Testo interrogazione a risposta orale
Atto a cui si riferisce:
S.3/01654 [Carenza di organico nelle carceri italiane]
CARLINO, LI GOTTI, LANNUTTI, MASCITELLI - Al Ministro della giustizia - Premesso che:
il 15 agosto 2010, aderendo ad una iniziativa del partito radicale e della II Commissione permanente (Giustizia) della Camera dei deputati (cosiddetto "Ferragosto in carcere"), numerosi parlamentari di differenti schieramenti politici hanno visitato molte carceri italiane, per una ricognizione delle condizioni all'interno delle 206 strutture presenti in Italia;
il carcere di Sulmona (L'Aquila), l'istituto di pena più grande d'Abruzzo, a fronte di una capienza massima di 272 unità, in realtà ad agosto ospitava 420 reclusi, con una percentuale di sovraffollamento del 54,41 per cento;
all'interno della struttura sono presenti, tra gli altri, 105 detenuti comuni, 150 detenuti in alta sicurezza, 2 internati in regime di cosiddetto "41-bis";
tra i detenuti, 172 sono tossicodipendenti, 92 sono affetti da epatite C, mentre 150 sono affetti da patologie di tipo psichiatrico;
dall'inizio del 2010, secondo dati del sindacato Uil-Pa penitenziari, ci sono stati due suicidi, cinque tentati suicidi, 79 atti di autolesionismo, tre aggressioni ad agenti di custodia e un'aggressione ai danni di un medico deputato alla cura dei detenuti;
gli agenti di Polizia penitenziaria in pianta organica dovrebbero essere 328, ma gli assegnati sono 279, di cui solo 196 realmente in servizio;
il carcere di Sulmona prevede 10 educatori in pianta organica, ma quelli assegnati ed effettivamente in servizio sono 7;
a fronte di un oggettivo sovraffollamento e della presenza di detenuti con effettive esigenze di assistenza è prevista la presenza di un solo psicologo, non in pianta organica ma a parcella;
la mancanza di un numero adeguato di agenti, insieme al sovraffollamento delle carceri, comporta una serie di problemi che vanno dall'impossibilità di usufruire quotidianamente dei servizi igienici al non poter svolgere quelle attività lavorative e di socializzazione che dovrebbero essere centrali ai fini della funzione riabilitativa della detenzione, riducendo frequentemente le attività di recupero in atti di premio;
considerato che:
il Ministro della giustizia, in sede di audizione sulla situazione degli istituti penitenziari presso la II Commissione permanente (Giustizia) della Camera dei deputati, in data 14 ottobre 2008, ha affermato: "l'amministrazione penitenziaria ha, tuttavia, avviato un progetto di recupero e di razionalizzazione delle risorse umane esistenti, attraverso processi di rafforzamento delle motivazioni professionali e lavorative, anche con l'adozione di nuovi modelli di sorveglianza, capaci di valorizzare la flessibilità e la dinamicità del servizio istituzionale ancora oggi caratterizzato da schemi rigidi e statici". Ad oggi, sarebbe necessario conoscere gli esiti di tale progetto di recupero e razionalizzazione delle risorse umane del comparto;
il 2010 si è rivelato l'anno più difficile per le carceri italiane con un aumento del numero dei detenuti elevatissimo a fronte dei posti disponibili e una riduzione dell'organico di personale di qualsiasi livello;
in sede di conversione del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 195, recante disposizioni urgenti per la cessazione dello stato di emergenza in materia di rifiuti nella regione Campania, per l'avvio della fase post emergenziale nel territorio della regione Abruzzo ed altre disposizioni urgenti relative alla Presidenza del Consiglio dei ministri ed alla protezione civile, approvato in prima lettura dal Senato in data 9 febbraio 2010, il Governo aveva introdotto nel provvedimento d'urgenza una disposizione con la quale si affidava alla società Protezione civile SpA un ruolo importante, per quanto improprio, rispetto alla natura stessa del sistema di protezione civile nazionale, in riferimento all'edilizia penitenziaria. Il Commissario straordinario sarebbe stato infatti autorizzato ad avvalersi della società Protezione civile SpA. per le attività di progettazione, scelta del contraente, direzione lavori e vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali attuati in esecuzione del programma degli interventi di cui all'articolo 44-bis del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14;
in tale contesto il Governo ha annunciato un "piano carceri" di cui non si conosce la esatta e puntuale articolazione, ma che certamente non potrà avere effetti positivi in tempi rapidi, anche con riferimento all'implementazione dell'organico al fine di assicurare la buona gestione del sistema, sia in termini di dignità del lavoro che di dignità della detenzione;
soltanto pochi mesi fa la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato l'Italia a risarcire con 1.000 euro un detenuto costretto a stare per due mesi e mezzo in una cella sovraffollata. Una pena che, per quanto simbolica, mette in evidenza una terribile realtà. È stato calcolato che ciascun detenuto nelle carceri italiane abbia mediamente a disposizione meno di 3 metri quadrati di spazio, ben al di sotto dei 7 metri stabiliti dal comitato europeo per la prevenzione della tortura. Ciò significa che normalmente una cella deve ospitare tre detenuti ed oggi nei penitenziari italiani ce ne sono, in media, nove in ogni cella. Tale situazione non può ritenersi compatibile con l'articolo 27 della Costituzione, con cui si sancisce che «l'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva» e «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato»;
ad oggi non si ha alcuna notizia né di nuove assunzioni di personale, né di costruzione di nuove carceri;
nell'agosto 2010 la Corte dei conti ha reso nota un'indagine sugli interventi pubblici nel settore dell'edilizia penitenziaria tra il 2003 e il 2009, definendo tutto il sistema insufficiente e inefficiente e sottolineando la grave carenza di personale,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti riferiti in premessa;
se intenda valutare l'opportunità di adottare iniziative urgenti per lo stanziamento dei fondi necessari al fine di completare l'organico degli operatori, compresi psicologi ed educatori, previsti dalla pianta organica attualmente vigente presso il carcere di Sulmona;
se non si ritenga di dover intervenire con il reclutamento di un numero adeguato di agenti di Polizia penitenziaria, e accertando che le autorità competenti provvedano ad incrementare l'organico degli psicologi all'interno del carcere di Sulmona;
se il Ministro in indirizzo, di concerto con gli altri Ministri competenti, abbia previsto, all'interno del suddetto carcere, interventi volti a favorire i percorsi lavorativi e di reinserimento sociale dei detenuti, anche attraverso l'incremento dell'organico del personale educatore in servizio;
se non si intenda immediatamente stanziare fondi per migliorare la vita degli agenti penitenziari e dei detenuti in modo che le carceri in Italia, anche attraverso pene alternative, non siano solo un luogo di espiazione e di dannazione, ma diventino soprattutto un luogo in cui i detenuti, attraverso attività culturali, lavorative e sociali, possano avviare un percorso concreto per essere reinseriti a pieno titolo nella società.