Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE
Atto a cui si riferisce:
S.7/00146 [Promuovere una autentica ed efficace politica di vicinato verso i Paesi del Mediterraneo meridionale da parte del Consiglio d'Europa]
Atto Senato
Risoluzione in Commissione 7-00146 presentata da ANTONELLO CABRAS
mercoledì 20 aprile 2011, seduta n.140
La 3a Commissione, esaminato l'atto comunitario n. 71 intitolato: "Un partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale",
condivisa la valutazione contenuta nella Comunicazione, secondo la quale gli eventi che si stanno verificando nei Paesi della sponda Sud del Mediterraneo "riflettono un processo di profonda trasformazione e avranno conseguenze durature non soltanto per le popolazioni e i paesi di quella regione ma anche per il resto del mondo e in particolar modo per l'Unione europea";
che è ora dunque "il momento di far compiere un salto di qualità alle relazioni tra l'Unione europea e i suoi vicini meridionali";
che questa "nuova impostazione deve essere inequivocabilmente imperniata su impegno comune e impegno condiviso";
rilevato tuttavia che l'analisi proposta dal documento appare tutta centrata sulle questioni politiche, sul deficit democratico che ha segnato l'esperienza dei regimi della sponda Sud del Mediterraneo e sul mancato rafforzamento dei rapporti con la società civile, e che occorre parallelamente un'adeguata considerazione delle debolezze strutturali delle economie di quei Paesi nelle quali vanno rinvenute le cause profonde dei moti popolari;
osservato che l'impostazione seguita sino ad ora nel dialogo euro-mediterraneo deve essere rivista evidenziando anche le differenze che vi sono tra i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo;
che la strategia seguita con il processo di Barcellona prima, la politica di vicinato poi e, da ultimo, con l'Unione per il Mediterraneo, ha privilegiato un approccio poco attento alle istanze di democratizzazione e alle richieste di riforme politiche e sociali provenienti dalla società civile;
osservato invece come l'azione dell'Unione europea e l'insieme delle politiche da essa svolte negli anni hanno avuto un ruolo decisivo nella evoluzione positiva dei processi di democratizzazione sviluppatosi nell'Europa dell'Est dopo la caduta del muro di Berlino, come anche con riferimento allo straordinario sviluppo economico sociale e civile della Turchia;
considerate le difficoltà, che ancora segnano l'azione dell'Unione per il Mediterraneo e che hanno spinto in una dimensione prevalentemente intergovernativa le politiche dell'Unione europea verso i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo;
che occorre ridefinire una chiara gerarchia delle priorità nella proiezione esterna dell'Unione;
condiviso l'intento esposto nel documento in esame dall'Alto rappresentante e dalla Commissione europea, di costruire un "parternariato per la democrazia e la prosperità condivisa", con l'obiettivo di promuovere una "stabilità sostenibile"; una stabilità cioè da conquistare innanzitutto accompagnando il cambiamento politico sociale ed economico;
rilevata tuttavia la modesta e quindi inadeguata dimensione delle risorse mobilitate dall'Unione europea verso le sfide immediate poste dalla situazione in evoluzione nei Paesi della sponda Sud del Mediterraneo, e segnatamente in Tunisia, anche a seguito dell'ulteriore evolversi dei fatti dopo l'adozione della Comunicazione;
che in particolare l'azione umanitaria non è stata sufficientemente tempestiva, coordinata, né di dimensione tale da garantire una chiara visibilità all'Unione nei Paesi della sponda Sud del Mediterraneo;
rilevata la necessità che le istituzioni dell'Unione e, in particolare, l'Alto rappresentante vice presidente della Commissione, garantiscano coerenza tra i vari settori dell'azione esterna dell'Unione e le altre politiche dell'Unione in osservanza di quanto disposto dall'articolo 21 del Trattato sull'Unione europea;
osservato che nell'azione di emergenza descritta dal documento in titolo, non sono stati usati in modo pieno gli strumenti previsti dai Trattati attivando meccanismi che garantissero un'efficace solidarietà tra i Paesi europei, inoltre la stessa applicazione dell'articolo 34 non ha trovato efficace riscontro nella discussione che ha preceduto le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;
che la situazione nel Mediterraneo nel complesso impone una politica estera e di sicurezza dell'Unione più coordinata ed efficace; che in tale prospettiva occorre, a fianco del processo negoziale relativo all'adesione, mettere in opera, da subito, meccanismi istituzionali che coinvolgano in modo attivo la Turchia nella definizione della politica estera dell'Unione;
giudicato necessario, che in occasione del Consiglio europeo del 24 giugno dedicato anche al tema delle migrazioni, il Governo italiano presenti proposte ambiziose, che dovrebbero essere concertate con gli altri Paesi mediterranei dell'Unione;
condivise a tal fine tutte le valutazioni e le proposte contenute nella risoluzione (2010/2269(INI), approvata dal Parlamento europeo nella seduta del 5 aprile di quest'anno sui flussi migratori causati dall'instabilità;
impegna il Governo e invita la Commissione europea e l'Alto rappresentante
a destinare ai Paesi della sponda Sud del Mediterraneo risorse della politica di vicinato, adeguate al perseguimento degli obiettivi esposti nel documento per la realizzazione del "partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa";
a continuare, anche in vista dell'Assemblea generale annuale della BERS del 21 e 22 maggio 2011, ad assicurare il sostegno politico all'estensione degli interventi della BERS all'Egitto, che ha formulato formale richiesta in tal senso, nonché agli altri Paesi della sponda Sud del Mediterraneo, previa modifica dello statuto della Banca;
a continuare a perseguire l'obiettivo di dare maggiore visibilità all'azione dell'Unione europea attraverso forme di sostegno all'economia locale, allo sviluppo di infrastrutture nonché al rafforzamento delle istituzioni nei Paesi della sponda Sud del Mediterraneo come quelle che verranno rese possibili dalla decisione di aumentare le disponibilità della BEI;
a sottoporre i progetti e le iniziative previste nel documento in esame a condizioni che stimolino la realizzazione di riforme economiche, sociali, e politiche con l'obiettivo di dare un sostegno concreto alla costruzione di sistemi democratici fondati sullo stato di diritto nella prospettiva di rafforzare in modo efficace la stabilità nella regione;
a garantire il massimo coordinamento tra tutte le politiche dell'Unione per permettere un'azione esterna della stessa efficace e coerente;
ad utilizzare a tal fine tutti gli strumenti previsti dal Trattato di Lisbona.
In questa prospettiva ritiene essenziale promuovere una effettiva politica comune in materia migratoria e di gestione delle frontiere in ambito UE e l'istituzione, entro il 2012, di un Sistema Comune Europeo d'Asilo al fine di garantire quell'essenziale principio di solidarietà e di equa ripartizione delle responsabilità tra gli Stati membri previsto dall'articolo 80 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, indispensabile per la gestione attiva dei movimenti migratori e della circolazione dei lavoratori, degli studenti, dei ricercatori e dei professionisti (per i quali, ad esempio, si dovrebbe prevedere un progetto di scambi ad hoc analogo al Progetto Leonardo da Vinci attualmente limitato ai professionisti dei Paesi membri) tra le due sponde del Mediterraneo;
impegna il Governo ad intraprendere le opportune iniziative presso gli organi competenti del Consiglio d'Europa, per promuovere una autentica ed efficace politica di vicinato verso i Paesi del Mediterraneo meridionale da parte del Consiglio d'Europa, volta a favorire i processi di democratizzazione fondati sui principi della preminenza del diritto e del pieno riconoscimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali;
invita, in questa prospettiva, a valutare l'opportunità di attivare la procedura prevista dalla Risoluzione statutaria (93) 26 del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, per accordare lo statuto di osservatori presso il Consiglio d'Europa ai Paesi del Mediterraneo meridionale che lo vogliano e che si impegnino, secondo quanto previsto dal paragrafo primo della medesima Risoluzione, ad accettare i principi della democrazia, della preminenza del diritto e il principio in virtù del quale ogni persona debba godere dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali;
invita altresì la Delegazione parlamentare italiana presso l'Assemblea del Consiglio d'Europa ad attivare la procedura prevista dall'articolo 60 del Regolamento della medesima Assemblea, per accordare un analogo statuto di osservatore ai Parlamenti dei medesimi Paesi;
invita il Presidente della Commissione europea ad attivare e coordinare tutte le politiche e gli strumenti di cui dispone la Commissione nella gestione delle crisi complesse che attraversano la regione mediterranea;
rilevata la responsabilità dell'Alto rappresentante nel settore delle relazioni esterne, nella sua qualità di vice presidente della Commissione, secondo quanto previsto all'articolo 18, comma 4, e all'articolo 21, comma 3, la invita ad svolgere in modo efficace e sinergico la necessaria attività di coordinamento di tutti gli aspetti dell'azione esterna dell'Unione, coordinando in particolare le politiche di assistenza umanitaria, cooperazione allo sviluppo, commercio internazionale nonché allargamento e politiche di vicinato;
invita la Commissione europea a chiarire in quali casi ritiene si possa parlare di "esistenza di un afflusso massiccio di sfollati" ai sensi della direttiva 2001/55/CE precisando in modo puntuale le condizioni per attivare questo meccanismo;
auspica che il Consiglio giunga a una rapida approvazione della proposta di direttiva volta a disciplinare, in modo omogeneo a livello dell'Unione le condizioni di accesso dei migranti economici al territorio degli Stati membri dell'Unione europea e la loro successiva circolazione.
(7-00146)
CABRAS