Testo INTERPELLANZA
Atto a cui si riferisce:
S.2/00396 [Addio di Minzolini al Tg1]
Atto Senato
Interpellanza 2-00396 presentata da ELIO LANNUTTI
martedì 13 dicembre 2011, seduta n.644
LANNUTTI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che:
il direttore del Tg1 Augusto Minzolini è stato rinviato a giudizio nei giorni scorsi dalla Procura della Repubblica di Roma. Scrive "Il Corriere della Sera" del 7 dicembre 2011: «La restituzione dei soldi non è servita. (...) Minzolini è stato rinviato a giudizio per peculato e il processo inizierà l'8 marzo. "Sono indignato", protesta il direttore del Tg1. Ce l'ha "con la Procura, che non ha verificato le procedure" adottate in viale Mazzini. Ma soprattutto con l'ex dg: "In questa vicenda Mauro Masi è stato un pusillanime". Minzolini è convinto che l'inchiesta abbia lo scopo di farlo cacciare: "La Rai mi ha richiesto il denaro due settimane prima del 14 dicembre 2010, il giorno in cui sarebbe dovuto cadere Silvio Berlusconi". E una delle denunce, ricorda il direttore, "è stata presentata da [...]". Nell'udienza davanti al gup Francesco Patrone il procuratore aggiunto Alberto Caperna ha accusato il giornalista di aver speso 65.341,33 euro di troppo tra luglio 2009 e novembre 2010. Non per le trasferte, autorizzate da Masi, ma per i ristoranti, frequentati in Italia e all'estero anche nei giorni di riposo. La Rai, che ieri ha partecipato solo come parte offesa, ha annunciato che al processo si costituirà parte civile "per il danno di immagine e per i residuali profili di danno non patrimoniale"»;
in un articolo pubblicato l'8 dicembre 2011 dal quotidiano "Lettera 43", intitolato: "Minzo un addio da nababbo", Renato Stanco riporta le proposte - a giudizio dell'interrogante oscene - che l'azienda pubblica starebbe proponendo a Minzolini. «In Rai la chiamano l'offerta che non si può rifiutare. Non perché sia un ultimatum, ma per la consistenza della proposta. Mantenimento dello stesso stipendio, 550 mila euro all'anno, conservazione del grado, direttore ad personam non facente funzione, alloggio di servizio a completa disposizione pagato dall'azienda, tanto a New York quanto a Parigi, auto di servizio con autista, nessun vincolo d'esclusiva in modo da poter conservare e ampliare le collaborazioni, più accessori e benefit vari. Insomma, un vero e proprio maxi pacco di Natale, Capodanno, Befana e Pasqua, contenuti in un unico contratto. E se poi tutto questo ben di Dio non dovesse bastare a convincere Augusto Minzolini, attuale direttore del Tg1 rinviato a giudizio con l'accusa di peculato per la ben nota vicenda dei rimborsi spese con la carta di credito aziendale, la Rai è pronta a mettere sul piatto anche la malleva legale, capace di far scudo a Minzolini in occasione del processo, fissato per i primi di marzo. I legali Rai al lavoro. In pratica Viale Mazzini, pur essendosi costituita parte civile, potrebbe proporre ai giudici una sorta di patto, un accordo con il quale si farebbe carico di tutto. L'ufficio legale dell'azienda televisiva starebbe lavorando alacremente su questa opzione, in modo tale da poter consegnare al direttore generale della Rai, Lorenza Lei, una prima bozza già lunedì 12 dicembre in mattinata, dato che nel pomeriggio è in programma il consiglio di amministrazione che dovrà occuparsi del caso Minzolini. E la Lei, ovviamente, vuole uscire dal cda con l'operazione completata, con i punti di sutura a posto e la cicatrice ridotta al minimo. Del resto questo è un "caso" che il direttore generale e il presidente del Consiglio di amministrazione, Paolo Garimberti, vorrebbero risolvere il prima possibile. "Per il bene di tutti", vanno dicendo da giorni. Scadenze politiche. Tanta fretta, al di là degli aspetti formali, sarebbe legata essenzialmente a questioni meramente politiche. A fine marzo scade il mandato dell'attuale consiglio di amministrazione e quello del direttore generale. Sia la Lei sia Garimberti sono alla ricerca della conferma. Ma il mutato quadro politico garantisce soltanto l'ex editorialista di Repubblica, [...]. Il pellegrinaggio di Augusto. La Lei, invece, ha l'urgenza di presentare al nuovo inquilino di Palazzo Chigi un dono di Natale degno di esser chiamato tale. E la "testa" di Minzolini vale oro quanto pesa. Dal canto suo il "direttorissimo", come lo ha sempre chiamato Berlusconi, sta visitando tutte le segreterie politiche, [...]. Al direttore i soldi non bastano. Avendo capito che a Saxa Rubra l'aria si è fatta mefitica per lui, vuole uscire dalla Rai con una soluzione politica, non legale. In pratica Minzolini sta sfidando la Lei sul terreno a lei meno congeniale, quello del teatrino della politica.Minzo, insomma, vuol sentirsi dire che il quadro politico è cambiato e che il posto che occupa non spetta più a lui ma a un altro»;
considerate le competenze spettanti al Governo, ed in particolare al Ministro per lo sviluppo economico sulla base del contratto di servizio con la Rai,
si chiede di sapere:
se risulti che la Rai avrebbe avanzato un'offerta al direttore del TG1, che prevede il mantenimento dello stesso stipendio, 550.000 euro all'anno, conservazione del grado, direttore ad personam non facente funzione, alloggio di servizio a completa disposizione pagato dall'azienda, tanto a New York quanto a Parigi, auto di servizio con autista, nessun vincolo d'esclusiva in modo da poter conservare e ampliare le collaborazioni, più accessori e benefit vari;
se risulti veritiero che per convincere il direttore Augusto Minzolini rinviato a giudizio con l'accusa di peculato, la Rai è pronta a mettere sul piatto anche la malleva legale, capace di far scudo a Minzolini in occasione del processo, ossia una proposta che porrebbe tutte le spese a carico della Rai, azienda pagata con il canone dei cittadini;
se risponda al vero che l'ufficio legale della Rai, invece di proporre al Consiglio di amministrazione della Rai una risoluzione contrattuale per giusta causa con relativo licenziamento di Augusto Minzolini, starebbe lavorando su tale opzione di pagamento di tutte le spese, per consegnare al direttore generale della Rai, Lorenza Lei, una prima bozza già lunedì 12 dicembre in mattinata, dato che nel pomeriggio è in programma il consiglio di amministrazione che dovrà occuparsi del caso Minzolini, e se tale soluzione oltre al danno non aggiunge la beffa a danno di utenti, consumatori e famiglie costretti a pagare il canone per finanziare le disinvolte spese ed una informazione di parte;
se sia vero che la vera e propria manna a vantaggio di Minzolini sia caldeggiata addirittura dal direttore generale e dal presidente del Consiglio di amministrazione, Paolo Garimberti, che vorrebbero risolvere prima possibile il problema, come da essi annunciato per il bene di tutti, in realtà non certo per i consumatori, per offrire un esempio di gestione etica dello scandalo;
quali misure urgenti di competenza, sulla base degli impegni anche in termini di gestione efficiente delle risorse, assunti dalla Rai con il contratto di servizio vigente, il Governo intenda attivare per evitare che i cittadini, oltre al danno di una informazione scandalosa e di parte, debbano subire perfino la beffa di laute prebende, quasi una premialità di vantaggio, a favore di un dirigente che ha sperperato soldi pubblici in giro per le località più esclusive, per viaggi e bisbocce, rinviato a giudizio con l'infamante accusa di peculato, specie in una fase di acuta crisi economica e di forte disdoro di una istituzione lottizzata, screditata e collusa con i propri dirigenti, come la Rai.
(2-00396)