Testo interrogazione a risposta scritta
Atto a cui si riferisce:
S.4/04146 [Stato di crisi dell'azienda "Il Messaggero" SpA]
STIFFONI, GARAVAGLIA Massimo, MURA - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali - Premesso che:
nel maggio 2009 l'azienda "Il Messaggero" SpA ha attivato la procedura di richiesta per l'esame congiunto necessaria per ottenere l'intervento straordinario di integrazione salariale dandone tempestiva comunicazione alle rappresentanze sindacali ed alla Direzione generale competente del Ministero in indirizzo sulla base di un documento contenente il piano di riorganizzazione dell'azienda in presenza di crisi. Esaurita la procedura di consultazione, ha ottenuto il riconoscimento dello stato di crisi per riorganizzazione e ristrutturazione che le consente di procedere alla richiesta della cassa integrazione speciale (art. 35, comma 3, legge n. 416 del 1981) finalizzata al prepensionamento;
per quanto risulta agli interroganti nel piano di riorganizzazione dell'azienda si legge che "per difendere e sviluppare la qualità (...) gli effetti strutturali della crisi obbligano la società editrice ad una ristrutturazione della forza redazionale" e che "il quadro complessivo costringe tutti a misurarsi con una sfida strategica non più eludibile: qualità, qualità, qualità" e poi ancora parole quali "autorevolezza" e "valore aggiunto". Con queste nobili premesse, la direzione ha deciso la riduzione di 48 unità tutte in età pensionabile o in condizioni di usufruire del prepensionamento che, in termini economici, significa coloro che hanno stipendi più alti e per i quali, poiché vicini all'età pensionabile, è possibile usufruire del vantaggio degli ammortizzatori sociali a costi "zero" per l'azienda;
il decreto ministeriale n. 47385 del 2009 detta alcuni criteri e procedure relative alla concessione dello stato di crisi per ristrutturazione e riorganizzazione da parte delle aziende appartenenti al settore dell'editoria. In tal senso si legge che, per stabilire se un'azienda abbia davvero una situazione che possa giustificare il riconoscimento dello "stato di crisi" la richiesta, presentata dall'azienda, deve contenere informazioni relative ai bilanci aziendali, una serie di indicatori economici e di mercato, che siano riscontrabili ed oggettivi (e soprattutto che vadano ad incidere su un'impresa che è già in una situazione di criticità) e che abbiano registrato un peggioramento così importante da imporre interventi per ripristinare equilibri economici ed interventi di carattere produttivo-finanziari e gestionali necessari per la ristrutturazione e la riorganizzazione dell'impresa, ovvero una serie di azioni e strumenti volti a rilanciare l'azienda sul mercato. A tal riguardo va detto che l'azienda "Il Messaggero" SpA ha fatto registrare negli anni 2000-2007 un utile complessivo di circa 250 milioni di euro e che solo nel 2008 il bilancio è andato in perdita di 165.000 euro. Non si ravvisa, a parere degli interroganti, un peggioramento così importante da giustificare un drastico intervento di riduzione del personale pari al 23 per cento del totale dell'organico e, tantomeno, una situazione di criticità elevata e perdurante. Infine ci sono due obiettivi strategici per il rilancio dell'azienda: "Il Messaggero Territorio" ed "il Messaggero Italia";
dopo mesi di trattativa la società editrice ed il comitato di redazione hanno comunicano al Ministero di aver raggiunto l'accordo relativo al piano di riorganizzazione aziendale in presenza di crisi. Firmato l'11 settembre 2009 esso prevede, tra le altre clausole: che il piano di riorganizzazione aziendale in presenza di crisi decorra a partire dal 1° settembre 2009, che le unità totali in esubero per le quali l'azienda chiederà l'intervento della cassa integrazione speciale finalizzata al prepensionamento degli aventi diritto risultino pari a 38 giornalisti; che il criterio da seguire per l'identificazione e la gestione degli esuberi in situazione di crisi aziendale riguarda i giornalisti (art. 1 del contratto nazionale del lavoro giornalistico) in possesso dei requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia o anzianità ed i giornalisti che sono in possesso dei requisiti per accedere al prepensionamento ai sensi dell'art. 14 della legge n. 62 del 2001); che l'obiettivo di struttura a regime è fissato a 28 febbraio 2011, che si farà ricorso al blocco del turnover ; che si farà ricorso alla cassa integrazione speciale fino ad un massimo di 38 esuberi secondo i criteri sopra elencati e che si faranno una serie di interventi ed azioni per rilanciare l'azienda sul mercato;
durante il mese di ottobre 2010, l'azienda, incurante di ogni accordo tra le parti, concluso l'esodo delle 38 unità, invece di chiudere lo "stato di crisi", sulla base di una presunta ambiguità contrattuale, va avanti e chiede la cassa integrazione per altri due giornalisti,
si chiede di sapere:
quali iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intenda assumere al fine di far rispettare l'accordo raggiunto e ratificato dal Ministero l'11 settembre 2009, in relazione alle unità totali in esubero nel numero concordato di 38 tutte finalizzate al pensionamento o prepensionamento, escludendo nella maniera più assoluta che vi possano essere casi suscettibili di altre interpretazioni, in cui non sussistano tali condizioni;
se non ritenga opportuno avviare un'indagine al fine di verificare che effettivamente esistano le condizioni di "stato di crisi" dichiarate, giacché a parere degli interroganti l'intervento messo in atto dall'azienda "Il Messaggero" SpA sembra essere più un escamotage per scaricare i costi della ristrutturazione a carico delle casse dello Stato, che non un'effettiva conseguenza della crisi del mercato;
se non ritenga opportuna una definizione più chiara e rigorosa dei criteri e degli indicatori di misurazione dello "stato di crisi", al fine di evitare che gli aiuti dello Stato possano essere utilizzati in maniera pretestuosa ed artificiosa a vantaggio esclusivo della proprietà editoriale, a discapito della qualità dell'informazione e quindi della collettività in generale.