• Testo interrogazione a risposta orale

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Atto a cui si riferisce:
C.3/01742 [Contrastare la diffusione della criminalità organizzata in Emilia-Romagna]



ALESSANDRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella giornata del 29 giugno 2011, per ordine del Direzione distrettuale antimafia di Napoli, è stata posta sotto sequestro, a Bologna, l'attività in franchising di ristorazione e pizzeria denominata «Regina Margherita»;

le cronache riferiscono si tratti di una maxi operazione, «Megaride», nata da un'indagine della divisione investigativa antimafia, su riciclaggio ed usura volta al reinvestimento di capitali illeciti in catene di ristoranti, pub e bar collegati al clan camorristico Lo Russo. Nata in Campania, l'operazione ha toccato diverse città italiane, tra cui Bologna, perché tra le società coinvolte ci sarebbe il predetto franchising Regina Margherita Group;
i gestori dell'esercizio sequestrato, intervistati dai cronisti, hanno dichiarato di essere sereni ma comunque dispiaciuti e ad ogni modo estranei alle ipotesi di fatti criminali di cui sarebbero responsabili gli accusati campani ed in tal senso sperano di riaprire al più presto in quanto il loro impegno e le loro imprese sono incentrati solo sul lavoro e sul soddisfacimento delle richieste dei clienti;
in effetti, nell'inchiesta si fa riferimento sempre alla casa madre di Napoli e mai alle singole realtà come quella di Bologna o di Torino o Genova;
la vicenda in questione, va rimarcato, riapre un capitolo sempre dolente e fonte d'inquietanti interrogativi nella regione Emilia Romagna, ossia la presenza diffusa ed ormai evidente di infiltrazioni malavitose di diversa origine e non solo italiana (camorra campana, ndrangheta calabrese, mafia siciliana e malavita cinese o di origine islamica), che avvolge i tessuti produttivi locali e finisce per coinvolgere e compromettere pesantemente anche le attività economiche territoriali altrimenti trasparenti e corrette, in quanto potrebbero, inconsapevolmente, relazionarsi con operatori economici apparentemente puliti ma di fatto dediti alla criminalità;
di tali pericoli l'interrogante ha più volte interessato il Governo ed in proposito ricorda l'interrogazione parlamentare a risposta scritta 4-01775, presentata il 2 dicembre 2008, al Ministro della giustizia. In essa, tra l'altro, evidenziando come negli ultimi anni si sia registrato un aumento delle infiltrazioni della malavita nella regione Emilia Romagna, che fino a pochi anni fa godeva di una situazione di legalità assai favorevole ed il cui tessuto economico era quasi immune da fenomeni relativi alla malavita, segnatamente quelli a carattere mafioso o camorristico, chiedeva in particolare se risultasse che fossero state svolte indagini recenti sul tessuto economico in Emilia-Romagna ed in caso affermativo, quale fosse stato l'esito del relativo procedimento penale;
in risposta all'interrogazione il Ministero ha fatto presente, in particolare, che sulla base delle notizie fomite dal Ministero dell'interno e dal procuratore della Repubblica di Bologna - Direzione distrettuale antimafia, si riscontrava che:
«lo sviluppo economico della regione Emilia Romagna, determinatosi grazie allo spiccato dinamismo di piccole e grandi imprese, rappresenta indubbiamente motivo di attrazione per la criminalità organizzata, benché il tessuto sociale e la azione di contrasto delle forze di polizia costituiscano un importante contrafforte;
si deve dare atto, infatti, che è frequentemente segnalata, nella regione, l'operatività di elementi appartenenti ad organizzazioni di tipo camorristico, mafioso e di origine calabrese ('ndrangheta);
il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Bologna, interessato in proposito, ha sintetizzato i principali filoni di indagine e le attività investigative condotte dalla DDA che, molto spesso - anche in coordinamento con le Direzioni distrettuali antimafia di volta in volta interessate (principalmente, quelle di Napoli, Palermo e Catanzaro) - si sono concretizzate in brillanti risultati;
da tempo, nella regione sono attivi soggetti contigui al "cartello dei Casalesi" che hanno esteso i propri interessi in alcuni settori economici ed imprenditoriali. Il "clan dei Casalesi", le cui emanazioni rappresentano un pericolo per il comparto degli appalti pubblici emiliano, ha creato articolazioni operative dapprima per fornire supporto logistico ai latitanti e

poi per agevolare penetrazioni finanziarie illecite nel mercato immobiliare e nelle gestioni d'impresa;
nei territori di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma, Rimini e Ferrara la pressione estorsiva della delinquenza campana è stata esercitata non soltanto nei confronti di imprenditori edili di origine campana, ma anche verso quelli di origine emiliana;
secondo quanto riferito dal capo dell'ufficio requirente, allo stato, i soggetti legati alla camorra riconducibili al "clan dal Casalesi" sono presenti in particolar modo nella provincia di Modena, soprattutto nell'area che abbraccia i comuni di Castelfranco Emilia, Nonantola, Bomporto, Soliera, S. Prospero, Bastiglia e Mirandola. Le attività illecite esercitate si concentrano per lo più in estorsioni e gestione del gioco d'azzardo»;
la risposta proseguiva con elencazioni di argomenti relativi alla mafia, alla 'ndrangheta, con una significativa presenza di malavitosi di origine calabrese dediti, in prevalenza, alle estorsioni, al narcotraffico, all'ingerenza nel sistema degli appalti e al gioco d'azzardo, facenti capo alle 'ndrine crotonesi «Grande Aracri» e «Vrenna», nonché alle cosche reggine Nirta, Strangio, Mammoliti e Vadalà-Scriva, in particolare nelle provincie di Bologna, Modena, Ferrara, Forlì e Reggio Emilia con certezza di un forte radicamento di affiliati alle cosche di Cutro e Isola Capo Rizzuto Arena Dragone e Grande Aracri Nicosia;
è evidente che siamo di fronte ad un contesto assai problematico in cui la presenza di attività e di operazioni illegali facenti capo a soggetti della malavita e del crimine delle regioni del Sud (che vengono a riciclare i loro proventi illeciti nella regione Emilia Romagna), si traduce ormai non più in un semplice rischio, bensì in un concreto pericolo per gli onesti operatori locali che potrebbero inavvertitamente trovarsi invischiati in contesti delinquenziali e di malaffare, con gravissimi danni alla coesione sociale ed al prezioso dinamismo di piccole e grandi imprese che sono il vanto della regione -:
quali iniziative urgenti intenda assumere al fine di contrastare e debellare definitivamente il grave contesto di presenze nella regione Emilia Romagna, di organizzazioni di tipo camorristico e mafioso e di criminalità organizzata provenienti dalle regioni meridionali del Paese e quali provvedimenti intenda assumere sia per intensificare le azioni di prevenzione e di lotta alle infiltrazioni criminali nei territori a più alto rischio della regione sia per tutelare gli operatori onesti locali dal rischio di essere coinvolti in circostanze e relazioni socioeconomiche apparentemente trasparenti ma nei fatti connesse alla malavita.
(3-01742)