• Testo mozione

link alla fonte

Atto a cui si riferisce:
S.1/00323 [Continuare nella partecipazione attiva alla elaborazione della riforma della PAC]



SANCIU, DIGILIO, PICCIONI, ALLEGRINI, COMINCIOLI, FASANO, MAZZARACCHIO, NESPOLI, SANTINI, ZANOLETTI - Il Senato,

Premesso che:

le imprese agricole europee si confrontano con una serie di sfide che impongono all'Unione europea (UE) scelte strategiche per l'avvenire a lungo termine, non solo dell'agricoltura e delle zone rurali, ma per assicurare adeguati livelli di qualità della vita a tutti i cittadini;

nella consapevolezza di tale importanza la Commissione europea ha organizzato un ampio dibattito pubblico all'inizio del 2010 che si è concluso con una Conferenza svoltasi nel mese di luglio; il Consiglio ha discusso la riforma durante quattro Presidenze che si sono succedute; il Parlamento europeo ha adottato una relazione sulla politica agricola comune (PAC) dopo il 2013 e il suo legame con la Strategia Europa 2020, e sia il Comitato economico e sociale che il Comitato delle regioni hanno presentato delle prese di posizione;

i recenti episodi di instabilità di mercato, spesso aggravati dagli effetti del cambiamento climatico, hanno evidenziato che la capacità europea di fornire sicurezza alimentare in tempo di crisi è una scelta importante di lungo termine per l'Europa che deve essere riaffermata;

la gestione attiva delle risorse naturali realizzata dalle imprese agricole è indispensabile per mantenere il paesaggio rurale, per contrastare la perdita di biodiversità e mitigare il cambiamento climatico, garantire vitalità economica di lungo termine ai territori;

gli obiettivi principali della PAC, stabiliti nel Trattato di Roma, sono rimasti immutati, ma il percorso di riforma, dai primi anni Novanta, ha portato ad articolare gli strumenti per realizzare gli obiettivi in due pilastri complementari, con dei pagamenti diretti e delle misure di mercato che compongono il primo pilastro, e delle misure pluriennali di sviluppo rurale che formano il secondo;

l'introduzione dei pagamenti diretti è stata una leva per le riforme orientate al mercato, che accrescono la competitività del settore agricolo incoraggiando gli agricoltori ad adattarsi alle richieste dei consumatori, fornendo l'aiuto al reddito di base e l'aiuto per i beni pubblici richiesti dalla società;

lo sviluppo rurale è diretto a promuovere la competitività, la gestione sostenibile delle risorse naturali e lo sviluppo delle aree rurali attraverso misure più specifiche e flessibili, mirate a rispondere alle esigenze dei rispettivi territori, con lo strumento del cofinanziamento;

la PAC dovrà contribuire al raggiungimento degli obiettivi della Strategia dell'Unione europea per il 2020 in termini di crescita sostenibile;

in presenza di una forte caduta dei redditi agricoli, emerge la necessità di concentrare l'aiuto della PAC alle imprese agricole il cui status ed i cui comportamenti siano tali da porle effettivamente in grado di produrre i beni pubblici ed adottare i comportamenti che la PAC stessa intende incentivare;

dal complesso dibattito europeo sulla riforma è emersa la valutazione unanime secondo cui la PAC deve rimanere una politica comune forte, strutturata sui suoi due pilastri, improntata ad alcuni obiettivi strategici quali: preservare il potenziale di produzione alimentare nell'UE, valorizzando il ruolo degli agricoltori come produttori di cibo e non di commodities al fine di assicurare a lungo termine la sicurezza alimentare per i 500 milioni di cittadini europei; riaffermare gli obiettivi generali della PAC, previsti dal Trattato, integrandoli con quello di sostenere la produzione di beni pubblici da parte degli agricoltori che il mercato non remunera; avvicinare la produzione agricola ai consumatori e al mercato per rispondere alla crescente domanda di informazione e di trasparenza; rafforzare il potere delle imprese agricole nell'ambito delle filiere, creando le condizioni giuridiche per sostenere la gestione da parte degli agricoltori di filiere corte e trasparenti, anche come strumenti di valorizzazione della diversità e di contrasto al dumping ambientale,

impegna il Governo:

a continuare nella partecipazione attiva alla elaborazione della riforma della PAC, considerandola un fattore strategico di competitività per tutto il Paese, per il superamento dell'attuale fase di stagnazione economica e di crisi occupazionale; ad attivarsi affinché sia mantenuto l'attuale livello di finanziamento della PAC nell'ambito del bilancio comunitario, anche in considerazione dell'ampliamento dell'UE ai nuovi Paesi, caratterizzati dalla presenza di vaste aree rurali; ad individuare nei seguenti strumenti gli elementi essenziali di riforma necessari all'agricoltura italiana:

1) mantenimento dell'articolazione della PAC in due pilastri, semplificandola, collocando nel primo pilastro le misure che danno luogo a pagamenti diretti annuali e nel secondo le misure di carattere strutturale e a programmazione pluriennale, rivolte alla modernizzazione ed alla competitività delle imprese ed allo sviluppo rurale;

2) conferma del pagamento unico aziendale (PUA) in forma disaccoppiata, non più come compensazione legata al passato, ma come strumento per remunerare i beni e servizi pubblici prodotti dagli agricoltori, anche prevedendone la scomposizione in diverse componenti: una regionalizzata, più equilibrata a livello di Stato membro o regione, da erogare in cambio di una condizionalità di base; una che tenga conto di un coefficiente di aumento per gli agricoltori operanti in aree svantaggiate, con cui sostituire le attuali indennità del secondo pilastro; infine una selettiva, destinata a remunerare comportamenti virtuosi e verificabili sul fronte ambientale e sociale;

3) previsione di una componente innovativa del PUA rivolta a sostenere il potere contrattuale degli agricoltori ed il loro avvicinamento alla fase di produzione del cibo, nella forma di pagamenti, direttamente erogati agli agricoltori, condizionati al loro protagonismo in filiere agricole territoriali, trasparenti ed efficienti che garantiscano basso impatto ambientale, qualità e informazione ai consumatori;

4) con riferimento agli interventi di gestione del mercato per fronteggiare la volatilità dei prezzi, mantenimento di una rete di sicurezza gestita con un fondo anti-crisi e attivazione di nuovi strumenti di assicurazione del reddito degli imprenditori agricoli;

5) salvaguardia della redditività e del mantenimento delle produzioni mediterranee, le cui specificità sono tradizionalmente riconosciute dall'UE, nell'ambito di organizzazioni comuni di mercato e budget ad esse dedicati, affinché non siano sacrificate in un regime di organizzazione unica di mercato;

6) conferma, nell'ambito del primo pilastro destinato alle politiche di mercato, di uno strumento di flessibilità come quello realizzato con l'art. 68 del regolamento (CE) n. 73/2009, distinguendo le misure disaccoppiate, in favore della qualità, origine e tracciabilità di filiere agricole territoriali, da quelle destinate al sostegno di comparti strategici in aree svantaggiate o per comparti in crisi strutturale;

7) previsione di misure specifiche per favorire l'accesso diretto degli agricoltori al mercato sia attraverso la diffusione dei mercati locali di vendita diretta, sia attraverso il sostegno all'aggregazione delle imprese agricole per consentire l'accesso diretto a mercati più vasti;

8) nell'ambito della revisione del pagamento unico aziendale, possibilità di considerare il parametro del lavoro tra gli elementi qualificanti per graduare la distribuzione dei pagamenti con l'ovvia condizione della regolarità dal punto di vista previdenziale e contributivo;

9) miglioramento della trasparenza del mercato, sia fornendo agli agricoltori informazioni qualificate sui margini e sulla evoluzione dei prezzi, sia consolidando una politica della qualità e dell'informazione ai consumatori, attraverso la completezza dell'etichettatura dei prodotti finali destinati ai consumatori per consentire scelte consapevoli e al contempo eque condizioni di concorrenza fra le imprese agricole e gli altri operatori della filiera;

10) garanzia a livello europeo che le importazioni rispettino le norme comunitarie in materia di sicurezza alimentare e tracciabilità degli alimenti per porre l'agricoltura europea in condizione di competere su un piano di equilibrio con le produzioni extracomunitarie tenendo conto particolarmente di tali elementi in sede di accordi per il commercio internazionale.