• Testo interrogazione a risposta orale

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02045 [Linea di politica estera sulla gestione della crisi in Libia]



TONINI, MARINARO, MARCENARO, PINOTTI, MICHELONI, LIVI BACCI, BONINO, CABRAS - Al Ministro degli affari esteri - Premesso che:

al termine dell'incontro del 4 aprile 2011 con il responsabile della politica estera del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) di Bengasi, Alì al Isawi, il Ministro in indirizzo ha annunciato di aver "deciso di riconoscere il Cnt come l'unico interlocutore legittimo per rappresentare la Libia";

nella stessa circostanza il ministro Frattini ha anche affermato che: "È necessario proseguire gli attacchi aerei contro le forze di Gheddafi" e che "la consegna di armi agli insorti non può essere esclusa";

sempre nella stessa occasione, il ministro Frattini ha anche sostenuto la necessità di "imporre a Gheddafi il cessate il fuoco" e che "Qualsiasi soluzione per il futuro della Libia ha come precondizione che Gheddafi lasci il potere";

rilevato che:

il 10 marzo, commentando la decisione francese di riconoscere il Cnt, il ministro Frattini, come riportano le agenzie di stampa, osservava che "l'Europa e i singoli Stati riconoscono gli Stati, non i gruppi" e che "L'Italia vuole una decisione europea, condivisa, unanime e credibile", perché "se l'Unione europea comincia ad andare alla spicciolata su queste questioni saremo tutti molto più deboli", dunque "Per noi l'unica cosa seria è che sia l'Europa tutta unita ed insieme a decidere";

sempre il 10 marzo, in un'intervista pubblicata sul "Quotidiano Nazionale", il ministro dichiarava: "Escludo tassativamente che nostri aerei possano partecipare a bombardamenti mirati", mentre il 1° aprile da Buenos Aires dichiarava che la fornitura di armi agli insorti "È una extrema ratio da discutere solo nel momento in cui fosse veramente l'unica ed esclusiva misura necessaria per proteggere i civili dagli attacchi di Gheddafi";

il 27 marzo, a "Domenica cinque" il ministro Frattini affermava "Dobbiamo promuovere un immediato cessate il fuoco da entrambe le parti";

considerato che la rilevanza delle questioni inerenti alla crisi libica richiede una stabile e condivisa linea di politica estera da parte del Governo, esaminata, discussa e approvata dal Parlamento,

si chiede di sapere:

quali siano le ragioni che hanno indotto il Ministro in indirizzo a correggere, su punti significativi, la linea di politica estera sulla Libia;

quale sia la sua valutazione circa i danni che possa recare alla credibilità e agli interessi nazionali una linea di politica estera incerta e ondivaga, soggetta a frequenti mutamenti di rotta;

quali iniziative intenda assumere per restituire stabilità e condivisione alla politica estera italiana sulla crisi libica.