• Testo interrogazione a risposta orale

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02219 [Presenza di uomini degli apparati di sicurezza all'interno del Commissariato per l'emergenza rifiuti in Campania]



ARMATO - Ai Ministri dell'interno, della giustizia e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

una serie di articoli di stampa, pubblicati su "Il Mattino" di Napoli, "Terra", "Il Fatto quotidiano", a fare data dal 31 dicembre 2010, hanno denunciato la presenza di uomini degli apparati di sicurezza all'interno del Commissariato per l'emergenza rifiuti in Campania; l'intervento attivo di persone collegate al Sisde è stato messo in relazione alla latitanza di Michele Zagaria, esponente di spicco del clan dei Casalesi, irreperibile da oltre quindici anni;

secondo le ricostruzioni fatte dalla stampa lo stato di latitanza sarebbe stato favorito in cambio di una intermediazione della camorra nella pacifica soluzione dell'emergenza rifiuti in Campania e detto patto avrebbe comportato anche l'affidamento di appalti a ditte di fiducia dello stesso Zagaria;

il subcommissario per l'emergenza rifiuti nel periodo 2002-2004, Giulio Facchi, in una intervista televisiva a Rainews24 ha rivelato di essere stato contattato da detti esponenti dei servizi di sicurezza e di essere stato a lungo interrogato in una abitazione, a Gaeta; fatto che, stando a notizie di stampa, lo stesso Facchi avrebbe confermato nel corso di un interrogatorio presso la procura della Repubblica di Napoli, convocato quale persona informata sui fatti;

negli elenchi delle ditte aggiudicatarie degli appalti a trattativa privata indetti dal commissariato per l'emergenza rifiuti in Campania, dai consorzi di bacino Ce2, Ce3, Ce4 e dal Consorzio unico compaiono nominativi di imprese direttamente o indirettamente collegate al suddetto Michele Zagaria e più volte oggetto di interdittiva antimafia;

nella gestione diretta dei suddetti consorzi era interessato un funzionario, Antonio Scialdone, coinvolto in varie indagini della direzione distrettuale antimafia di Napoli e, allo stato, nei suoi confronti risulta pendente una richiesta di rinvio a giudizio, inoltrata dal pubblico ministero partenopeo in data 31 marzo 2010 nell'ambito del procedimento penale n. 56063/09 RGNR nei confronti di 51 imputati appartenenti al clan camorristico Belforte, egemone in Marcianise e Caserta e assoggettato alla fazione del clan dei Casalesi che fa capo a Michele Zagaria;

il suddetto Antonio Scialdone risulta essere socio di numerose società facenti riferimento a Nicola Ferraro, imprenditore del settore dei rifiuti attivo in provincia di Caserta fino al 2007, ex consigliere regionale eletto nelle liste dell'Udeur, attualmente detenuto per reati di cui agli articoli 110 e 416-bis del codice penale;

nel consorzio di bacino Ce4 era addetto a incarichi amministrativi di vertice l'architetto Claudio De Biasio, nel 2004 cooptato nell'ufficio del Commissario straordinario di Governo, subcommissario nominato dal sottosegretario Guido Bertolaso nel 2007, coinvolto nelle indagini sulla gestione del consorzio Ce4, attualmente agli arresti domiciliari per decisione del giudice per le indagini preliminari collegiale di Napoli in relazione allo smaltimento del percolato proveniente dalle discariche e di siti di stoccaggio delle ecoballe gestite dal Commissariato di Governo,

si chiede di sapere:

perché i servizi segreti si incontrarono con Facchi, su mandato di chi e per sapere o fare che cosa;

se sia vero, come riportato da articoli di stampa, che a qualcuno di questi incontri parteciparono anche camorristi o loro fiduciari;

se e chi abbia intermediato con il commissariato di Governo l'individuazione dei terreni su cui posizionare le ecoballe;

se effettivamente siano stati dati appalti a imprese legate a Michele Zagaria, e in che modo e perché non vennero controllate le certificazioni antimafia;

perché l'architetto De Biasio, che negli atti processuali risulta essere uomo di riferimento dei fratelli Sergio e Michele Orsi, il primo condannato in primo grado per reati di mafia, l'altro vittima di un agguato camorristico, sia passato dal Commissariato di Governo alla protezione civile, malgrado il coinvolgimento in tante indagini;

perché il dirigente Antonio Scialdone abbia continuato, almeno fino al 2009, a gestire i rapporti con imprese addette alle operazioni di trasporto e smaltimento dei rifiuti, nonostante il suo coinvolgimento in indagini su clan camorristici del casertano;

se risulti che i suddetti funzionari abbiano goduto o continuino a godere di coperture istituzionali;

se ci sia un rapporto fra il mancato arresto di Zagaria e i patti stipulati con riferimento ai rifiuti.