Testo interrogazione a risposta orale
Atto a cui si riferisce:
C.3/01616 [Nuove regole di ingaggio e le nuove tipologie di missioni concordate a livello internazionale e affidate alle nostre Forze armate in Libia]
FRANCESCHINI, TEMPESTINI, RUGGHIA, MARAN, VENTURA, VILLECCO CALIPARI, AMICI, BOCCIA, LENZI, QUARTIANI, GIACHETTI, ROSATO, BARBI, COLOMBO, CORSINI, LOSACCO, NARDUCCI, PISTELLI, PORTA, GIANNI FARINA, GAROFANI, GIACOMELLI, LA FORGIA, LAGANÀ FORTUGNO, MIGLIAVACCA, MOGHERINI REBESANI, RECCHIA e RIGONI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la situazione in Libia desta sempre maggiore preoccupazione per la situazione di aperto conflitto che riguarda diverse città, con bombardamenti e aggressioni da parte delle forze lealiste di Gheddafi nei confronti dei civili, in particolare di quelli assediati nella città di Misurata, e conseguenti perdite di vite umane;
la traduzione sul campo della risoluzione Onu n. 1973 del 2011, punto di riferimento essenziale dell'azione della comunità internazionale, della Nato e dell'Italia, che autorizzava a prendere «tutte le misure» necessarie «per proteggere i civili e le aree a popolazione civile minacciate di attacco», è resa complessa dalla violenza dell'attacco delle forze governative;
in questo contesto, accanto alla ricerca delle soluzioni politiche e diplomatiche praticabili e giustamente perseguite, gli alleati hanno sottolineato la necessità di una riorganizzazione dell'azione di intervento per renderla insieme più sicura e più efficiente nella tutela dei civili libici e
nel sostegno alla lotta di liberazione del Consiglio nazionale di transizione di Bengasi;
a fronte di tali richieste avanzate dagli alleati al nostro Paese, cambiando linea rispetto a quanto sostenuto anche in sedi parlamentari, una nota della Presidenza del Consiglio dei ministri ha annunciato che l'Italia parteciperà ai bombardamenti Nato sulla Libia attraverso una «maggiore flessibilità operativa dei propri velivoli con azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico, nell'intento di contribuire a proteggere la popolazione civile libica»;
nella stessa giornata un Ministro dello stesso Governo ha dichiarato che non avrebbe mai votato a favore di questa decisione, che restava contrario a qualunque intervento in Libia, avendo l'Italia già fatto abbastanza mettendo a disposizione le basi, l'appoggio logistico e il pattugliamento anti-radar, e che avrebbe posto il problema in Consiglio dei ministri;
addirittura il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Carlo Giovanardi, in un'intervista a La Stampa, ha spiegato che «l'intervento in Libia è completamente sbagliato, i presupposti sono e restano del tutto infondati»;
il continuo ondivago alternare posizioni diverse su temi così delicati di politica estera contribuisce a rendere il Paese scarsamente affidabile nei contesti internazionali, a ridurre il suo peso politico e l'incisività delle sue posizioni e ad indebolire l'immagine e il ruolo dell'Italia, oltre a rivelare una debolezza sostanziale della compagine governativa certamente non a lungo sostenibile -:
quali siano le nuove regole di ingaggio e le nuove tipologie di missioni, già concordate a livello internazionale e affidate alle nostre Forze armate sul territorio libico, e se le stesse siano confermate alla luce dei contrasti e dei dissensi espressi da autorevoli membri del Governo.
(3-01616)
(Presentata il 26 aprile 2011)