• Testo risoluzione in commissione

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00572 [Moratoria di un anno delle cartelle e del blocco delle sanzioni, fino all'esonero dal pagamento per un anno per le imprese sarde]



La VI Commissione,
premesso che:
i dati recentemente diramati da Equitalia danno la misura di quanto grave sia la crisi che sta attraversando il sistema economico della regione Sardegna;
solo nella provincia di Cagliari, nel gennaio 2011 33.956 imprese (+11 per cento rispetto a gennaio 2010) risultano essere indebitate con Equitalia per oltre 2 miliardi e 232 milioni di euro contro il miliardo e 700 milioni del gennaio 2010. In circa 12 mesi il sistema imprese ha incrementato i propri debiti nei confronti di EQUITALIA quasi del 24 per cento;
il Sulcis Iglesiente ha oltre il 40 per cento dei lavoratori sardi in cassa integrazione (3.200) a fronte dell'8 per cento di popolazione sarda, a causa della crisi industriale con estese, ripercussioni sugli altri settori, industria, commercio, artigianato;
nello specifico si registra: +23,30 per cento relativo alla sezione Erario, (+20,56 per cento in Sardegna), +10,89 per cento nella sezione INPS (+11,15 per cento in Sardegna) e +21,46 per cento nella sezione Altri (+14,37 per cento in Sardegna);
si tratta di dati talmente drammatici per i quali si rendono quanto mai urgenti interventi straordinari, così come

straordinaria è la crisi che stiamo attraversando, come per esempio l'abolizione delle sanzioni del 30 per cento e degli interessi e di ogni spesa accessoria, in modo da rendere possibile attivare un pagamento che altrimenti diventerebbe impossibile;
la situazione delle aziende artigiane, commerciali e anche per le imprese agricole è a dir poco catastrofica e si colloca in una crisi più vasta fatta di disoccupazione, di cassa integrazione, di blocco degli investimenti. L'indebitamento delle imprese aumenta a causa dei vincoli del patto stabilità, vincoli che obbligano le imprese ad un meccanismo che le vede anticipare somme per iniziare i lavori ed aspettare anche un anno per il recupero degli oneri dovuti sui lavori eseguiti. Questo fa sì che si arrivi ad un serio rischio di fallimento, fino alla cancellazione dell'iscrizione all'albo delle imprese e al diniego del Durc, avendo così precluse le partecipazioni alle gare d'appalto;
risulta che da qualche mese le cartelle esattoriali di Equitalia siano più che raddoppiate per ritardi nei pagamenti, dei contributi Inps, dell'Ici, dell'Iva;
occorre mettere in evidenza che non parliamo d'imprese che vogliono evadere, ma che sono state sempre in regola e oggi chiedono semplicemente misure urgenti quali l'aumento del numero delle rate per pagamento degli oneri previdenziali, il blocco dei pignoramenti, la riduzione dell'aggio e degli interessi, la rivisitazione dei criteri dei piani di settore;
i dispositivi che possono consentire alle aziende di superare i periodi di difficoltà gestionale potrebbero essere le rateazioni, le sospensioni per motivi eccezionali e la sospensione amministrativa della riscossione, la riduzione delle sanzioni civili in materia di contributi previdenziali, la sostituzione di garanzie reali con garanzie fideiussorie, l'applicazione dell'articolo 182-ter legge finanziaria - transazione fiscale; i rimborsi di imposte;
i commercianti si chiedono perché ci si debba sentire trattati da evasori, con strumenti così coercitivi, come il fermo amministrativo (che impedisce di lavorare e quindi di poter pagare), il prelievo d'autorità senza nessun preavviso dai conti correnti, o l'ipoteca e il pignoramento dei beni immobili, frutto di una vita di sacrifici e di duro lavoro. Il sistema perverso degli interessi, delle more, delle sanzioni portano il debito a lievitare oltre ogni ragionevole misura, facendo raddoppiare la cifra in circa cinque anni, trasformando così un disastro economico in un disastro sociale;
la situazione debitoria è dovuta anche all'insolvenza della pubblica amministrazione negli oneri dovuti per esempio nelle gare d'appalto, nelle richieste dei beni, per via del vincolo del patto di stabilità, che crea questo perverso meccanismo per cui le imprese sono costrette ad anticipare per lavori della pubblica amministrazione e si trovano poi a non poter adempiere agli oneri per mancanza di liquidità, rischiando anche il fallimento, perché escluse, se insolventi, dalla partecipazione di altri appalti;
a ciò si somma il fatto che la situazione si è aggravata soprattutto nell'ultimo anno a causa della grave crisi economica in atto, con la messa in essere di procedure di pignoramenti immobiliari ed anche il sequestro di macchinari e automezzi utilizzati per il lavoro di molte attività, sia di ambito artigianale che agropastorale,


impegna il Governo:


ad assumere le necessarie iniziative dirette a una moratoria di un anno delle cartelle e del blocco delle sanzioni, fino all'esonero dal pagamento per un anno;
all'accantonamento degli attuali studi di settore perché non veritieri in una situazione di crisi come quella attuale;
alla riduzione dell'aggio al 3 per cento;
a predisporre delle regole per il meccanismo di compensazione oggi esistente

tra Equitalia e Agenzie delle entrate, anche tra Equitalia e la pubblica amministrazione.
(7-00572)
«Strizzolo, Schirru, Calvisi, Fadda, Pes, Marrocu, Bellanova, Madia, Gnecchi, Berretta, Damiano, Arturo Mario Luigi Parisi, Melis, Vico, Mereu».