• Testo interrogazione a risposta orale

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Atto a cui si riferisce:
S.3/01502 [Corruzione nelle operazioni di ricostruzione in Abruzzo]



PASTORE - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della giustizia - Premesso che:

con ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri 9 luglio 2009, n. 3790, adottata per disporre ulteriori interventi urgenti per fronteggiare gli eventi sismici verificatisi nella Regione Abruzzo il giorno 6 aprile 2009 e altre disposizioni urgenti di protezione civile, si disponeva l'avvio delle operazioni di riparazione o ricostruzione mediante una complessa ed articolata procedura per la presentazione delle domande e i conseguenti adempimenti, in particolare stabilendo all'articolo 2, comma 8, che "Prima dell'inizio dei lavori il beneficiario ne dà comunicazione al Comune ed al Genio civile";

con successiva ordinanza del 3 settembre 2009, n. 3805, la Presidenza del Consiglio dei ministri stabiliva, all'articolo 11, comma 3, che il Genio civile, nella menzionata procedura, potesse avvalersi del Consorzio rete di laboratori universitari di ingegneria (RELUIS); infine, con ordinanza n. 3808 del 15 settembre 2009, si stabiliva (art. 1, comma 2) che al Genio civile si affiancasse anche la società "Abruzzo Engineering";

l'inserimento di detta società nelle citate ordinanze è apparso elemento sufficiente al Procuratore della Repubblica de L'Aquila per dedurre l'idoneità del comportamento dell'assessore regionale all'ambiente ed alla protezione civile, Daniela Stati, che si era adoperata per modificare l'originaria ordinanza, a procurare vantaggi patrimoniali ad Angeloni Vincenzo e Stornelli Sabatino mediante incarichi e consulenze nonché a società riconducibili alla loro proprietà e gestione; di conseguenza il Procuratore della Repubblica chiedeva al Giudice per le indagini preliminari (GIP) presso il Tribunale de L'Aquila di disporre misure restrittive sia a carico dei suddetti Angeloni e Stornelli (per il primo la detenzione in carcere e per il secondo l'obbligo di dimora a Roma), sia a carico dell'assessore regionale (interdizione dai pubblici uffici), di Ezio Stati, padre di Daniela (restrizione in carcere) e di Marco Buzzelli, compagno della Stati (arresti domiciliari), collegati tra loro da un giro di presunte regalie di dubbia entità e difficilmente collocabili nel contesto accusatorio e da una serie di intercettazioni effettuate nell'ambito di altre inchieste, utilizzate in modo del tutto opinabile per sostenere l'impianto ipotizzato dal pubblico ministero; il GIP accordava le misure richieste;

in particolare a Daniela Stati, decaduta da assessore in forza del provvedimento interdittivo, si imputava di essersi adoperata presso la Presidenza del Consiglio dei ministri per includere la Abruzzo Engineering nella ricordata ordinanza e rendere possibile quindi, a parere dell'accusa, l'utilizzo della società per lo scopo paventato dalla magistratura aquilana;

la richiamata Abruzzo Engineering, ritenuta dal pubblico ministero come un vero e proprio "mezzo" corruttivo, è una società consortile per azioni posseduta per il 60 per cento dalla Regione Abruzzo, per il 10 per cento dalla Euroservizi Prov.Aq-SpA (interamente posseduta dalla Provincia de L'Aquila) e per il 30 per cento dalla società Selex Service Management SpA, (di cui è unico socio Finmeccanica SpA ed amministratore delegato il suddetto Sabatino Stornelli), partner strategico per lo svolgimento dell'attività propria della società regionale; si tratta cioè di una società con partecipazione pubblica di controllo, pienamente legittimata, come tale, anche alla luce della più recente legislazione, ad ottenere affidamenti cosiddetti in house di servizi pubblici economici da parte di soggetti pubblici; tale società è prevista e disciplinata dalla legge regionale, tuttora vigente, 1° ottobre 2007, n. 34, che all'art. 11 dispone espressamente in ordine ad essa;

negli anni di trascorsa attività la società ha raggiunto una apprezzabile dimensione, con circa 200 dipendenti, soprattutto tecnici e ha realizzato per la Regione diversi progetti; da circa due anni non ha ricevuto commesse anche a causa delle ben note vicende regionali e quindi nulla di strano o di inopportuno che l'assessore Stati, di fronte all'ordinanza n. 3805 del 3 settembre 2009 che, in un campo assolutamente confacente alla suddetta società, non faceva però menzione della stessa, si sia attivata, direi "doverosamente" per includerla quale eventuale collaboratrice del Genio civile, anche su sollecitazione della allora Presidente della Provincia de L'Aquila, Stefania Pezzopane, che a suo tempo è stata, unitamente al Governatore Del Turco, sponsor della costituzione della società alla quale, come detto, la Provincia aquilana ha da subito partecipato;

dopo l'adozione dell'ordinanza del 15 settembre 2009 alla società regionale sono stati affidati servizi che ha regolarmente e compiutamente espletato mediante personale interno, senza ricorrere né al socio strategico Selex né tantomeno a soggetti esterni, come è facilmente riscontrabile contrariamente a quanto paventato dalla Procura aquilana, né la società ha ricevuto altre commesse se non recentemente con l'autorizzazione della Presidenza del Consiglio dei ministri, pochi giorni dopo l'emissione dei provvedimenti restrittivi, a conferma quindi di come sia apparso del tutto legittimo, oltre che opportuno, avvalersi della società regionale, nonostante i sospetti della Procura;

l'interrogante non intende poi dilungarsi sulla grancassa mediatica, sia locale sia nazionale, sul polverone che si è sollevato, sui processi e le condanne a mezzo stampa, gli schizzi di fango che sono volati un po' dappertutto sino a sfiorare chi non c'entrava nulla, come il Presidente della Regione che non ne è stato minimamente scalfito; il tutto in un contesto di estrema difficoltà sociale, morale, politica, istituzionale, economica, strutturale di un territorio che ha subito e sta subendo una immane tragedia e che cerca di risollevarsi dal baratro in cui il terremoto l'ha sprofondato e da cui non potrà risollevarsi senza uno sforzo che deve coinvolgere la comunità aquilana e quella abruzzese, oltre alla solidarietà dell'intera Nazione;

la valutazione dei fatti, ad un mese dall'esplodere della vicenda, l'adozione a cuor leggero di provvedimenti purtroppo usuali nel nostro Paese, ma non per questo meno gravi, il ricorso ad una misura di dubbia utilità ed efficacia come l'obbligo di dimora in una città come Roma (un vero e proprio confino "dorato"), la interdizione dai pubblici uffici per l'assessore regionale, misura che appare più come una vera e propria pena anticipata, considerando che l'assessore non ha alcun titolo per intervenire sull'affidamento di lavori, la revoca dei provvedimenti restrittivi intervenuta pochi giorni fa, su parere conforme della Procura, rivelano una messe di lati oscuri che meritano approfondimento ed anche, sin d'ora, numerose censure; basta accennare ai dubbi sull'esistenza dei presupposti per l'adozione di misure cautelari, alla sottovalutazione della natura "pubblica" della società affidataria dei servizi, alla totale mancata considerazione che la società stessa opera e gestisce la sua attività, compresa quella affidata da soggetti pubblici, attraverso organi propri, dotati di autonomia e di autonoma responsabilità e che non sono stati minimamente sfiorati dall'inchiesta;

sembra che si tratti di un'inchiesta costruita sulla base di elementi ricercati e rilevati alla rinfusa, anche derivanti da inchieste autonome condotte da altre procure, letti in modo incongruo senza i necessari approfondimenti; nulla sembra dimostrare che fosse in corso una vera e propria azione corruttiva, iniziata con le pressioni presso la Presidenza del Consiglio dei ministri; sembra invece che sussista un vero e proprio teorema dell'accusa, frutto probabilmente, se non di mala fede, di pregiudizi che possono alimentare le pagine di qualche giornale ma non certamente provvedimenti giudiziari di simile gravità;

tenuto conto che:

in questa come in decine e decine di indagini rivelatesi infondate si producono effetti spesso ineliminabili di estrema gravità a carico degli indagati anche dopo una piena assoluzione, data l'eco mediatica di cui godono indagini come questa, enfatizzata da provvedimenti restrittivi della libertà, e il modesto ristoro che l'innocente può ricavare da una sentenza favorevole, quando a sentenza si arrivi e non invece il procedimento si concluda in sordina grazie all'inefficienza spesso abusata delle autorità procedenti;

nella vicenda è coinvolta una società pubblica e quasi 200 famiglie che intravedevano nel lavoro che potevano svolgere nel contesto aquilano l'occasione di impegnarsi per la loro comunità e di salvare il proprio posto di lavoro;

le istituzioni sulle quali ricade la responsabilità di guidare la ricostruzione aquilana sono intimorite da iniziative che, travalicando i limiti di un doveroso controllo per prevenire e reprimere infiltrazioni mafiose e attività corruttive, esprimono una cultura giudiziaria lontana dagli equilibri che la giurisdizione deve realizzare, succube della superficialità e spesso anche della vanità che la luce dei riflettori esalta oltre ogni comprensibile misura;

il mondo delle imprese è altrettanto smarrito dall'atmosfera di sospetto che circonda le attività imprenditoriali collegate alla ricostruzione con il rischio che le imprese più corrette abbandonino il campo e lo lascino a quelle che meno hanno da perdere;

la città de L'Aquila e l'Abruzzo intero necessitano di un clima sereno che si può assicurare solo se si realizza un giusto equilibrio tra lotta alla criminalità ed esigenze di lavoro e di svolgimento di attività economiche, sia private che pubbliche,

si chiede di sapere:

se il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro in indirizzo siano a conoscenza dei fatti in questione;

se non intendano assumere tutte le informazioni opportune e verificare quanto sta accadendo in un territorio così dolorosamente colpito, nel quale lo Stato è impegnato come non mai e che per risorgere richiede trasparenza, efficienza ed equilibrio istituzionale;

se il Ministro in indirizzo non intenda valutare, al fine di adottare eventuali iniziative di propria competenza, le anomalie segnalate nella procedura giudiziaria, segnatamente in ordine alla sussistenza e congruità delle esigenze cautelari e alla loro esecuzione, ai presupposti logici di ricostruzione del teorema accusatorio che, a chi voglia farne un approfondimento anche solo sommario, sembra fondato sul nulla.