• Testo interrogazione a risposta scritta

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Atto a cui si riferisce:
C.4/10375 [Promuovere, soprattutto nelle scuole, la tutela delle tradizioni e dei riti che contraddistinguono le festività cattoliche]
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Testo della risposta scritta



NEGRO. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
stando alle notizie riportate dagli organi di stampa la Commissione europea ha stampato più di tre milioni di copie di un «diario» in ognuna delle lingue dei Paesi dell'Unione da distribuire agli alunni delle scuole secondarie;
non entrando nel merito dell'opportunità di questa iniziativa considerati anche gli eccessivi costi che tale operazione ha comportato per le casse dell'erario pubblico comunitario, è necessario però stigmatizzare come questo diario ad avviso dell'interrogante violi il principio della libertà religiosa e si renda responsabile di offesa nei confronti della religione cristiana;
sempre stando alle informazioni rese note dai mass media si apprende, infatti, che nel diario promosso dalla Commissione europea siano ricordate tutte le festività religiose tranne quelle cristiane a tal punto che nella pagina dedicata al venticinque dicembre si faccia riferimento ad una fantomatica festa dell'amicizia invece che al Santo Natale;
l'Europa ha abbassato la guardia demograficamente, psicologicamente e spiritualmente, è incapace di reagire perché assuefatta ad ideali di multiculturalismo e mondialismo, necessari ad una concezione economicamente fruibile della realtà ma a prezzo di un relativismo senza uscita per quel che riguarda valori, identità, tradizioni;
un relativismo che altro non è se non una maschera del nichilismo, ossia la volontà del nulla, che nega l'esistenza di valori e di realtà comunemente ammessi: pari valore di tutte le culture significa azzeramento dei valori;
un'Europa che rinuncia alle sue stesse radici non può essere altro che un progetto fallimentare proprio per la fragilità valoriale su cui si fonda;
un Europa che nella sua carta dei diritti fondamentali non fa alcun riferimento alle radici cristiane che hanno apportato significati prevalentemente morali e spirituali elaborando il concetto di psiche, l'idea dell'uomo capace di intendere e di volere, l'importanza della cura dell'anima, il valore e la centralità dell'uomo come persona in rapporto con gli altri e con Dio, promuovendo i valori dell'uguaglianza, della tolleranza e della libertà oltre che della grandezza dell'umile, mettendo al centro dell'esistenza umana il principio dell'amore;
se la libertà religiosa, di credenza e di coscienza, è un diritto inviolabile consolidato nella cultura del popolo italiano e riconosciuto in modo inequivocabile dal combinato disposto degli articoli 3, 8, 19 e 20 della Costituzione italiana, è innegabile che il patrimonio storico culturale del nostro Paese affonda le proprie radici nella civiltà e nella tradizione cristiana;
il nostro Stato, attraverso il Concordato e la protezione costituzionale di cui esso gode a norma dell'articolo 7 della Costituzione, riconosce alla Chiesa cattolica un fondamentale ruolo storico e sociale dato da una antica ininterrotta tradizione che lega il popolo italiano alle vicende della Chiesa cattolica. Il Concordato del 1984, pur superando l'affermazione prevista dal Trattato del 1929 per cui «la religione cattolica apostolica romana» veniva considerata «la sola religione dello Stato», ha riaffermato allo stesso tempo che non sussiste una situazione di parità fra la Chiesa cattolica e le altre confessioni, né sul piano legislativo ordinario né sul piano costituzionale,

come confermato dall'importante missione educativa affidata alla Chiesa cattolica, dalla previsione dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche di ogni ordine e grado, dal riconoscimento degli effetti civili ai matrimoni contratti secondo le norme del diritto canonico e dalla riserva ai tribunali ecclesiastici, nei limiti fissati dalla giurisprudenza costituzionale, delle relative sentenze di nullità;
va inoltre ricordato che la religione cattolica, rispetto alle altre fedi, gode di una maggiore protezione anche in sede penale nell'ipotesi di «delitti contro il sentimento religioso» e che la Corte costituzionale, più volte adita in materia, ha rigettato le istanze volte a mettere in luce una violazione del principio di uguaglianza e di libertà, considerata la maggiore intensità delle reazioni sociali che suscitano le offese alla fede cattolica dato l'inscindibile legame tradizionale con il popolo italiano;
la particolare tutela che il nostro Paese riconosce alla religione cattolica non costituisce, per altro verso, negazione o limitazione della libertà religiosa delle altre confessioni. Risulterebbe inaccettabile per la storia e per la tradizione dei nostri popoli, se la decantata laicità della Costituzione repubblicana fosse malamente interpretata;
rispetto a questo sentimento religioso diffuso, si stanno affermando tendenze «laiciste» che, in nome del rispetto della libertà religiosa, impongono l'abbandono di quelle tradizioni che costituiscono un punto di riferimento fondamentale per le nostre radici culturali; il riferimento, in particolare, è alle azioni avviate da alcuni insegnanti e presidi nelle nostre scuole per sospendere quei riti - come il presepe e i canti natalizi - che da sempre contraddistinguono il Natale cattolico;
l'integrazione europea, per essere non solo formale, ma anche sostanziale e valoriale, deve fondarsi su un rispetto delle identità che contraddistinguono i popoli europei. L'Europa non può ignorare da dove deriva la sua stessa democrazia. È, infatti, innegabile che sia proprio la tradizione cristiana ad aver consegnato alla storia il moderno concetto di persona (cioè dell'individuo che in quanto tale, prima ancora di essere cittadino, è portatore di dignità e di diritti), principio recepito come fondante da tutte le costituzioni laiche degli stati membri dell'Unione europea. Un'Europa che rinuncia alla propria anima è destinata a morire. Relegare la religione alla sfera privata, escludendo la tradizione religiosa dell'Europa dal dialogo pubblico è un grave errore che rischia di far precipitare le nuove generazioni in un vuoto valoriale -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti e quali provvedimenti intenda adottare per farsi promotore, in tutte le sedi, comunitarie ed internazionali, di un istanza di tutela dei simboli identitari che contraddistinguono il patrimonio culturale e religioso del nostro popolo, adottando gli opportuni strumenti politici, normativi e giudiziari atti a delegittimare iniziative come quella descritta in premessa;
a promuovere, soprattutto nelle scuole, la tutela delle tradizioni e dei riti che contraddistinguono le festività cattoliche, a partire dal Natale, riconoscendo alle radici cristiane un valore fondante della nostra cultura.
(4-10375)