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Atto a cui si riferisce:
C.1/00513 [Valorizzare l'agricoltura italiana nella nuova politica agricola comune]



La Camera,
premesso che:
il 18 novembre 2010 la Commissione europea ha presentato il documento d'indirizzo generale sulle future modifiche della politica agricola comune (PAC) - la Pac verso il 2020 - che, in linea con quanto espresso dal Parlamento europeo con la risoluzione approvata l'8 luglio 2010 (cosiddetto «rapporto Lyon»), punta a costruire una riforma robusta e moderna che sappia soddisfare le molteplici attese dei cittadini e valorizzare il contributo dell'agricoltura e delle aree rurali alle nuove emergenze della società;
il documento sulla Pac è il frutto di un lavoro che ha coinvolto le istituzioni ed i cittadini europei che hanno indicato la necessità che la futura Pac mantenga l'assetto odierno di politica comune «forte» e imperniata su due pilastri, al servizio dei seguenti obiettivi strategici: sicurezza dell'approvvigionamento alimentare; produzione sostenibile di derrate alimentari di pregio e di qualità; tutela dell'occupazione locale delle comunità rurali;
questi obiettivi, tuttavia, già centrali nella PAC del trattato di Roma e recentemente confermati dal Trattato di Lisbona, non sono stati tutti raggiunti. Infatti, il reddito degli agricoltori rimane ben al di sotto di quello medio complessivo; la bilancia commerciale dell'Unione europea è andata peggiorando, accumulando un pesante deficit commerciale; infine, i mercati sono tutt'altro che stabili ed espongono i redditi degli agricoltori a continue penalizzazioni;
la riforma della PAC verrà inserita nell'ambito del nuovo bilancio dell'Unione europea e il documento prefigura un primo pilastro più «verde» e più equamente ripartito e un secondo pilastro maggiormente incentrato sulla competitività e l'innovazione, il cambiamento climatico e l'ambiente, contando su risorse di bilancio limitate, che tuttavia tengano in debito conto del pesante impatto che la crisi esercita sull'agricoltura;
quindi, per il nostro settore primario, assumono un rilievo centrale le decisioni che verranno prese sulle dimensioni del futuro bilancio per la PAC, sulla riforma del «pagamento unico per azienda» e sulla remunerazione dei servizi collettivi che gli agricoltori forniscono alla società sia in materia di tutela ambientale sia in materia di sicurezza alimentare;
i due principali nodi, che il documento della Commissione non scioglie, si sostanziano nell'esigenza di salvaguardare il budget comunitario complessivo destinato al settore agricolo e nella necessità di imperniare i meccanismi di ripartizione di tali somme su criteri di tipo qualitativo, incentrati sul valore della produzione, piuttosto che sul mero criterio dell'estensione delle superfici, che risulterebbe fortemente penalizzante per il comparto agricolo italiano;
a livello generale, il documento della commissione, che non entra nello specifico delle questioni più spinose, rappresenta comunque una buona base di partenza su cui costruire una riforma ambiziosa che tuteli le specificità del nostro settore primario;
nel documento della Commissione si afferma che, per far fronte alle nuove sfide, la Pac deve essere modificata e, in particolare, è necessario fare in modo che il sostegno della PAC sia ripartito in modo equo e bilanciato tra i vari Stati membri e tra gli agricoltori e sia più efficacemente mirato agli agricoltori in attività, riducendo le disparità tra gli Stati membri e tenendo conto del fatto che un sostegno forfettario non costituisce una soluzione praticabile;
la certezza del quadro finanziario rappresenta per il Parlamento la condizione sine qua non per definire le nuove

regole di politica agricola comune; senza un quadro chiaro e definito delle risorse, a avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, non si riuscirà ad approvare alcuna disposizione legislativa;
per quanto attiene alle risorse:
a) il documento della Commissione prefigura una modalità flessibile nella gestione delle risorse in cui si superano i riferimenti storici della spesa; tale previsione necessita di un'attenta valutazione al fine di evitare eccessivi squilibri del quadro finanziario tra gli Stati membri che determinerebbero un effetto distorsivo molto ampio con drammatiche conseguente per l'agricoltura di molte aree dell'Europa; in particolare, la proposta non chiarisce se sia intenzione della Commissione istituire un sistema per riequilibrare eventuali impatti distorsivi su territori e settori derivanti dalla nuova distribuzione delle dotazioni nazionali;
b) fondamentale, in tal senso, è che il meccanismo per la definizione delle dotazioni nazionali tenga conto non solo della superficie ma anche di altre importanti variabili come il valore e l'occupazione;
c) come ha stabilito il rapporto Lyon, è necessario inoltre che gli Stati membri abbiano un adeguato margine di flessibilità per gestire al meglio le componenti previste dallo schema di pagamento unico e per ripartire le risorse finanziarie tra le stesse componenti; al riguardo, la componente del voluntary coupled support, sostitutiva dell'attuale articolo 68 del Regolamento (CE) n. 73/2009, dovrà essere infine meglio specificata e definita in termini di misure e modalità di assunzione;
per quanto attiene agli strumenti di gestione delle crisi la comunicazione non fornisce dettagli esaustivi sullo sviluppo degli strumenti di gestione del mercato all'interno dell'OCM unica; il Parlamento europeo con la relazione Lyon ha già stabilito l'importante principio di introdurre strumenti ad hoc per gestire le crisi di mercato così come specifiche riserve di bilancio per fronteggiare le emergenze;
per quanto attiene al riequilibrio dei rapporti di filiera, il documento non chiarisce gli strumenti che dovranno riequilibrare e stabilizzare le relazioni all'interno della filiera alimentare tra gli anelli più deboli e le fasi a valle; anche questo tema è stato affrontato dal Parlamento europeo che, sia con la relazione Lyon sia con la relazione Bovè - «Redditi equi per gli agricoltori: migliore funzionamento della filiera alimentare in Europa» - hanno individuato nel rafforzamento delle relazioni contrattuali tra i soggetti della filiera la strada da incentivare; anche le proposte legislative della Commissione sul settore lattiero sembrano andare nella stessa direzione,


impegna il Governo:


a convocare, con la massima sollecitudine gli stati generali del comparto agricolo-alimentare per formulare una proposta condivisa da portarea Bruxelles quale posizione negoziale dell'Italia, che è stata gravemente assente, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, nella fase antecedente la comunicazione della Commissione europea;
ad effettuare una valutazione di impatto per l'Italia, inerente al nuovo sistema di pagamenti diretti proposto dalla Commissione, in particolare in relazione alla ridistribuzione dei pagamenti diretti e al loro spacchettamento in quattro componenti: pagamenti diretti di base, pagamento per l'agricoltura verde, pagamenti per le zone con handicap naturali, pagamenti «accoppiati» per l'agricoltura ad alto valore strategico;
ad individuare soluzioni e proposte per tener conto della particolarità dell'agricoltura italiana, caratterizzata da produzione ad alto valore aggiunto, in modo da evitare un drastico ridimensionamento dei pagamenti diretti, che - in base alla proposta attuale della Commissione

- rischiano di essere distribuiti in base al solo parametro della superficie;
a predisporre un ventaglio di proposte per un sistema di pagamenti diretti più confacente con le caratteristiche socio-economico-strutturali dell'agricoltura italiana, in particolare per l'olivicoltura del Sud Italia e per la zootecnia del Nord Italia, che saranno fortemente penalizzate dalle ipotesi di ridistribuzione dei pagamenti diretti, proposti dalla Commissione europea;
a formulare proposte relativamente al «pagamento per l'agricoltura verde», in modo da renderlo confacente alle caratteristiche dell'agricoltura italiana, in quanto non si ritengono accettabili le proposte della Commissione che limitano questo pagamento ai pascoli permanenti, alle coperture vegetali, alla rotazione delle colture e al set-aside ecologico;
a formulare proposte relativamente all'«aiuto accoppiato facoltativo» per tipi di agricoltura che sono ritenuti di particolare importanza per ragioni economiche e/o sociali, aiuto che presenta finalità particolarmente importanti per le esigenze dell'agricoltura italiana;
ad individuare soluzioni e proposte che evitino cambiamenti radicali e destabilizzanti del sistema dei pagamenti diretti che potrebbero avere pesanti conseguenze economiche e sociali in alcune imprese agricole e/o in alcuni sistemi produttivi;
ad individuare ed inserire nella proposta negoziale dell'Italia gli strumenti per il miglioramento del funzionamento delle filiere, tema particolarmente importante per l'agricoltura italiana, in modo da migliorare il valore aggiunto dei produttori, rafforzarne il potere di mercato e valorizzare il ricco sistema di strutture associative presenti in Italia;
a promuovere la valorizzazione, nella nuova politica agricola comune, delle positive esperienze delle organizzazioni dei produttori ortofrutticoli, che hanno svolto in questi anni un positivo raccordo tra produttori italiani e il resto della filiera;
ad assumere iniziative per individuare nella nuova politica agricola comune gli strumenti per contrastare le situazioni di crisi di alcuni comparti produttivi importanti per l'Italia (barbabietola da zucchero, tabacco), particolarmente penalizzati dall'ultima riforma della politica agricola comune;
a promuovere l'introduzione nella nuova politica agricola comune di strumenti di mercato e politiche strutturali per contrastare la grave crisi del settore del vino e del latte ovino;
a chiarire il posizionamento dell'Italia sul tema degli «agricoltori attivi», attraverso l'individuazione di criteri di definizione del concetto di «agricoltori attivi», affinché la nuova politica agricola comune sia in grado di orientare il sostegno verso i soli agricoltori in attività;
a promuovere nella nuova politica agricola comune il potenziamento delle misure per il ricambio generazionale, in particolare per accrescere il sostegno all'insediamento di giovani agricoltori, con specifico riferimento alla dotazione di capitali fissi e all'introduzione di innovazioni;
a proporre un ampio spazio per gli strumenti volti alla gestione dei rischi che consenta di valorizzare il sistema di assicurazioni agevolate, particolarmente attivo in Italia, grazie al sistema dei consorzi di difesa, allargando tale strumento alle assicurazioni per contrastare le fluttuazioni del reddito e l'instabilità dei mercati;
ad assumere iniziative nelle competenti sedi per individuare criteri di ripartizione del sostegno allo sviluppo rurale tra i vari Stati membri, evitando la riduzione degli importi attualmente disponibili per il nostro Paese;
ad assumere iniziative volte ad introdurre nella nuova politica agricola comune gli elementi di semplificazione necessari al miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia dell'azione delle amministrazioni coinvolte nell'erogazione del sostegno agricolo

(Agea, organismi pagatori regionali, e altre), nonché per ridurre gli oneri amministrativi a carico degli agricoltori.
(1-00513)
«Oliverio, Zucchi, Agostini, Brandolini, Marco Carra, Cenni, Cuomo, Dal Moro, Fiorio, Marrocu, Mario Pepe (PD), Sani, Servodio, Trappolino, Boccia».