• Testo interpellanza

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Atto a cui si riferisce:
C.2/01118 [Tutelare la creatività e il design dei prodotti delle aziende italiane attraverso iniziative volte alla reintroduzione della proprietà intellettuale]



I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
in data 7 giugno 2011 sul Corriere della Sera a firma Dario Di Vico a pagina 16 si legge che durante l'assemblea annuale dei 350 industriali di FederlegnoArredo sono emerse aspre critiche al Governo che non avrebbe aiutato il settore ma anzi avrebbe messo «il bastone tra le ruote»;
in discussione ci sarebbe la norma introdotta nel cosiddetto decreto sviluppo che elimina le tutele alla proprietà intellettuale, anche se solo alle opere anteriori al 2001;
tale norma come riporta l'articolo pare essere stata introdotta «nottetempo da un ministro per compiacere un consorzio di artigiani toscani particolarmente

vessati nel copiare il meglio del design italiano» e nessuno dei colleghi ha avuto nulla da ridire;
il Ministro dello sviluppo economico Paolo Romani da lombardo dovrebbe conoscere molto bene la realtà delle imprese brianzole di design che sarebbero poi vittime delle imitazioni eppure non è intervenuto;
Carlo Guglielmini, presidente del Cosmit-Salone del Mobile, insieme ai nomi più affermati dell'imprenditoria del settore, sottolinea la grave contraddizione di chi a parole sostiene che l'Italia debba posizionarsi lungo la via della competitività e dell'innovazione e poi nei fatti non tutela le aziende migliori, quelle che investono sulla creatività e che ci sono invidiate, e imitate, in tutto il mondo;
Claudio Luti (Kartell) fa notare come persino al salone del mobile sono state viste delle sedie imitazioni di quelle prodotte dal suo marchio -:
se il Governo confermi o meno la veridicità dei fatti, e concordi sulle conseguenze negative per il made in Italy che tale norma introdotta nel decreto sviluppo porterebbe specie nel campo del «mobile»;
se il Governo intenda attivarsi affinché il consumatore abbia la consapevolezza di ciò che sta comprando, attraverso una sorta di tracciabilità del prodotto, così da poter verificare che sia realizzato secondo criteri che rispecchiano le normative vigenti e non in Paesi che, ad esempio, facciano lavorare i bambini;
se e come il Governo intenda tutelare al meglio la creatività e il design dei prodotti delle aziende italiane attraverso iniziative volte alla reintroduzione della proprietà intellettuale.
(2-01118)
«Renato Farina, Centemero, Scalera, Pili, Vella, Iannarilli, Aprea, Carlucci, Ceccacci Rubino, Del Tenno, Milanese, Leo, Grimoldi, Palmieri, Rivolta, Barbieri, Di Centa, Berruti, Abelli, Lunardi, Bocciardo, Porcu, Stracquadanio, Bernardo, Paroli, Speciale, Contento, Gregorio Fontana, Cassinelli, Fava, Malgieri, Di Virgilio, Palumbo, Nicola Molteni».