• Testo interpellanza

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Atto a cui si riferisce:
C.2/01326 [Introduzione nel «decreto liberalizzazioni» della norma che addebiterebbe al soggetto pagatore i costi dell'utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici]



I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
con il decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, il Governo ha diminuito la soglia al di sopra della quale le transazioni commerciali non possono essere regolate in contanti; tale limite, già abbastanza restrittivo, è stato portato a 1.000 euro; con lo stesso decreto-legge il Governo ha stabilito che le operazioni di pagamento delle spese delle pubbliche amministrazioni centrali e locali e dei loro enti di importo superiore ai mille euro devono essere effettuate mediante l'utilizzo di strumenti telematici, in via ordinaria mediante accreditamento sui conti correnti bancari o postali dei creditori, ovvero con le modalità offerte dai servizi elettronici di pagamento interbancari prescelti dal beneficiario; lo stesso limite di mille euro è stato fissato per la corresponsione degli stipendi, delle pensioni, dei compensi corrisposti dalle pubbliche amministrazioni centrali e locali e dai loro enti, che devono essere erogati con strumenti di pagamento elettronici bancari o postali;
tali norme, di fatto, costringeranno tutti i cittadini ad avere un conto corrente bancario o postale, sul quale far accreditare gli stipendi e le pensioni, con il quale staccare assegni per i pagamenti sopra i mille euro e sul quale appoggiare la carta di credito per i pagamenti delle transazioni commerciali; l'apertura dei nuovi conti correnti genererà maggiori introiti per lo Stato, grazie all'imposta di bollo sui rapporti, ma soprattutto per le banche, unici e veri beneficiari delle norme introdotte con il decreto «salva Italia», le quali registreranno un'impennata dei ricavi grazie alle commissioni applicate alle transazioni e agli interessi debitori dei correntisti;
in questi giorni gli organi di stampa riportano alcune anticipazioni dei contenuti del cosiddetto «decreto liberalizzazioni», che sarà varato prossimamente dal Governo; tra queste viene previsto l'obbligo per le banche di proporre alla clientela un conto corrente di base, esente dall'imposta di bollo, con una struttura dei costi semplice e trasparente e un pacchetto di operazioni già incluse nell'offerta; tale offerta verrà, però, proposta esclusivamente ai cittadini che versano in condizioni economiche svantaggiate, generando comunque ingenti maggiori costi a tutti gli altri cittadini costretti ad aprire nuovi conti correnti;
oltre al conto corrente di base, il «decreto liberalizzazioni» dovrebbe contenere le misure per favorire la diffusione dei pagamenti mediante moneta elettronica e la riduzione delle transazioni in contante; la Lega Nord auspicava misure che andassero a ridurre i costi delle transazioni

sia per gli acquirenti, sia per i commercianti, in modo da incentivare effettivamente l'uso della moneta elettronica anche tra i cittadini finora restii all'uso delle carte di credito o di debito; invece pare che il Governo si stia indirizzando verso l'addebito delle spese delle transazioni al pagatore;
in particolare, la Banca d'Italia potrà stabilire con proprio regolamento che l'esercente applichi spese al cliente per l'utilizzo del POS e degli strumenti similari; in questo modo i costi delle transazioni, di fatto, andranno ad incrementare il costo finale del prodotto acquistato, generando una forte crescita dei prezzi al consumo;
tale misura, inoltre, non raggiungerà lo scopo che il Governo si è prefisso, anzi: l'addebito al pagatore delle commissioni, causerà necessariamente una restrizione dell'uso delle carte elettroniche, soprattutto in una fase economica di pesante crisi come quella che stiamo vivendo, nella quale i cittadini sono giustamente attenti al minimo incremento dei costi; non si comprende infatti perché un cittadino dovrebbe pagare la spesa al supermercato o il maglione in negozio con la carta di credito, per pagare magari un euro in più, che andrà di nuovo a favore del sistema finanziario -:
se le anticipazioni fatte in questi giorni da alcuni giornali sull'introduzione nel prossimo «decreto liberalizzazioni» della norma che addebiterebbe al soggetto pagatore i costi dell'utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici corrispondano al vero e se il Governo ritenga questa misura realmente efficace per realizzare l'obiettivo di diffondere l'utilizzo di questi strumenti di pagamento.
(2-01326)
«Reguzzoni, Montagnoli, Bitonci, Comaroli, Polledri, D'Amico, Simonetti, Fugatti, Forcolin».