• Testo interrogazione a risposta scritta

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Atto a cui si riferisce:
C.4/12767 [Risarcimento per i danni morali ed economici derivanti da vicende processuali terminate con l'assoluzione]



MUNERATO, BITONCI, LANZARIN, BRAGANTINI, DAL LAGO, LUCIANO DUSSIN, FORCOLIN, GUIDO DUSSIN, CALLEGARI, MONTAGNOLI, NEGRO e DOZZO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra l'otto ed il nove maggio del 1997, in concomitanza con le ricorrenze per il duecentesimo anniversario della caduta della Serenissima Repubblica, un gruppo composto da otto persone, successivamente denominati «Serenissimi», con l'ausilio di un camper e di un mezzo assemblato artigianalmente, occupò simbolicamente e per qualche ora il campanile di San Marco di Venezia;
i mezzi utilizzati dal gruppo e le modalità con cui questo si svolse furono del tutto pacifici, tanto che il gruppo, nel corso della sua operazione, non dimostrò mai alcuna intenzione sovversiva né alcuna volontà di compiere atti a offendere cose o persone, tanto meno in un luogo ai veneti tanto caro quale piazza San Marco;
l'intento del gruppo, dichiarato a vario modo fin dai giorni che precedettero il gesto e mai negato nemmeno durante le operazioni che portarono lo stesso fino al campanile di San Marco, era quello di informare il mondo mediatico sul forte desiderio di autonomia che il Veneto e veneti, allora come oggi, reclamano, e che rappresenta senza dubbio alcuno un comune pensiero tra gli abitanti della regione, allorché nelle settimane immediatamente successive al gesto la grande maggioranza dei veneti espresse un'ampia solidarietà ai componenti del gruppo, anche alla luce del processo che essi dovettero subire;
i processi giudiziari che seguirono al gesto iniziarono nei giorni immediatamente successivi, e con grande stupore di molti personaggi e della stampa stessa, i componenti del gruppo furono accusati di svariati crimini tra cui quelli di associazione sovversiva, banda armata e terrorismo arrivando a paragonare gli autori del gesto ai terroristi dell'Italia degli anni Sessanta e Settanta, dimenticando gli assassini da questi eseguiti e il fatto che molti di questi sono oggi in assoluta libertà;
i processi si svolsero in tempi estremamente rapidi, tanto da far dubitare della ben nota lentezza della giustizia italiana, e portarono a severe condanne per tutti gli indagati: Antonio Barison fu condannato a sei anni di detenzione, Gilberto Buson, Flavio Contin e Fausto Faccia ad altrettanti sei anni, Cristian Contin a 4 anni e 9 mesi, così come Luca Peroni, Andrea Viviani e Moreno Menini, Luigi

Faccia a 5 anni e 3 mesi, condannato per associazione sovversiva nonostante non avesse partecipato all'atto, e Giuseppe Segato, studioso e cultore di storia veneta, che, nonostante non avesse partecipato direttamente, per il solo fatto di essere stato il presunto ideologo dei Serenissimi, fu condannato ad una pena detentiva di tre anni e sette mesi;
nonostante gli oltre cinquant'anni di detenzione che i componenti scontarono in maniera esemplare, per tre persone del gruppo le vicende processuali sono proseguite per molti anni in ragione del fatto che la pubblica accusa rimproverava a codesti appartenenti al gruppo anche lo scopo eversivo dell'azione effettuata;
in primo grado, nel marzo del 2007, dopo dieci anni di processi, la corte di assise di Padova, formata da una giuria in gran parte popolare, si pronunciò per l'assoluzione degli imputati, allorché il reato di banda armata e l'accusa di sovversione non potevano essere imputati ad un gruppo di persone che aveva palesemente manifestato il carattere dimostrativo e pacifico dell'azione;
il 9 giugno del 2008 la procura della corte d'appello di Venezia presentò un ricorso contro l'assoluzione decretata dalla corte d'assise di Padova nel marzo dell'anno precedente e nei giorni scorsi la sesta sezione penale della Corte di Cassazione con la sentenza 26151 ha respinto tale ricorso, in quanto l'organizzazione era strutturalmente non idonea al perseguimento dello scopo eversivo, data l'assoluta carenza di disponibilità strumentali;
i tre componenti del gruppo giudicati innocenti, hanno dovuto subire per oltre quattordici anni una serie interminabile di processi ed udienze, sostenendo dei costi economici e subendo dei danni legati alla loro attività professionale e famigliare faticosamente calcolabili - :
se non ritenga di assumere iniziative di carattere normativo allo scopo di garantire un congruo risarcimento per i danni morali ed economici derivanti da vicende processuali come quella di cui in premessa che si è dipanata per quattordici anni prima di pervenire a una pronuncia definitiva.
(4-12767)