Testo interrogazione a risposta scritta
Atto a cui si riferisce:
C.4/13272 [Morte di un bambino italiano in un asilo nido di Amsterdam]
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Testo della risposta scritta
CONCIA, SERVODIO, GINEFRA e CAPANO. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
i coniugi Buonocore, cittadini italiani nati a Napoli, risiedono dal 2000 ad Amsterdam, in Olanda, per motivi di lavoro;
il 13 aprile 2011 è nato ad Amsterdam il loro figlio, Riccardo Buonocore;
né il bambino, né i suoi genitori, hanno mai ottenuto la cittadinanza olandese, né tantomeno il godimento della doppia cittadinanza, pertanto la «responsabilità» della qualità della loro vita ricade anche giuridicamente in capo al Paese di origine, ovvero l'Italia, essendo a tutti gli effetti cittadini italiani residenti all'estero;
a partire dallo scorso 14 luglio 2011, i Buonocore hanno affidato il figlio Riccardo alle cure dell'asilo nido «Liempie», in Javastrat 136 1095 CK, di proprietà della signora Renate Forst;
purtroppo, il giorno 22 luglio 2011, dopo aver accompagnato il figlio alle ore 08,30 e averlo affidato alla direttrice e proprietaria Renate Forst, il padre, è passato, per una casualità, intorno alle 13,30 vicino al nido;
in quella occasione, incuriosito da una inusuale folla attorno alla struttura infantile, con presenza di pompieri, autoambulanze e polizia, si è avvicinato pensando ad un incendio nel ristorante attiguo al nido, ma, notando la proprietaria del nido fuori, in stato di agitazione molto forte e sostenuta da due persone che cercavano di calmarla, ha avuto un orribile presentimento, e guardando all'interno del nido, vedeva il piccolo Riccardo a terra, con il solo pannolino, inerte, mentre i pompieri cercavano di rianimarlo;
il padre del bambino, ovviamente costernato, cercava di ottenere informazioni, cercando di sapere come stesse il bambino e se reagiva, ma non lo facevano avvicinare e fornivano solo vaghe risposte riferendogli che non rispondeva ai vari tentativi di rianimazione;
verso le ore 14,00, telefonava alla moglie per avvisarla dell'accaduto, la quale immediatamente si precipitava all'ospedale Amsterdam Medich Centrum;
all'arrivo della madre del piccolo Riccardo, suo arrivo, il bambino veniva dichiarato morto, e il personale di soccorso riferiva che il minore era già ormai senza vita al momento dell'arrivo del personale medico al nido;
la dottoressa Brauer, uno dei medici intervenuti, spiegava ai genitori che i soccorsi avevano provato a rianimare Riccardo per 45 minuti, ma che il piccolo non aveva mai risposto alle sollecitazioni: aggiungeva, inoltre, che la signora Forst, raggiunta telefonicamente (poiché nessuno dell'asilo si era recato in ospedale) ed ancora in stato di shock, riferiva di aver trovato Riccardo a pancia sotto nel lettino, immersi nel suo vomito;
ciò che è ancora più doloroso, se è possibile, è che nessuno dei genitori è stato contattato al momento dell'accaduto, né dal personale del nido, né dalla polizia, pur avendo a disposizione i contatti personali, i numeri delle sedi lavorative, il numero di casa e di cellulare privato di una conoscente, nonché il numero del medico curante, (tutti numeri in possesso dell'asilo nido Liempie);
inizialmente è stata profilata l'ipotesi di sindrome da morte in culla o «SIDS»;
successivamente, è stato deciso di effettuare un'autopsia sul piccolo corpo, per accertare le cause del decesso, ed è emerso che la morte risaliva a circa due ore e mezzo dalla chiamata dei soccorsi, quindi intorno alle 11,30/12,00;
la dottoressa Brauer contattava in seguito la madre di Riccardo il 29 e il 30 luglio 2011, confermando che Riccardo era risultato sanissimo dopo gli esami della prima autopsia, e, di conseguenza, che non poteva trattarsi di morte naturale;
davanti alla richiesta della madre se i dottori stessero esaminando i residui del vomito e l'interno del naso per controllare se il bambino fosse morto soffocato in seguito alla posizione supina in cui si trovava, la dottoressa rispondeva che tali esami non avrebbero potuto svolgersi, perché il vomito non era stato raccolto;
non è dato sapere se l'autorità di polizia olandese abbia provveduto a prelevare il lenzuolo del lettino su cui giaceva Riccardo, né, se sono state scattate fotografie della culla, e alcuni testimoni ascoltati dai genitori riferiscono che la proprietaria del nido sia stata vista fare pulizie al suo interno il giorno dopo la tragedia;
la tutina indossata da Riccardo il giorno della sua morte è perfettamente pulita e piegata;
la signora Forst è stata solo interrogata dalla polizia come persona informata dei fatti, e la sua versione all'autorità giudiziaria non coincide con quella data alla dottoressa Brauer il giorno dell'accaduto, in quanto ha successivamente dichiarato di aver trovato il bambino su di un lato, irresponsivo e con gli arti flosci;
dal diario giornaliero delle attività di Riccardo al nido Liempie risulta che il giorno 22 luglio, la data del decesso, a differenza delle altre giornate, non vi è alcun tipo di annotazione circa la scansione dei suoi momenti fisiologici, se non, alle ore 09,00 la somministrazione di 140cc di latte, e il sonno alle ore 09,15: se il bambino è morto intorno alle ore 12,00 vuol dire che è presumibilmente rimasto solo per circa 3 ore, un tempo enorme e pericolosissimo per un neonato;
secondo il GGD, l'ente pediatrico, che ha effettuato delle ispezioni al Liempie il 4 aprile 2011, il 19 novembre 2010, e il 9 settembre 2010, la struttura non è a norma per una serie di motivi:
a) dal mese di novembre 2010 il personale di assistenza all'infanzia non è competente, ma consiste in semplici stagiste tra l'altro non stabilizzate ed in continuo cambiamento;
b) non è possibile stabilire la proporzione numero bambini - numero personale, in quanto non esiste un registro di presenza;
c) non c'è un responsabile di emergenza, ma solo la direttrice che dichiara di non essersi mai assentata;
d) la «dichiarazione di buona condotta» (ovvero l'autorizzazione e la conformità alle normative vigenti in materia) è in possesso della sola signora Forst e non anche delle addette;
e) lo spazio non è sufficiente per il numero dei bambini ospitati;
f) in più di una occasione il numero dei bambini risultava superiore a quello indicato nel registro;
g) il giardino/spazio esterno è inaccessibile e pericoloso perché usato come deposito di materiale di risulta (mattonelle);
h) è presente una sola camera da letto attrezzata in maniera inadeguata con otto lettini e nessuno spazio per potersi muovere agevolmente e controllare i bambini;
i) il livello di CO2 nell'aria, in più di una occasione (soprattutto in data 9 settembre 2010) risultava oltre il doppio di quello tollerabile (2034 ppm anziché 1000 ppm);
alla luce di tutto quanto esposto sarebbe naturale pensare che vi siano tutta una serie di filoni investigativi da percorrere, ma l'impressione è che le autorità olandesi non tendano verso l'accertamento puntuale degli accadimenti, in quanto, secondo la legge, la polizia non ha bisogno di richiedere gli esami autoptici o di collaborare con il personale medico, se non in presenza di reato manifesto;
oltretutto la proprietaria dell'asilo non rischia di risultare imputata di culpa in vigilando non essendo tale ipotesi prevista nel codice penale dell'Olanda: è vero, però, che non esiste la culpa in vigilando secondo la legge olandese, non è forse altrettanto vero che secondo l'articolo 3 della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia, «gli Stati parti s'impegnano ad assicurare al fanciullo la protezione e le cure necessarie al suo benessere, e si impegnano ad assicurare che le istituzioni, i servizi e le strutture responsabili della cura e della protezione dei fanciulli siano conformi ai criteri normativi fissati dalle autorità competenti, particolarmente nei campi della sicurezza e dell'igiene e per quanto concerne la consistenza e la qualificazione del loro personale nonché l'esistenza di un adeguato controllo»;
inoltre, anche se la morte del piccolo Riccardo fosse davvero intervenuta per cause naturali o per SIDS, non si comprende come mai nessuno ha inteso avvertire i genitori, né la proprietaria dell'asilo, né la polizia né i soccorsi intervenuti sul luogo del decesso;
le autorità olandesi hanno comunicato che non effettueranno esami sui tessuti interni dei polmoni di Riccardo e spingono per la cremazione del corpicino;
secondo la legge olandese non è possibile avere al momento le risultanze delle autopsie né affiancare le autorità mediche o di polizia nelle indagini, impedendo il diritto dei signori Buonocore di dare pace al loro dolore e di veder rispettata la morte e le cause di questa, del loro piccolo bambino;
le autorità olandesi stanno per chiudere la vicenda per «morte in culla» e nel loro ordinamento giudiziario non esiste il reato di incuria;
nel frattempo l'asilo del piccolo Riccardo è stato chiuso per un'altra settimana per irregolarità registrate (insufficienza del numero di addetti, temperatura delle stanze) -:
se i Ministri competenti non ritengano che il Governo italiano debba compiere, urgentemente, adeguati passi presso le autorità olandesi atti a fare chiarezza su questa orribile vicenda.
(4-13272)