Testo interrogazione a risposta scritta
Atto a cui si riferisce:
C.4/13307 [Avviare una corretta politica di uso e protezione delle coste]
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
dallo studio «Sea level change along the Italian coast during the Holocene and projection for the future», pubblicato su Quaternary International emerge che l'innalzamento del livello del Mediterraneo e l'abbassamento geologico della costa minacciano trentatré aree costiere in tutto il Paese che sono destinate ad essere sommerse entro il 2100;
oltre a Venezia (dove il livello del mare potrà aumentare fino a 1,5 metri), in pericolo sembrerebbero essere anche molte aree costiere della Toscana (in particolare, la Versilia, il delta dell'Ombrone e la laguna di Orbetello), dove il livello del
mare potrà aumentare tra i 20 e 143 centimetri, poi, la foce del Tevere, le aree basse pontine sottratte al mare dalle bonifiche del secolo scorso, e la Campania. A rischio vi è anche tutto il delta del Po (si prevede un innalzamento delle acque compreso tra i 31 e i 153 centimetri), alcune aree della Romagna, metà delle spiagge delle Marche e il 60 per cento di quelle dell'Abruzzo. In Puglia a rischio sono Lesina e Manfredonia. Infine, anche la Sardegna è assediata dalla risalita del mare, così come la piana di Catania, dove sono presenti un aeroporto e un porto;
responsabili del fenomeno sono tre, secondo i ricercatori: la risposta del mare dal termine dell'ultimo massimo glaciale; i più recenti cambiamenti nel volume del mare per l'espansione derivante dal riscaldamento delle acque; i movimenti verticali del terreno lungo le coste, inclusa la subsidenza;
se però i ghiacci antartici o della Groenlandia subissero un rapido collasso, come alcuni studiosi sostengono, il giorno X potrebbe essere anticipato. Vanno inoltre considerati gli effetti dei maremoti che, in presenza di una costa molto più bassa, «potrebbero accelerare le conseguenze del run up (la risalita dell'onda)». Da non sottovalutare poi i terremoti marini perché «il Mediterraneo, che occupa l'1 per cento dei mari, non è solo un sistema idrologico vitale per più di 30 milioni di persone che abitano lungo le aree interessate dall'innalzamento delle acque, ma anche una delle zone geologiche più complesse della Terra»;
i rischi che corrono le coste italiane non sono dunque da sottovalutare -:
se, di fronte a questo scenario, il Governo intenda tenere in considerazione gli studi dei ricercatori e avviare una corretta politica di uso e protezione delle coste;
in particolare, se, considerata la situazione in cui versano molte delle pianure costiere italiane, oggi già prossime al livello del mare, presto suscettibili da inondazione marina, si intendano adottare iniziative, e nel caso quali, per fermare gli impatti ambientali degli interventi di costruzione sulle coste.
(4-13307)