Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
S.4/03504 [Interruzione della somministrazione del farmaco Pemine]
Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-03504 presentata da DORINA BIANCHI
giovedì 22 luglio 2010, seduta n.410
BIANCHI - Al Ministro della salute - Premesso che:
alcuni giorni fa è apparsa una notizia sulla stampa nazionale riguardo al mancato rinnovamento dell'autorizzazione all'immissione in commercio, scaduta il 31 maggio 2010, del farmaco Pemine (principio attivo Pe-nicillamina cloridato) da parte dell'azienda farmaceutica Lilly Italia usato per la cura del morbo di Wilson;
il 17 luglio 2010 il sito on line "Corriere.it" ha pubblicato un articolo firmato da Nino Luca, intitolato "Cosa farò tra tre mesi senza il mio farmaco?". Nell'articolo si legge che A. I., di 25 anni, vive in un paese della Calabria, a Roccabernarda, in provincia di Crotone, ed è affetta, come i suoi fratelli Franco e Anna, dal morbo di Wilson. A. I. ha lanciato una richiesta di aiuto sul web, dichiarando che da quando è piccola assume il farmaco Pemine che serve a tenere sotto controllo la malattia e che le garantisce di condurre una vita "quasi" normale;
il morbo di Wilson è una malattia genetica, autosomica recessiva. L'alterazione genetica consiste nella mutazione del gene ATP7B che porta all'accumulo sistemico di rame nell'organismo, con particolare rilevanza nel cervello e nel fegato. Questo accumulo di rame provoca danni generalizzati di carattere neurologico, ematologico ed epatico. È una malattia progressiva e potenzialmente fatale del metabolismo del rame, che colpisce una persona ogni 30.000;
in Italia il morbo di Wilson è riconosciuto malattia rara nel regolamento di cui al decreto del Ministro della sanità n. 279 del 2001;
le indicazioni terapeutiche del Pemine sono: artrite reumatoide grave in fase attiva. Morbo di Wilson (o degenerazione epato-lenticolare). Intossicazioni professionali, accidentali o terapeutiche da piombo ed oro. Cistinuria o Cistinosi. Test di Ohlsson per la diagnosi dell'intossicazione da piombo. Lo scopo principale del trattamento è quello di negativizzare il metabolismo del rame;
la casa farmaceutica Lilly Italia ha dichiarato di non volerlo più produrre, in quanto sono presenti in Italia alternative di trattamento efficaci e sicure;
nel comunicato dell'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) sulle azioni intraprese relativamente alla gestione della carenza del medicinale Pemine (D-Penicillamine), si dichiara che il mantenimento della terapia ai pazienti con diagnosi di morbo di Wilson, in trattamento con Pemine, sarà assicurato dall'azienda farmaceutica Lilly, per coprire il fabbisogno di tutti i pazienti approssimativamente per i prossimi 3 mesi e le confezioni saranno consegnate ai pazienti tramite le strutture sanitarie pubbliche presso le quali i medesimi sono in trattamento,
si chiede di sapere quali misure il Ministro in indirizzo intenda adottare per valutare quali siano i rischi connessi all'interruzione della somministrazione del farmaco Pemine per i malati affetti da morbo di Wilson, alla luce del fatto che, dopo tanti anni di terapia con un farmaco, un cambio repentino potrebbe indurre a eventuali e pericolose reazioni nell'organismo.
(4-03504)