esattamente un anno fa, nel febbraio 2010, in Senato sono stati presentati i risultati della "Peer Review" dell'OCSE sulla cooperazione allo sviluppo italiana. L'OCSE, valutando lo stato d'implementazione delle sedici raccomandazioni formulate cinque anni fa all'Italia, ha concluso che la maggior parte di esse non era stata realizzata;

in particolare, il documento OCSE sollecitava l'Italia ad onorare gli impegni più volte assunti per interventi sia legislativi che di Governo orientati a rendere più efficienti, stabili e finanziariamente solide le strategie di cooperazione allo sviluppo. Veniva ribadita la validità delle raccomandazioni del 2004, a cui si aggiungevano 19 nuove raccomandazioni;

in quell'occasione le organizzazioni non governative (ONG) italiane presentarono il documento "10 riforme in un anno", in cui si denunciava il rischio concreto che le raccomandazioni OCSE restassero inapplicate come quelle di cinque anni prima, a causa delle debolezze della struttura amministrativa della cooperazione italiana e del disinvestimento finanziario pubblico nella cooperazione allo sviluppo;

le ONG italiane chiesero allora al Governo di dare priorità ed un calendario pubblico per l'attuazione delle raccomandazioni OCSE, indicando un piano di scadenze dettagliato per la realizzazione entro il 2013 di tutte le riforme raccomandate;

nel prossimo novembre, un gruppo di esaminatori dell'OCSE sarà nuovamente in Italia per valutare lo stato d'avanzamento della messa in opera delle nuove raccomandazioni, così da evitare che, all'avvio del nuovo esame nel 2013, l'Italia si trovi nuovamente completamente impreparata,

si chiede di conoscere quale sia a giudizio del Ministro in indirizzo lo stato di avanzamento per ciascuna delle 19 raccomandazioni formulate dalla "Peer Review" dell'OCSE nel febbraio 2010, e quale sia il calendario delle riforme programmate, raggruppate per livello di priorità, dal 2011 al 2013.