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Atto a cui si riferisce:
C.1/00608 [Programmi assistenziali a favore di minori stranieri ]



La Camera,
premesso che:
la Commissione bicamerale per l'infanzia il 14 gennaio 2011 ha ascoltato in audizione informale l'associazione A.G.E.O.P. ricerca onlus di Bologna, attiva da ventinove anni presso il Policlinico Sant'Orsola Malpighi - reparto di oncologia e ematologia pediatrica «Lalla Seragnoli», per approfondire le modalità attraverso le quali i minori stranieri, affetti da patologia oncologica, o da altre gravi patologie, possono accedere alle strutture sanitarie del territorio italiano. L'attività di A.G.E.O.P ricerca onlus sostiene i pazienti pediatrici oncologici e le loro famiglie in quanto, per rendere possibile il trattamento sanitario a favore di bambini stranieri, è necessario che le associazioni di volontariato si facciano garanti economicamente ed operativamente dell'attivazione di servizi di supporto all'assistenza sanitaria, in particolare: del trasferimento in Italia, dell'organizzazione del soggiorno del familiare o dell'accompagnatore dei minori assistiti e degli stessi e del rientro nel Paese d'origine. La gravità della patologia oncologica in età pediatrica richiede la massima tempestività del ricovero presso strutture sanitarie altamente specializzate in grado di definire una prognosi certa, prima condizione necessaria per concrete possibilità di cura e guarigione; la mancata consapevolezza di quanto sopra da parte delle ambasciate e consolati italiani all'estero ostacola il tempestivo rilascio di permesso di soggiorno per cure mediche così come previsto invece dalla normativa italiana;
la legge 449 del 27 dicembre 1997, articolo 32, comma 15, prevede che: «Le Regioni, nell'ambito della quota del Fondo sanitario nazionale ad esse destinata, autorizzano, d'intesa con il Ministero della sanità, le aziende unità sanitarie locali e le aziende ospedaliere ad erogare prestazioni che rientrino in programmi assistenziali, approvati dalle regioni stesse, per alta specializzazione a favore di: a) cittadini provenienti da Paesi extracomunitari nei quali non esistono o non sono facilmente accessibili competenze medico-specialistiche per il trattamento di specifiche gravi patologie e non sono in vigore accordi di reciprocità relativi all'assistenza sanitaria; b) cittadini di Paesi la cui particolare situazione contingente non rende attuabili, per ragioni politiche, militari o di altra natura, gli accordi eventualmente esistenti con il Servizio sanitario nazionale per l'assistenza sanitaria;
da un'analisi dei dati del registro AIEOP Mod. 1.01 relativo al periodo 1999-2008, gli immigrati (nati all'estero) indipendentemente dal Paese di origine (comunitario o non) sono il 7,8 per cento di tutti i casi in età pediatrica (0-17 anni) diagnosticati ogni anno dagli oltre 50 centri aderenti, risultando pari a 115 nuovi casi all'anno contro i 1.360 nuovi casi all'anno che risultano nati in Italia. In questi 10 anni si è avuto un incremento costante del loro numero annuale, passato da 30 casi nel 1999 ai 130 casi del 2008, a fronte di un pari aumento dei casi nati in Italia, passati dai 1.224 del 1999 ai 1.474 del 2008. Circa un 59 per cento dei casi immigrati è costituita da leucemie-linfomi contro un 48 per cento dei casi nati in Italia. La percentuale di leucemie sul totale dei casi è maggiore per gli immigrati (47 per cento contro 33 per cento, con elevata frequenza relativa di leucemie mieloidi acute e leucemie croniche, di cui rappresentano rispettivamente il 16 per cento e il 20 per cento del totale di queste due forme, mentre simili invece risultano le percentuali delle leucemie acute linfoblastiche nei due gruppi (30 per cento contro 26 per cento) e dei linfomi nei due gruppi (12 per cento contro 15). Circa un 41 per cento dei casi immigrati è costituita da tumori solidi, contro un 52 per cento dei casi nati in Italia. Negli immigrati risultano minori le percentuali relative della maggior parte dei tumori solidi rispetto ai casi nati in Italia, tranne

che per i tumori ossei dove la percentuale risulta essere il doppio negli immigrati rispetto ai nati in Italia (8 per cento contro 4 per cento), soprattutto per gli osteosarcomi, dove ben il 17 per cento di tutti i casi è costituito da immigrati. La sopravvivenza dei casi immigrati risulta essere significativamente inferiore rispetto ai casi nati in Italia, sia globalmente (62 per cento contro 76 per cento a 5 anni dalla diagnosi), sia nel caso delle Leucemie-Linfomi (66 per cento contro 84 per cento a 5 anni dalla diagnosi), mentre risulta sovrapponibile per i tumori solidi (44 per cento contro 49 per cento a 5 anni dalla diagnosi). Questo per una ragione di selezione negativa dei casi poiché i più complessi, spesso con diagnosi non corretta, vengono dirottati nei centri altamente specializzati;
da un'indagine sulla cooperazione sanitaria internazionale delle regioni italiane curata dal CeSPI-OICS nel 2008 emerge che le regioni hanno notevolmente accresciuto negli ultimi anni il loro ruolo nelle relazioni internazionali e che nell'ambito della politica di cooperazione allo sviluppo, la cooperazione decentrata delle regioni è sempre più riconosciuta a livello nazionale ed europeo;
la maggior parte delle regioni fa rientrare le attività di assistenza sanitaria internazionale nelle leggi sulla cooperazione decentrata e, quindi, nel quadro della programmazione ed organizzazione che fa capo ai servizi propri alle relazioni internazionali, con interventi progettuali puntuali di organizzazioni non governative ed altri soggetti dedicati;
alcune regioni, tuttavia, quali Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana, Umbria e Veneto, hanno predisposto atti normativi ad hoc che disciplinano la materia, prevedendo un maggiore ruolo della struttura amministrativa competente, della direzione sanità e del sistema sanitario del territorio;
in specifico la regione Emilia-Romagna in base al documento di indirizzo programmatico per il triennio 2009-2011 ha approvato, con delibera 174 dell'8 ottobre 2010, il nono programma assistenziale a favore di cittadini stranieri per l'anno 2010 con un finanziamento complessivo di 1.550.000 euro, di cui 400.000 euro per il progetto Saving Children (delibera 1913/2007). Le aree geografiche definite prioritarie dall'assemblea legislativa sono: Argentina, Albania, Bosnia-Erzegovina, Brasile, Cuba, Eritrea, Etiopia, Kosovo, Libano, Marocco, Moldavia, Montenegro, Mozambico, Senegal, Serbia, Territori dell'Autonomia Palestinese, nonché al popolo Saharawi proveniente dai campi profughi algerini. Per le tipologie di intervento di cui al progetto regionale Chernobyl si tiene conto delle richieste provenienti dalla Repubblica di Bielorussia e dalle aree ucraine contaminate dall'incidente nucleare di Chernobyl. Si tiene, inoltre, conto delle richieste provenienti da organizzazioni non lucrative del territorio regionale, per minori provenienti dall'Africa sub sahariana, con riferimento a Zambia e Zimbabwe;
nell'ambito dell'ottavo programma assistenziale della regione Emilia-Romagna sono stati 102 i cittadini stranieri trattati, prevalentemente al di sotto dei 14 anni e gli interventi hanno riguardato bambini affetti da patologie severe nell'ambito dell'oncoematologia, della cardiochirurgia, della chirurgia ortopedica, delle forme tumorali e della nefrologia,


impegna il Governo:


a colmare la disinformazione sui programmi assistenziali a favore di cittadini stranieri presso le ambasciate e i consolati d'Italia all'estero;
a sensibilizzare gli stessi su questo rilevante tema e a invitarli ad una maggiore disponibilità e collaborazione con le associazioni che operano in questo settore;
a facilitare il rilascio presso le citate strutture del permesso di soggiorno per cure mediche anche al secondo accompagnatore, tenuto conto che la durata e la gravosità delle cure rendono indispensabile la presenza di due accompagnatori;

a facilitare altresì il rilascio dei permessi temporanei ad altri familiari che possano far visita al bambino in momenti di particolare criticità o in fase terminale;
a sostenere, presso l'Unione europea, l'esigenza di definire le modalità per il riconoscimento della possibilità di accesso all'erogazione di prestazioni sanitarie di alta specialità nei Paesi membri dove queste cure sono disponibili, a favore di bambini provenienti da quei Paesi dell'Unione europea impossibilitati a sostenerne l'onere economico o che non dispongano di adeguati centri sanitari specializzati.
(1-00608)
«Zampa, Schirru, Brandolini, Mattesini, Cardinale, Recchia, Viola, Lo Moro, Mogherini Rebesani, De Torre».