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Atto a cui si riferisce:
S.4/04926 [Emergenza nomadi nel comune di Castelnuovo di Porto, Roma]



CICOLANI - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

a Castelnuovo di Porto (Roma) è presente un centro di accoglienza residenti asilo ed emergenza nomadi e profughi allestito ai sensi del decreto-legge 30 ottobre 1995, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 563 del 1995;

nella città di Roma è presente una Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale istituita con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3703 del 2008;

il Ministero dell'interno ha trasformato il Centro di accoglienza in un Centro di accoglienza per richiedenti asilo (CARA);

tramite il medesimo provvedimento la porzione di terreno demaniale di Ponte Galeria (Roma), già utilizzata come CARA, è stata convertita in Centro di identificazione ed espulsione;

il comune di Roma accoglie il maggior numero di immigrati e rifugiati aventi diritto alla protezione internazionale;

la situazione di crisi internazionale nell'area del Maghreb e di tutto il Nord Africa ha acuito l'emergenza immigrati, il cui afflusso sulle nostre coste è aumentato in maniera esponenziale come le relative richieste di asilo politico e, quindi, si presenterà l'esigenza di assicurare ai richiedenti asilo assistenza e collocazione nel rispetto della normativa internazionale vigente in materia di rifugiati;

il CARA di Castelnuovo di Porto ospita attualmente circa 450 persone, per l'accoglienza e il sostentamento dei quali sono stati posti in essere interventi, oltre tutto onerosi per la comunità locale. Interventi che verrebbero resi vani da uno snaturamento del CARA in quanto andrebbe ad assolvere funzioni contrastanti alle finalità per cui è stato creato. Finalità ribadite ai Comuni dell'area in questione nel 2010 dalla Prefettura di Roma;

la comunità di Castelnuovo di Porto e delle zone limitrofe, i cui abitanti raggiungono le 8.000 unità, è quindi oberata pesantemente da un rapporto coatto con un gruppo esogeno di persone e non è nelle condizioni di sostenere l'ulteriore impatto di una folta presenza di etnia rom, popolazione con esigenze del tutto incompatibili con la zona e il suo contesto socio-econimico;

l'insediamento di una comunità di etnia rom rischierebbe di gravare pesantemente sull'economia dell'intero territorio interessato, in considerazione del fatto che nell'area attorno a Castelnuovo di Porto - nell'arco di 10 chilometri - già esiste un campo rom, il River, con oltre 600 presenze nonostante la previsione fosse di 450 rom. Sempre in loco, a via del Bonardo, sono presenti altri 450 zingari tutti caratterizzati da un alto tasso di criminalità, mentre a via della Cerquetta 99 è sito un insediamento formato da 100 zingari;

nell'area di Castelnuovo esiste un importante insediamento di case popolari all'interno delle quali vi sono diversi elementi dediti al malaffare;

la via Tiberina, arteria principale nel territorio di Castelnuovo, è divenuta negli anni un "punto di riferimento" per organizzazioni malavitose di vario genere, in quanto "mercato a cielo aperto" di droga e crocevia per la prostituzione;

nella giornata del 22 marzo 2011, si è tenuto a Castelnuovo di Porto un Consiglio comunale, aperto ai 17 Comuni distrettuali e di altri Comuni limitrofi, per discutere del trasferimento dei rom nel CARA in questione e del fatto che prenderanno il posto dei richiedenti asilo attualmente ospitati;

i Sindaci presenti hanno espresso unanimemente parere negativo a tale operazione anche perché è stata decisa dal Sindaco di Roma e dal commissario straordinario per l'emergenza rom prefetto Pecoraro senza un loro coinvolgimento,

si chiede di sapere:

quali provvedimenti si intenda assumere per risolvere questa emergenza senza che il fenomeno incida negativamente sulle popolazioni limitrofe a Roma, comune nel quale questi nomadi sono, ad oggi, collocati;

quali iniziative si intenda avviare con le istituzioni locali, deputate a gestire queste emergenze, per concertare le azioni da adottare rispetto a questa emergenza;

se sia nelle intenzioni del Ministro in indirizzo promuovere un tavolo istituzionale per affrontare la crisi, con i Sindaci interessati, il Comune di Roma, la Provincia e la Prefettura.