto per quanto attiene ai servizi per i cittadini (certificazioni, mercato del lavoro, sanità);
d) ad adottare tutte le iniziative necessarie per dare impulso alle 101 azioni specifiche dell'agenda digitale in tutti i settori dell'economia e, in particolare, alle azioni concrete intese a raddoppiare entro il 2015 la quota del commercio elettronico nelle vendite al dettaglio e quella dell'economia di internet nel prodotto interno lordo nazionale, nel pieno rispetto delle raccomandazioni e delle comunicazioni assunte in sede europea;
e) a garantire il finanziamento di progetti per sviluppare il telelavoro - da accompagnare all'innalzamento dell'età pensionabile - per migliorare la tutela delle donne lavoratrici durante la gravidanza e le opportunità di inserimento sociale e nel lavoro dei portatori di handicap;

f) a sostenere l'informatizzazione della piccola e media impresa;
g) ad adottare le opportune iniziative normative per un programma di gestione dello spettro-radio sulla base della politica del radio-spettro adottata dall'Unione europea basata sulla valorizzazione delle risorse, la neutralità tecnologica e la promozione della concorrenza.
(1-00844)
«Meta, Gentiloni Silveri, Zampa, Boffa, Bonavitacola, Cardinale, Gasbarra, Ginefra, Laratta, Lovelli, Pierdomenico Martino, Giorgio Merlo, Tullo, Velo».