Testo interrogazione a risposta scritta
Atto a cui si riferisce:
C.4/09729 [Presenza di amianto nell'acqua di 128 comuni italiani]
REALACCI, MARIANI, MARGIOTTA, SARUBBI e BRATTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
è del 28 ottobre 2010 la decisione della Commissione europea che impedisce il ricorso ad ulteriori deroghe per distribuire
acqua potabile con concentrazioni di arsenico superiori al limite di legge (10 microgrammi per litro) in 128 comuni italiani e per l'ennesima volta sono emerse gravi responsabilità da parte delle istituzioni nazionali e locali e di chi gestisce il servizio idrico in quei territori. Un provvedimento che di fatto rende l'acqua che esce dai rubinetti di oltre un milione di cittadini non a norma e quindi non più utilizzabile a fini potabili, un provvedimento che necessita della massima attenzione e che riguarda però solo l'1,7 per cento della popolazione nazionale;
per quanto riguarda l'arsenico - si legge nella decisione della Commissione europea - le prove scientifiche nei documenti indicati in riferimento negli orientamenti dell'Organizzazione mondiale della sanità e nel parere del comitato scientifico dei rischi sanitari e ambientali consentono deroghe temporanee fino a 20 microgrammi per litro, mentre valori di 30, 40 e 50 microgrammi per litro determinerebbero rischi sanitari superiori, in particolare talune forme di cancro. Pertanto occorre autorizzare unicamente deroghe per valori di arsenico fino a 20 milligrammi per litro;
come riportato anche da numerosi organi di stampa, prima fra tutti l'agenzia di stampa parlamentare AgenParl, le deroghe dovevano servire ad affrontare e risolvere definitivamente il problema, peraltro noto, della concentrazione di alcuni inquinanti presenti nelle acque distribuite in alcune regioni e invece sono diventate l'ennesimo escamotage per non intervenire;
in un dossier presentato in data odierna da Legambiente si fa il punto della situazione deroghe e possibili soluzioni, ricordando che su 157 comuni che avevano fatto richiesta di deroga per tre parametri (boro, fluoruro e arsenico), 128 non l'hanno ottenuta sull'arsenico perché hanno chiesto di innalzare la sua concentrazione nell'acqua dal valore stabilito di 10 microgrammi per litro a 30, 40 o 50 microgrammi per litro, mentre è stata concessa fino a un massimo di due anni a 92 comuni per il fluoruro, a 17 per il boro e a 8 per l'arsenico ma solo fino a 20 microgrammi, seguendo le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS);
per rientrare nei limiti è sufficiente procedere ad interventi praticabili in pochi mesi, come è già avvenuto in diverse parti d'Italia. Infatti, nel 2003 le richieste di deroga erano state avanzate da 13 regioni su 10 parametri, mentre nel febbraio 2010 la richiesta di rinnovo inviata dall'Italia ha riguardato solo 6 regioni (Campania, Lazio, Lombardia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria) per tre parametri. Dunque, la diminuzione delle richieste, sia in termini di territori coinvolti che di parametri, dimostra che, con adeguati investimenti, è possibile uscire dalla deroga garantendo ai cittadini acqua potabile nel rispetto della legge;
i comuni che hanno ottenuto la deroga dovranno mettersi in regola entro i prossimi mesi e, in particolare, nelle 10 aree in cui è stata rinnovata sono previsti interventi per oltre 175 milioni di euro, mirati ad abbattere le concentrazioni di arsenico, fluoruro e boro nelle acque e quindi ad evitare di dover ricorrere a nuove deroghe. Gli interventi prevedono o la costruzione di nuovi acquedotti per l'approvvigionamento di acqua da fonti che hanno valori di concentrazione delle sostanze inferiori a quelli previsti dalla legge, oppure la realizzazione di sistemi di trattamento e di miscelazione delle acque,
le deroghe hanno una durata di tre anni con possibilità di essere rinnovate al massimo per altre due volte. Le prime due deroghe vengono decise dal Ministero della salute mentre la terza deve avere il via libera da parte della Commissione europea -:
quali iniziative urgenti intenda assumere il Ministro interrogato al fine di gestire un'emergenza che coinvolge la salute di decine di migliaia di cittadini;
quali siano le motivazioni per cui non si è ancora proceduto ad adottare
un'adeguata campagna d'informazione, ad un mese dalla decisione europea che nega la deroga, sui rischi connessi all'assunzione di arsenico;
se il Ministro intenda sollecitare i carabinieri del Nucleo anti sofistificazione e sanità al fine di monitorare costantemente la potabilità dell'acqua nei comuni a rischio;
se siano note le motivazioni che hanno di fatto bloccato la messa a norma di alcuni acquedotti già tristemente noti per le ordinanze di non potabilità in relazione ai valori di arsenico.
(4-09729)