Testo interrogazione in commissione
Atto a cui si riferisce:
C.5/03823 [Indagini su eventuali illeciti della magistratura nei confronti di parlamentari]
CONTENTO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
su Il Fatto Quotidiano del 10 novembre 2010, è stato pubblicato un articolo dal titolo «Telefonate pericolose» nel quale testualmente si legge: «Il Fatto Quotidiano ha visionato i tabulati telefonici della ragazza nei quattro anni che hanno segnato la sua ascesa dall'Emilia alla capitale...»;
il riferimento è agli atti di un'indagine trasmessa, per competenza, dalla procura di Palermo a quella di Milano in cui sarebbe coinvolta tale signora Perla Genovesi e, in particolare, alle telefonate effettuate ad una utenza telefonica di Arcore o, comunque, ad utenze telefoniche utilizzate, sempre stando alle notizie diffuse, da un parlamentare europeo e da un parlamentare nazionale;
nell'articolo viene poi fatto riferimento alla possibilità di fare, al momento, solo ragionamenti basati sulle altre telefonate «fin quando non saranno rese pubbliche le trascrizioni delle conversazioni»;
appare all'interrogante assai singolare che i tabulati telefonici relativi a conversazioni che hanno avuto come protagonisti dei parlamentari siano stati acquisiti agli atti di indagine e ciò anche se le utenze non erano intestate a costoro ma erano pacificamente dagli stessi utilizzate;
altrettanto singolare risulta la pubblicazione di notizie relative alla riconducibilità delle utenze e, in particolare, di alcune conversazioni a questo o a quel parlamentare;
ulteriormente singolare, in quanto in aperta violazione del decreto di indagine, la pubblicazione del contenuto di tali atti;
secondo la Corte costituzionale anche i dati rilevabili dai tabulati sono riconducibili alla rilevanza costituzionalmente garantita dalla Costituzione e, sempre secondo la medesima Corte, anche le telefonate indirette che coinvolgono parlamentari sono sottoposte all'autorizzazione del Parlamento quando, come parrebbe nel caso, è pacifico che il deputato utilizza l'utenza in questione anche se allo stesso non intestata;
secondo l'interrogante non era e non è necessario alcun accertamento per chiarire che l'utenza relativa alla residenza di Arcore è utilizzabile da almeno un parlamentare ed altrettanto vale per tutti quei parlamentari che, per ragioni politiche, abbiano frequentato o frequentino il luogo trattandosi - ben si potrebbe dire - di un fatto notorio;
inquietante risulterebbe l'eventuale intercettazione disposta su quell'utenza e riferita a centinaia di telefonate come risulterebbe dai dati rinvenibili dalla lettura dell'articolo;
un'eventuale responsabilità non potrebbe che fare capo all'ufficio che ha disposto l'acquisizione dei tabulati e a quello, naturalmente, che ha disposto o prorogato le intercettazioni senza dire, infine, di quell'ufficio o di quegli uffici che non hanno curato la segretezza degli atti adottando ogni utile misura necessaria alla tutela della riservatezza ed a tutela dell'istituzione parlamentare -:
se il Ministro, alla luce di quanto sopra descritto, intenda procedere ad una ispezione presso tutti gli uffici giudiziari coinvolti dalla vicenda, al fine di valutare l'opportunità di esercitare l'azione disciplinare nei confronti dei magistrati eventualmente responsabili di illeciti.
(5-03823)