Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA
Atto a cui si riferisce:
C.9/04357-A/054 [Non trasferire le sedi dei ministeri lasciando inalterata l'attuale struttura organizzativa dell'amministrazione centrale]
Atto Camera
Ordine del Giorno 9/4357-A/54 presentato da GIAN LUCA GALLETTI testo di martedì 21 giugno 2011, seduta n.489
La Camera,
premesso che:
in più di un'occasione autorevoli esponenti della Lega Nord hanno espresso il proposito di trasferire alcuni ministeri, oggi con sede a Roma, in città della Lombardia e, più in generale, del nord;
considerato che:
il disegno di legge «Conversione in legge del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, concernente Semestre Europeo - Prime disposizioni urgenti per l'economia» disciplina misure volte a migliorare la competitività del sistema produttivo e a soddisfare l'impegno assunto in sede comunitaria per la tenuta dei conti pubblici, nel rispetto dei vincoli previsti dal Patto di stabilità e crescita; in particolare, sul fronte del contenimento della spesa, il disegno di legge dispone misure di semplificazione e di contenimento dei costi per le amministrazioni centrali dello stato;
la nuova procedura di sorveglianza multilaterale dei bilanci degli stati membri dell'UE - dai cui esiti dipende in modo determinante il rating del rischio di credito di ciascun Paese, a maggiore ragione di quelli, come l'Italia, con un alto livello di indebitamento - impone agli esecutivi nazionali di vigilare sull'evoluzione dei conti pubblici e sui messaggi che le scelte politiche e normative dei governi lanciano ai mercati internazionali;
le debolezze strutturali dell'Italia ed una probabile crescita dei tassi di interesse nel prossimo futuro, nonché i rischi collegati all'attuazione dei piani di consolidamento dei conti pubblici che sono richiesti per ridurre l'indebitamento italiano e mantenerlo a livelli sostenibili, hanno portato l'agenzia di rating Moody's a porre il debito dell'Italia sotto osservazione, in vista di un possibile declassamento;
l'articolo 114 della Costituzione stabilisce che «Roma è la capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento»;
l'articolo 24 della legge 5 maggio 2009, n. 42, stabilisce che «l'ordinamento di Roma capitale è diretto a garantire il miglior assetto delle funzioni che Roma è chiamata a svolgere quale sede degli organi costituzionali nonché delle rappresentanze diplomatiche degli Stati esteri, ivi presenti presso la Repubblica italiana, presso lo Stato della Città del Vaticano e presso le istituzioni internazionali»;
la creazione di nuove strutture periferiche dei ministeri, oltre a contrastare con chiarissime previsioni legislative, si pone quindi in contraddizione con le numerose disposizioni del provvedimento in oggetto e produrrebbe maggiori oneri a carico dei cittadini e delle imprese a fronte di ipotetici e non dimostrabili benefici. Tale eventualità, come l'esperienza di altri paesi insegna, comporterebbe infatti diseconomie, duplicazioni di compiti e funzioni, che ingenererebbe solo incertezza e confusione tra i cittadini;
dopo la piena attuazione del Titolo V della Costituzione, che ha comportato il decentramento di funzioni amministrative di competenza statale, non esistono più ragioni per creare ulteriori articolazioni periferiche delle amministrazioni centrali, tanto più in un momento in cui tutte le amministrazioni dello Stato sono chiamate a ridimensionare le proprie strutture per realizzare economie di bilancio;
risulterebbe un controsenso dislocare ovvero creare nuovi uffici ministeriali periferici quando l'attività del Governo è orientata ad una riduzione degli apparati amministrativi;
nessun governo europeo ha mai decentrato gli uffici del Governo centrale, neanche in quei Paesi come la Spagna, in cui esistono Parlamenti e Governi autonomi;
la moltiplicazione delle sedi ministeriali non avrebbe peraltro alcuna coerenza con il progetto federalista, sulla cui base occorrerebbe preservare l'autonomia e la responsabilità delle istituzioni regionali e locali, non ridistribuire sul piano territoriale sedi ed uffici del potere centrale, con esiti incoerenti dal punto di vista istituzionale e inefficienti sul piano amministrativo;
entro la fine del mese sarà varata dal Governo una nuova manovra economica il cui ammontare non è ancora noto ma che comporterà nuovi tagli della spesa pubblica e nuovi sacrifici per i cittadini e che, a maggior ragione, non autorizza un uso propagandistico di riforme dell'amministrazione pubblica che comportano aggravi di spesa inutili e inefficienti;
impegna il Governo
a non trasferire le sedi dei ministeri lasciando inalterata, anche nella sua ubicazione territoriale, l'attuale struttura organizzativa dell'amministrazione centrale, riaffermando il ruolo di Roma, Capitale d'Italia, come sancito della Costituzione.
9/4357-A/54.Galletti, Della Vedova, Lanzillotta, Lo Monte.